Focus Mercati
Notizie sui Mercati
AdviseOnly

Eurogruppo, Ecofin e crisi energetica

La crisi energetica in corso fa venire il mal di testa ai ministri dell’Economia di Eurogruppo ed Ecofin, divisi sulle possibili soluzioni

Eurogruppo ed Ecofin: ne hai mai sentito parlare? Sai cosa sono e di cosa hanno parlato di recente? Facciamo un brevissimo recap.

  • L’Eurogruppo è un organo informale che raccoglie i ministri dell’Economia e delle Finanze dei Paesi che aderiscono all’area dell’euro: si riunisce ogni mese prima del meeting dell’Ecofin, per consentire ai ministri dell’Economia dei 19 Paesi euro di coordinarsi.
  • L’Ecofin, dal canto suo, altro non è che il Consiglio dell’Unione Europea quando a prendervi parte sono i ministri economici dei 27 Paesi UE: formalmente, si chiama Consiglio Economia e Finanza.

Il Consiglio dell’Unione Europea è una delle principali istituzioni UE insieme a Parlamento, Commissione e Consiglio europeo (quest’ultimo è composto dai capi di Stato e di governo dei Paesi dell’Unione): in sostanza, è il luogo in cui i ministri s’incontrano per ragionare su politiche e impianto normativo.

L’Ecofin: i ministri dell’economia, riuniti

Poiché, come sai, ogni ministro ha una sua area di competenza – non ci sono solo i ministri economici – la formazione del Consiglio dell’Unione Europea cambia a seconda dell’argomento in discussione. Quando senti parlare di Ecofin, vuol dire che il Consiglio dell’Unione Europea ha visto (o sta per vedere) riuniti i ministri dell’Economia.

I ministri economici dei Paesi UE s’incontrano di norma una volta al mese – in Lussemburgo o a Bruxelles – e si confrontano sui temi caldi del momento. E cosa c’è, al momento, di più caldo della crisi energetica e dei rincari in bolletta in corso?

Crisi energetica: e l’Europa che fa?

Eurogruppo ed Ecofin si sono riuniti, rispettivamente, il 4 e 5 ottobre. I ministri dell’Economia francese e spagnolo – Bruno Le Maire per la Francia e Nadia Calviño per la Spagna – hanno proposto un approccio comunitario al problema per, tra le altre cose, disancorare i prezzi dell’elettricità da quelli del gas. La Spagna, in particolare, ha proposto la realizzazione di “riserve strategiche di gas” europee: il che porterebbe a un fronte di contrattazione comune.

A favore di un consorzio comune europeo per stoccare le riserve di gas sarebbe il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi. Nella conferenza stampa che si è svolta al termine di un recente vertice UE in Slovenia, ha fatto sapere di considerare “una cosa molto positiva non farsi trovare impreparati rispetto a picchi dell’energia che non hanno solo conseguenze sull’economia ma anche sulla distribuzione, sulla diseguaglianza”.

Germania, Russia e Nord Stream 2

Più defilata, al momento, la Germania, in attesa che entri pienamente in carica il nuovo governo. Sul fronte delle forniture di gas il Paese è più che mai protagonista, essendo il punto di approdo dei flussi che dalla Russia viaggeranno attraverso i due gasdotti del progetto Nord Stream 2, concepito da Mosca per consentire all’export di gas verso l’Europa di aggirare l’Ucraina. I tubi di Nord Stream 2 non sono ancora operativi: non possono, quindi, contribuire a risolvere l’attuale crisi.

Quello che la Russia potrebbe fare è aumentare le forniture attraverso i canali già esistenti: e in effetti, in un incontro con gli amministratori delle aziende energetiche nazionali, il presidente Wladimir Putin di recente ha detto che, in risposta alla crisi energetica, la Russia sta aumentando le forniture di gas all’Europa attraverso l’Ucraina. E ha rigettato le accuse di centellinare le forniture per far pressione e accorciare così i tempi del varo di Nord Stream 2.

Stoccaggio comune? Cè chi dice no

Si valutano quindi le alternative: una, come detto, è quella dello stoccaggio comune. Bocciata però dai Paesi del Nord Europa: la ministra dell’Economia finlandese Annika Saarikko ha fatto intendere che dal suo punto di vista il sostentamento delle famiglie vulnerabili – e, dunque, la pelatura di questa gran brutta gatta – dovrebbe essere di competenza dei singoli Stati (e infatti l’Italia ha già varato una misura in tal senso).

Ma cautela traspare anche dalle dichiarazioni del vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis e del commissario per gli Affari economici Paolo Gentiloni. Secondo Gentiloni, è necessario “reagire, ma non in modo esagerato”, altrimenti si corre il rischio di compromettere il Green Deal prima ancora di cominciare a tradurlo in realtà.

D’altra parte, la stessa Commissione Europea è sotto attacco per i rincari: c’è chi li addebita ai costi della transizione energetica e in particolare dell’Emissions Trading System, sistema che fissa un tetto alle emissioni degli impianti entro il quale le imprese possono acquistare o vendere quote in base alle loro esigenze.

Cosa c’entra la transizione “greencon i rincari?

Per converso, crisi energetica e rincari possono mettere i bastoni tra le ruote alla transizione verde. Come? Aumentandone i costi e/o ritardandone a ulteriore data da definirsi gli obiettivi. Obiettivi che in Europa sono alquanto ambiziosi, in termini di riduzione delle emissioni di anidride carbonica e neutralità climatica. Non stupisce, quindi, che sul tavolo della Commissione Europea ci sia anche l’ipotesi di catalogare l’energia nucleare tra le fonti energetiche “green”.

Ha detto infatti Dombrovskis: “Come sapete, sul nucleare ci sono stati diversi studi. La Commissione sta riflettendo su questi studi. In ogni caso, penso che sia molto importante riconoscere il ruolo del nucleare quale fonte di energia a basse emissioni nel nostro mix energetico e nei nostri sforzi per la decarbonizzazione”. A spingere in tal senso, tra tutti i Paesi europei, è soprattutto la Francia.

Eurogruppo ed Ecofin di inizio ottobre non hanno certamente esaurito il dibattito su questi temi di portata epocale: se ne riparla alla prossima riunione del Consiglio Europeo, in agenda il 21 e 22 ottobre. E, di certo, la questione non si chiuderà lì.

Investire con noi è semplice!

Scegli tu se parlare con un esperto o farti consigliare dal nostro innovativo servizio di consulenza finanziaria digitale MYMoneyCoach.

Messaggio pubblicitario con finalità promozionale.

Prima della sottoscrizione dei prodotti di investimento consulta i KID e i prospetti informativi disponibili sul sito ing.it, sezione Investimenti e Risparmio – Fai da te o sul sito del Collocatore. Foglio informativo e documento informativo MIFID disponibili sul sito ing.it o nei nostri punti fisici.

Il presente articolo è stato redatto dal content team di Wealthype.ai e ha una finalità esclusivamente informativa. Non va quindi inteso in alcun modo come consiglio finanziario, economico o di altra natura e nessuna decisione, di investimento o di altro tipo, deve essere presa unicamente sulla base dei contenuti qui riportati. L’articolo non costituisce da parte del content team di Wealthype.ai un’offerta al pubblico d’acquisto o vendita di titoli e più in generale di strumenti finanziari e/o attività di sollecitazione all’investimento, ai sensi del decreto legislativo 24/02/1998, n. 58.