L’inflazione corre: cosa fare con i tuoi investimenti?
A gennaio l’indice dei prezzi al consumo ha segnato un aumento nella zona euro e in Italia: determinante il contributo della componente energetica
Ti ricordi quando l’inflazione in Italia e in Europa veleggiava sullo zero virgola qualcosa e i tassi di interesse a breve termine erano spesso addirittura negativi? Sembra passato un secolo, ma era solo una manciata di mesi fa. Ora lo scenario è radicalmente cambiato. Le strozzature delle catene di approvvigionamento, un rimbalzo della domanda post-Covid ampiamente sottovalutato dalle aziende produttrici e le tensioni geopolitiche che tengono sotto scacco il settore dell’energia hanno tutti contribuito al surriscaldamento dei prezzi.
Nel primo mese del 2022, i prezzi al consumo sono saliti del 5,1% nella zona euro, in aumento rispetto al 5% di dicembre 2021, mentre in Italia l’aumento è stato del 4,8% su base annua (dal +3,9% del mese precedente), il valore più elevato da quasi 26 anni, ovvero dall’aprile del 1996. Stessa musica negli Stati Uniti, dove a gennaio i prezzi al consumo sono balzati in alto del 7,5% su anno, ai massimi dal febbraio 1982 e oltre le previsioni del mercato.
I prezzi dell’energia hanno fatto la differenza
A spiegare gran parte dell’aumento dei prezzi rispetto a un anno fa è sempre la componente energetica – e i venti di guerra che si sono abbattuti sull’Ucraina non lasciano presagire un rapido miglioramento della situazione su questo fronte.
Stando all’ultima nota diffusa dall’Istat, la crescita dei prezzi per i beni energetici è passata dal già significativo +29,1% di dicembre al +38,6% su anno di gennaio. “Ma tensioni inflazionistiche crescenti si manifestano anche in altri comparti merceologici", avverte il nostro istituto di statistica, citando in particolare i beni alimentari non lavorati (da +3,6% a +5,3%) e quelli dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +2,3% a +3,6%).
Fari sulle banche centrali: entreranno in azione?
Le banche centrali non sono rimaste alla finestra: visto che l’aumento dei prezzi non sembra più così “transitorio” come si era ipotizzato in una prima fase al di là e al di qua dell’Atlantico, sia la Federal Reserve statunitense sia la Banca Centrale Europea hanno iniziato a pianificare il ritiro delle misure ultra-espansive messe in campo per arginare la crisi innescata dalla pandemia di Covid-19.
E se la Fed ha già confermato l’iter che intende intraprendere per il progressivo rialzo dei tassi (con la prima mossa attesa nella riunione di marzo) e per la riduzione del suo bilancio, la BCE finora si è mantenuta più cauta. Ma nell’ultima conferenza stampa la presidente Christine Lagarde non ha più escluso esplicitamente una revisione al rialzo del costo del denaro nel corso del 2022.
La vera domanda, ora, è: Federal Reserve e Banca Centrale Europea manterranno fede alle loro intenzioni adesso che la guerra in Ucraina ha sparigliato le carte sullo scenario mondiale? Sia come sia, l’inflazione pone una serie di sfide per i portafogli.
Che cosa significa per i tuoi risparmi?
Abbiamo insistito in svariate occasioni sul fatto che tenere troppi soldi sotto forma di liquidità non è una buona idea. Non lo è, a maggior ragione in un contesto di prezzi in rialzo. Il principale pericolo per i risparmi lasciati sul conto corrente, su un normale conto deposito bancario o direttamente nel salvadanaio è infatti rappresentato proprio dall’inflazione che, con il suo potere erosivo, finirebbe per “mangiarsi”, mese dopo mese, parte del tuo gruzzolo.
Basta guadare alla storia per rendersene conto: un investimento “sotto il materasso” in Italia dal 1900 al 2018 ha reso in media, in termini reali, il -8,2% ogni anno. Significa che, anno dopo anno, risultava impossibile comprare l’8,2% dei beni e dei servizi comprati l’anno precedente.
Insomma, alla luce della situazione avrebbe senso riflettere sulla distribuzione dei propri risparmi. Sempre tenendo in mente la regola d’oro degli investimenti: diversificare. E, possibilmente, affidarsi a un consulente finanziario in grado di indirizzarti verso le soluzioni più compatibili con le tue esigenze e il tuo profilo di rischio.