Earth Overshoot Day, una sfida che passa anche dai tuoi investimenti
Quest’anno l’Earth Overshoot Day, il “giorno del debito ecologico”, cade il 2 agosto. Cosa possiamo fare per spostarlo in avanti?
Il nostro pianeta genera ogni anno un tot di risorse. Fino agli anni Settanta, quelle risorse bastavano a soddisfare tutto il nostro fabbisogno a livello globale: il giorno in cui noi le esaurivano cadeva infatti a fine anno. Preciso. Senza sbavature. Poi le cose hanno cominciato ad accelerare e il “giorno del debito ecologico”, meglio noto come “Earth Overshoot Day”, ha iniziato a risalire il calendario annuale fino ad attestarsi – giorno più, giorno meno – in piena estate. Ossia, a metà anno. Questo significa che noi, già a luglio o agosto, esauriamo le risorse che la Terra è in grado di generare in un anno. Da quel momento in avanti, consumiamo “a debito”.
Chi stabilisce l’Earth Overshoot Day?
A calcolare la giornata mondiale del debito ecologico è il Global Footprint Network, un’organizzazione internazionale di ricerca. Ma come? Sostanzialmente, si stima l’“impronta ecologica” del genere umano, e cioè la domanda mondiale di terreni per l’agricoltura e l’allevamento, foreste e zone di pesca necessari per sostenerne i consumi, e la si mette a confronto con la capacità di tali ecosistemi di generare nuove risorse e assorbire i rifiuti prodotti (biocapacità). In questo modo si determina il giorno in cui, consumata la produzione dell’anno in corso, si cominciano a intaccare le scorte.
Il debito ecologico nel 2023
Quest’anno l’Earth Overshoot Day cade il 2 agosto, a fronte del 28 luglio dello scorso anno. Un piccolo progresso, ma ancora troppo modesto: per andare in pari avremmo idealmente bisogno di un altro mezzo pianeta abbondante (1,7 Terre, per la precisione).
Non finisce qui: il posticipo è dovuto solo in minima parte ai progressi fatti sul fronte della sostenibilità. Solamente un giorno su cinque è dipeso infatti da condotte più virtuose dei 180 Paesi monitorati. Gli altri quattro giorni, invece, sono dovuti semplicemente a un aggiornamento delle modalità di misurazione del “debito ecologico”.
La situazione Paese per Paese
Il quadro, com’è facile immaginare, non è uguale in tutti i Paesi del mondo. A livello globale sono soltanto 51 i Paesi che restano a credito fino al 31 dicembre. Tra le grandi economie, nell’elenco figura soltanto l’India. Tra i Paesi in debito, il più virtuoso è il Benin, che esaurisce la sua quota di risorse il 26 dicembre. Modelli di sostenibilità sono anche l’Ecuador, per cui il “Country Overshoot Day” quest’anno scatterà il 6 dicembre, e la Giamaica, che consumerà tutte le risorse disponibili per l’anno il 20 dello stesso mese.
Il Paese meno sostenibile, invece, è il Qatar: Doha ha iniziato ad accumulare debito ecologico già a partire dal 10 febbraio. L’Overshoot Day degli Stati Uniti è caduto il 13 marzo, mentre il peggior Paese europeo è il Lussemburgo, che si piazza al secondo posto a livello mondiale. La data fatidica sul suo calendario è scattata il 14 febbraio 2023.
E l’Italia? È già in debito ecologico
Il cosiddetto “Country Overshoot Day” dell’Italia è già arrivato: il 15 maggio avevamo già virtualmente consumato tutte le risorse naturali a disposizione per quest’anno in relazione alla capacità rigenerativa del territorio. Siamo quindi in debito ecologico. Rispetto al 2022 non è cambiato nulla, visto che anche l’anno scorso l’Overshoot Day italiano è arrivato il 15 maggio.
Stando ai dati diffusi dal Global Footprint Network, se tutti i Paesi del mondo consumassero risorse allo stesso ritmo dell’Italia, servirebbero 2,7 Terre per restare in equilibrio. L’ultimo anno in cui siamo andati a credito, per quanto riguarda la nostra impronta ecologica, è stato il 1965. Da allora si è verificato un continuo arretramento della scadenza. Fino al 2007, anno in cui si è raggiunto il picco massimo con 3,33 Terre. Ma il calo si è arrestato pochi anni dopo: già dal 2013 il nostro Paese si è assestato su un plateau che oscilla tra le 2,6 e le 2,7 Terre. La dieta può, e deve, proseguire.
La soluzione passa anche attraverso gli investimenti
L’Earth Overshoot Day è senza dubbio una bella sfida. Posticiparne la data consentirebbe non solo di rimetterci al passo con le possibilità del nostro pianeta, ma anche, di riflesso, di contrastare i cambiamenti climatici, i cui effetti sono sempre di più sotto i nostri occhi. Possiamo essere parte del problema o parte della soluzione, come si dice in questi casi. Come? Non solo ripensando le nostre scelte e i nostri comportamenti di consumo, ma anche tenendo conto di questi temi nelle nostre decisioni d’investimento.
Ti abbiamo già parlato delle possibilità della finanza green, con la tassonomia UE e il regolamento SFDR. Se sei determinato a passare dal piano teorico a quello pratico, il nostro consiglio è sempre lo stesso: non fare da solo ma affidati al tuo consulente finanziario di fiducia per cogliere le opportunità migliori.