Le decisioni delle banche centrali
Le principali banche centrali si prendono una pausa dopo oltre un anno di rialzi consecutivi. Cosa significa?
Dopo l’impetuosa serie di rialzi dei tassi, le principali banche centrali stanno finalmente rallentando le loro politiche monetarie. Negli ultimi giorni i riflettori sono stati puntati sulla Federal Reserve, sulla Banca del Giappone e sulla Banca d'Inghilterra, tutte riunite per discutere di potenziali variazioni dei tassi di riferimento.
A fine ottobre è stato invece il turno della Banca centrale europea, che ha interrotto una serie di rialzi dei tassi che durava da quindici mesi mantenendo fermi i costi di finanziamento. Ora che tutte le banche centrali si sono espresse, possiamo tracciare un bilancio di questa nuova fase, orientandoci verso uno scenario di politica monetaria meno aggressivo rispetto al recente passato.
Le mosse della Fed
La Federal Reserve ha mantenuto i tassi di interesse nella forchetta tra il 5,25% e il 5,50% durante il suo incontro di novembre, segnalando fiducia nella robusta crescita dell'economia. Il presidente Jerome Powell ha sottolineato la solidità dei risparmiatori e delle piccole imprese.
Il governatore della banca centrale Usa ha sottolineato la possibilità di un rallentamento della crescita economica e del mercato del lavoro per frenare l'inflazione. Tuttavia, la Fed resta cauta, affermando che il controllo dell'inflazione richiede ulteriori progressi, puntando su una probabile stabilità dei tassi. Di fronte a queste parole e alla situazione in cui navighiamo, gli operatori non vedono significative possibilità di un taglio dei tassi prima dell'estate 2024.
Cosa ha deciso la Bce?
Anche la Banca centrale europea ha scelto di mantenere stabili i tassi di interesse, interrompendo così una serie senza precedenti di dieci rialzi consecutivi. La decisione era attesa dagli analisti, considerando il calo dell'inflazione nella zona euro: i dati più recenti continuano a indicare che l'inflazione sta lentamente scendendo verso l'obiettivo del 2%.
La presidente della Bce Christine Lagarde non ha escluso ulteriori aumenti dei tassi in futuro, ma ha fatto sapere che i livelli attuali, “mantenuti per una durata sufficientemente lunga, daranno un importante contributo” al raggiungimento dell’obiettivo del 2% nel medio termine. La Bce non ha ancora discusso riguardo alla riduzione degli acquisti obbligazionari e degli interessi pagati alle banche commerciali sui depositi, due temi sul tavolo a Francoforte.
Il verdetto della Banca d’Inghilterra
La Banca d'Inghilterra si è unita al coro e ha mantenuto un tasso di interesse del 5,25% per la seconda volta.
Il governatore Andrew Bailey si è concentrato sulla vigilanza, notando che è prematuro considerare tagli ai tassi. Nonostante una diminuzione dell'inflazione all’orizzonte, ci si aspetta che l'economia del Regno Unito rimanga debole, con potenziali rischi legati all'eliminazione dei sostegni fiscali e alle restrizioni dell'offerta. I futures sui tassi di interesse mostrano un quadro per gli operatori abbastanza chiaro: la BoE non taglierà i tassi, ora ai massimi dal 2008, almeno fino a giugno 2024.
Strategia giapponese
La Banca del Giappone ha recentemente apportato modifiche alla sua politica di controllo dei rendimenti obbligazionari, allentando ulteriormente il suo monitoraggio sui tassi a lungo termine. Pur mantenendo stabili i tassi di interesse (già ultra-bassi), la BoJ ha adattato il limite dell’1% sul rendimento decennale per consentire un lieve aumento dei costi di finanziamento.
Nonostante un'ottimistica previsione sul livello dell’inflazione, la Banca ha sottolineato di non avere ancora sufficienti evidenze per garantire un'inflazione costante al 2%. A prescindere dalla crescente pressione sui rendimenti globali, la Banca del Giappone ha mantenuto una visione prudente sulla ripresa economica, riconoscendo tuttavia l'incertezza dovuta ai rischi associati alla domanda globale in rallentamento.
Insomma, l’inflazione si sta finalmente muovendo nella direzione giusta, tanto che le banche centrali si sentono nelle condizioni di tirare i remi in barca, anche solo momentaneamente. Si apre dunque una nuova fase, caratterizzata presumibilmente da tassi stabili, ma comunque più elevati rispetto a prima del 2022, abbinati a una inflazione comunque persistente. In un simile scenario, le opportunità di investimento non mancheranno: per coglierle al meglio potresti farti affiancare da un Financial Coach.