Fed pronta a un rialzo di 50 punti base, Moody’s taglia le stime di crescita
Un mese, quello di maggio, contrassegnato da ribassi generalizzati sull’azionario globale. Alla base, i timori sull’inflazione e sull’andamento della crescita.
Il mese di maggio, il terzo dallo scoppio della guerra in Ucraina, è stato contrassegnato da ribassi generalizzati sui mercati azionari globali, appesantiti dai timori sull’inflazione e sull’andamento della crescita, anche se, proprio verso la fine del mese, sembra essersi innescato un rimbalzo, con tre sedute consecutive in rialzo che non si vedevano ormai da un po’.
Materie prime, a che punto siamo?
Per quanto riguarda le materie prime energetiche, nell’ultimo mese il prezzo del gas europeo in consegna a giugno ha segnato una decisa virata al ribasso (quasi -70% dai picchi di inizio marzo), tornando ai livelli pre-conflitto. Cauto rally invece, verso la fine del mese, per il petrolio.
“La situazione è meno rosea guardando le scadenze più lunghe dei contratti trattati sui mercati finanziari”, dice Filippo Casagrande, Head of Insurance Investment Solutions di Generali Asset & Wealth Management, citato da Morningstar. “I prezzi del gas in consegna a fine 2022 sono pressoché stabili, mentre per quelli in consegna nel 2023 e gli anni a venire si registrano nuovi massimi, a testimonianza che il mercato sta riprezzando al rialzo la possibilità di una prolungata fase di problemi alle forniture”.
Titoli di Stato, rendimenti in salita
Nel mese il rendimento del Bund tedesco ha superato quota 1% per la prima volta dal 2015. Per gli analisti si tratta dell’ennesimo segnale del fatto che gli investitori si aspettano un’imminente stretta monetaria anche da parte della Banca centrale europea. Negli USA, invece, il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni ha raggiunto il 3% per la prima volta dal dicembre 2018.
Banche centrali su chi va là
La Federal Reserve, come ampiamente previsto, ha alzato i tassi di interesse di 0,5 punti percentuali, portandoli nella forchetta tra lo 0,75% e l’1%, dal precedente 0,25-0,50%. Si tratta del primo aumento di una simile entità dal 2000, anche se la mossa era stata scontata dai mercati.
La riduzione del portafoglio titoli della Fed, salito a 9mila miliardi di dollari, inizierà a giugno a una velocità di 47,5 miliardi di dollari al mese fino ad agosto, per poi salire a 95 miliardi.
La Fed ha anche fatto sapere di ritenere “appropriato", un aumento dei tassi d’interesse di 50 punti base alle prossime due riunioni di giugno e luglio.
Dati in chiaroscuro
Intanto negli Usa il Pil del primo trimestre ha registrato un calo annualizzato dell'1,5%, superiore alle attese che erano per un -1,3%, nonostante le spese dei consumatori siano aumentate del 3,1%.
Inflazione osservata speciale
Anche la Bank of England ha deciso di alzare i tassi d’interesse, portandoli dallo 0,75% all’1%, il livello più alto da 13 anni. Del resto, l’inflazione continua a correre: nel Regno Unito è salita del 9% su anno ad aprile, ai massimi degli ultimi 40 anni. E, secondo le stime, si avvia a superare il 10% entro la fine del 2022.
L’inflazione dell’Unione europea è invece dell’8,1%, rispetto al 7,8% di marzo, mentre nella zona euro è stabile al 7,4%.
Negli Usa i prezzi al consumo in aprile sono saliti dell’8,3% su base annua.
Che cosa farà la Bce?
Diversi analisti si aspettano che la Banca centrale europea aumenti il tasso di interesse di riferimento di 25 punti base a luglio. Lo ha confermato anche Klaas Knot, governatore della banca centrale olandese. “Il primo incremento dei tassi di interesse è ora previsto per la riunione di politica monetaria del 21 luglio, e questo mi sembra realistico”, ha dichiarato.
Cina e Russia tagliano i tassi
La Banca centrale cinese ha deciso di tagliare il tasso di interesse sui prestiti a 5 anni (mentre ha lasciato fermo quello a un anno) nel tentativo di dare supporto al mercato immobiliare e in generale a un’economia in frenata. Si tratta del secondo taglio dei tassi in Cina da gennaio.
Novità anche dalla Banca centrale russa, che ha tagliato i tassi d’interesse dal 14% all’11%.
Il punto di Moody’s
L’agenzia di rating Moody’s ha tagliato le stime di crescita per il 2022, Italia compresa: al +2,3%, dal +3,2% previsto a marzo, e quelle nel 2023, dal +2,1% al +1,7%. L’Eurozona, si legge nel nuovo Macro Global Outlook, crescerà nel 2022 del 2,3%, a fronte del 2,5% previsto due mesi fa, mentre nel 2023 è atteso un piccolo miglioramento (da +2,2 a +2,3%). In frenata anche gli States, da +3,7 al +2,8% nel 2022 e dal +2,5% al +2,3% nel 2023, e limitatamente al 2022 anche la Cina, da + 5,1% a +4,5%, mentre nel 2023 il Pil di Pechino viene rivisto al rialzo da +5,2 a +5,3%.
Crisi energetica: cosa fare?
La Commissione europea ha presentato il pacchetto di misure RePowerEu da 200 miliardi di euro per diminuire la dipendenza energetica da Mosca: transizione verde, idrogeno e pannelli solari sono tra i punti salienti.
Intanto la Cina sarebbe in trattative per acquistare petrolio russo a basso prezzo, mentre gli Stati Uniti lavorano a nuove misure, tra cui un tetto al prezzo del petrolio russo, da sostenere con sanzioni contro le aziende dei Paesi ancora intenzionati a fare affari con Mosca.
Nato più numerosa?
Finlandia e Svezia hanno formalmente presentato la richiesta di adesione alla Nato, sostenute dal presidente statunitense Joe Biden. Ma la Turchia rema contro, accusando i due Paesi di legami con i militanti curdi del Pkk.
Atterraggio poco morbido
Da segnalare sui mercati la rovinosa caduta, a metà del mese, della stablecoin TerraUSD e di Luna, l’altcoin collegata.
Mosse francesi
Il presidente francese Emmanuel Macron ha nominato come prima ministra Elisabeth Borne, con il compito di formare un nuovo governo. L’ultima donna premier era stata Edith Cresson, nel 1991.