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Previsioni UE: rimbalzo graduale in un ambiente sfidante

Dalle previsioni di autunno della Commissione UE si evince un certo, seppur molto cauto, ottimismo sul prossimo anno e sul successivo, nonostante le varie incognite.

C’è, eppure non c’è. Nelle sue previsioni autunnali – che, come di consueto, fanno seguito a quelle di primavera – la Commissione Europea considera il fattore Trump, ma non lo cita espressamente. “Un ulteriore aumento delle misure protezionistiche da parte dei partner commerciali potrebbe pesare sul commercio mondiale, con un impatto negativo sull’economia altamente aperta dell’UE”, si legge nell’executive summary del rapporto.

Tuttavia, si evince anche – per ora – un sottotesto di cauta e prudente positività, seppure sullo sfondo delle varie incognite di questo momento storico. Tant’è che il rapporto s’intitola “A gradual rebound in an adverse environment”, ossia “un rimbalzo graduale in un ambiente sfidante”. Vediamo perché.

Un 2025 e un 2026 di crescita, secondo le previsioni

Dopo una prolungata e ampia stagnazione, nel primo trimestre di quest’anno l’economia dell’Unione Europea ha ripreso a crescere. E l’espansione è proseguita a un ritmo contenuto ma costante per tutto il secondo e terzo trimestre, in un contesto di ulteriore riduzione delle pressioni inflazionistiche.

Le ultimissime previsioni della Commissione UE indicano per quest’anno una crescita del Prodotto Interno Lordo reale del +0,9% nell’UE (un po’ meno di quanto indicato nelle previsioni di primavera, ma di appena 0,1 punti percentuali) e del +0,8% nell’area euro (come indicato in primavera).

  • La crescita nell’UE dovrebbe poi attestarsi al +1,5% nel 2025, grazie all’incremento dei consumi e alla ripresa degli investimenti dopo la contrazione del 2024.
  • Nel 2026, l’attività economica dovrebbe espandersi dell’1,8%, in scia alla continua espansione della domanda.
  • La crescita nell’area dell’euro dovrebbe seguire dinamiche simili, con un +1,3% nel 2025 e un +1,6% nel 2026.

Intanto il ripiegamento dell’inflazione prosegue

Il processo disinflazionistico iniziato verso la fine del 2022 è andato avanti durante l’estate. E, a dispetto di una leggera ripresa a ottobre, in gran parte trainata dai prezzi dell’energia, l’inflazione complessiva nell’area euro dovrebbe più che dimezzarsi nel 2024, passando dal 5,4% del 2023 al 2,4%, prima di scendere più gradualmente al 2,1% nel 2025 e all’1,9% nel 2026.

“Nell’UE, il processo di disinflazione sarà ancora più netto, con un’inflazione complessiva che nel 2024 scenderà al 2,6% dal 6,4% del 2023, e continuerà a ridursi al 2,4% nel 2025 e al 2% nel 2026”.

L’andamento dell’economia nel resto del mondo

Tutto questo sullo sfondo di un’attività economica mondiale che nella prima metà dell’anno ha registrato una buona tenuta, soprattutto grazie agli Stati Uniti. Escludendo l’UE, nell’orizzonte di previsione la crescita globale dovrebbe aggirarsi attorno al 3,5%. Un dato sostanzialmente in linea con le proiezioni di primavera, anche se con alcuni cambiamenti nella composizione geografica.

In particolare:

  • la crescita negli Stati Uniti dovrebbe essere un po’ più forte nel 2024 (al 2,7%), prima di moderarsi a poco più del 2% nel 2025 e nel 2026;
  • anche le prospettive di Regno Unito e Giappone sono leggermente migliorate;
  • quelle della Cina, invece, sono lievemente più deboli di quanto previsto in precedenza.

Si prevede che l’economia cinese quest’anno crescerà del 4,9%. E che, nonostante il recente pacchetto di stimoli, continuerà a rallentare fino al 4,4% nel 2026.

Focus sul commercio internazionale

Nel complesso, il commercio mondiale, esclusa l'UE, dovrebbe espandersi del 3,2% nel 2024 e accelerare al 3,5% nel 2025, prima di scendere al 3,2% nel 2026. “Ciò suggerisce che l’intensificarsi dei venti contrari all’espansione del commercio globale, compreso il crescente numero di restrizioni commerciali, non ha (ancora) inciso in modo significativo”.

La dinamica commerciale positiva è destinata a sostenere l’espansione delle esportazioni UE. E dopo la sostanziale stagnazione di quest’anno, nel 2025 e 2026 le importazioni di beni e servizi dovrebbero registrare una netta ripresa.

Deficit e debito: gli scenari secondo la Commissione

Il 2024 dovrebbe chiudersi con un disavanzo pubblico UE in calo di circa 0,4 punti percentuali, al 3,1% del PIL (3% nel 2025 e 2,9% nel 2026). Le previsioni indicano un calo graduale anche nell’area euro. Quanto al rapporto debito/PIL aggregato dell’UE, qui invece ci si attende un lieve rialzo, dall’82,1% del 2023 all’83,4% del 2026; nell’eurozona, il debito pubblico dovrebbe passare dall’88,9% del PIL registrato nel 2023 al 90% del 2026.

Spunti di riflessione dalle previsioni UE

Infine, in un contesto in cui le famiglie dovrebbero beneficiare, fra le altre cose, di un mercato del lavoro in tenuta e di un miglioramento delle condizioni del credito, il tasso di risparmio è visto in calo, a tutto vantaggio dei consumi. Ma non finisce certo qui: è una panoramica ampissima, infatti, quella che fa la Commissione, anticipandoci il contesto nel quale potremmo muoverci di qui a qualche mese.

Nel farlo, tra l’altro, ci dà più di uno spunto di riflessione. Sul quale eventualmente confrontarti, come sempre, con il tuo Financial Coach.

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