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Tassi di interesse: i cali cominceranno nel 2024?

Stando agli esperti di Bloomberg Economics, la fase “higher for longer”, più alti più a lungo, durerà tre trimestri al massimo. Con quali implicazioni?

La nuova fase di “tassi più alti più a lungo”, ribadita di recente dalle grandi banche centrali, potrebbe avere i mesi contati. Ne sono convinti gli analisti di Bloomberg Economics, che fissano l’inizio della discesa dei tassi, su scala globale, nella prima parte del 2024.

 

Di cosa stiamo parlando?

 

Per combattere un’inflazione schizzata a livelli che non si vedevano da decenni, le banche centrali come la Fed e la BCE hanno portato avanti una politica monetaria decisamente restrittiva a partire da marzo 2022, alzando progressivamente i tassi di interesse che attualmente si trovano al 5,25-5,5% negli Stati Uniti e al 4,5% in Europa.

 

Negli ultimi mesi, con la corsa dei prezzi che ha finalmente mostrato qualche segnale di rallentamento (nella zona euro l’inflazione si è attestata al 5,2% ad agosto, dal 5,3% di luglio), si è iniziato a parlare di uno stop alla crescita dei tassi di interesse, anche se le banche centrali hanno sempre chiarito la volontà di mantenere il costo del denaro su livelli elevati per tutto il tempo che sarà necessario.

 

Ora, stando agli analisti di Bloomberg Economics, il periodo dei tassi fermi a un livello elevato potrebbe essere piuttosto breve.

“I tassi di interesse mondiali dovrebbero iniziare a scendere all’inizio del 2024, ad eccezione delle economie avanzate, dove il calo potrebbe richiedere qualche mese in più”.

Fatto sta che, entro la fine del prossimo anno, solo due delle 23 banche centrali prese in esame dagli analisti di Bloomberg Economics non avranno tagliato i tassi: la banca centrale turca, che dovrebbe mantenere il costo del denaro invariato, e la Bank of Japan, che dovrebbe uscire dalla politica di tassi negativi.

 

Cosa succederà nel 2024?

 

Lo scenario di tassi “higher for longer” (più alti più a lungo), prospettato ad agosto dal presidente della Fed, Jerome Powell, durerà al massimo per tre trimestri, dicono gli analisti. Sia negli Stati Uniti sia in Europa, infatti, i tassi dovrebbero tornare a scendere entro la metà dell’anno, mentre Svezia e Regno Unito potrebbero tardare ancora un po’.

 

Attenzione: non aspettarti un ritorno allo scenario che ha preceduto i rialzi, con i tassi cioè vicini allo zero, perché la situazione resta volatile e le banche centrali non vogliono allentare troppo la loro politica monetaria.

 

Quello che succederà, dicono gli esperti, è che il tasso globale aggregato vedrà una riduzione di circa 125 punti base entro la fine del prossimo anno – ma per i Paesi più ricchi del mondo il calo sarà più contenuto nello stesso periodo, stimabile intorno ai 65 punti base.

 

Cosa significa tutto questo?

 

Ti abbiamo detto che le banche centrali hanno aumentato i tassi di interesse per combattere l’inflazione, ma in che modo? Il meccanismo è più o meno il seguente.

 

  • Un aumento dei tassi di interesse, per esempio quelli che le banche applicano ai loro clienti, tende a frenare gli investimenti e i consumi e ciò si riflette, a distanza di qualche mese, in una riduzione della domanda e quindi dei prezzi.
  • Al contrario, un calo del costo del denaro incentiva la richiesta dei prestiti (perché chiedere denaro in prestito costerà di meno) e di conseguenza agevola i consumi, a tutto vantaggio – in definitiva – dell’attività delle imprese e della crescita economica.

E sul fronte degli investimenti?

 

Per quanto riguarda le obbligazioni, un calo dei tassi provocherebbe un aumento del prezzo dei titoli già in circolazione e un calo dei rendimenti offerti dalle nuove emissioni. Vediamolo con un esempio. Ipotizziamo di comprare oggi un’obbligazione che offre una cedola annua del 2% e un prezzo di acquisto pari a 100. Immagina ora che la BCE decida di tagliare i tassi all’1,5%. La tua obbligazione continuerà a pagare il 2% annuo, come stabilito dal prospetto del titolo di debito.

 

Le nuove emissioni offriranno invece una cedola più bassa rispetto ai titoli già in circolazione. Molti, allora, vorranno acquistare il titolo con cedola al 2%: dunque la domanda crescerà e, a parità d’offerta, il prezzo dell’obbligazione salirà. Quanto al mercato azionario, qui la relazione è più complicata. Nella situazione attuale, tuttavia, un calo dei tassi dovrebbe incentivare appunto la crescita economica e, di conseguenza, i titoli azionari dovrebbero beneficiarne.

 

La situazione resta comunque incerta e decisamente difficile da decifrare. In una fase simile, ti consigliamo a maggior ragione di farti affiancare dal tuo Financial Coach.

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