Meteo mercati maggio: economia in ripresa, punto di domanda sui tassi
Il mese scorso si è concluso in terreno positivo sui mercati. La Federal Reserve si conferma l'osservata speciale.
Maggio è stato un mese interlocutorio per i mercati mondiali. Il clima comunque è stato nel complesso positivo in particolare per il mercato americano, trascinato dai titoli tecnologici. I principali listini europei invece, hanno chiuso sulla parità o in territorio leggermente positivo. Qualche segnale di vitalità è arrivato anche dalla Cina, che ha varato un pacchetto per risolvere la crisi del mercato immobiliare che sta frenando la crescita del Prodotto Interno Lordo.
Nonostante le persistenti tensioni geopolitiche, l’economia sembra prepararsi ad accelerare il passo. Ma i segnali contrastanti sul fronte dell’inflazione americana lasciano ancora qualche interrogativo su quello che potrebbe essere il percorso di discesa dei tassi d’interesse non solo della Federal Reserve, ma anche della Banca Centrale Europea che dovrebbe essere peraltro il primo grande istituto centrale a varare un taglio dei tassi a giugno.
Il vento della tecnologia anima le trimestrali
Dopo un aprile di respiro e correzione, le azioni americane hanno ripreso la loro marcia rialzista. L’anima del mercato Usa è costituita dalle aziende tecnologiche (non a caso, a maggio, il Nasdaq è salito del 5,3%). Ma la protagonista assoluta è Nvidia: la casa produttrice di chip e processori grafici, infatti, ha rilasciato un’altra trimestrale record e la sua capitalizzazione di mercato ora è di oltre 2,8 mila miliardi di dollari. Basti pensare che ora è seconda alla sola Microsoft e, da sola, vale più di tutte le aziende tedesche incluse nell’indice Dax 30 messe insieme. Un primato condiviso con altre big tech americane come la già ricordata Microsoft, ma anche Apple e Google.
La Fed osservata speciale
Nel corso del mese, però, la festa è stata un po’ rovinata dalle minute della Fed, che riportano di un blocco crescente di dirigenti che non solo vorrebbe ritardare il taglio dei tassi, ma considera anche l’ipotesi di alzarli ulteriormente. L’istituto guidato da Jerome Powell, quindi, è l’osservato speciale, anche se alla fine dovrebbe comunque fare almeno un taglio entro la fine dell’anno (probabilmente a settembre). L’inflazione, infatti, ad aprile è rimasta alta al +3,4% (seppur in rallentamento), circostanza che dalle parti di Eccles Building potrebbe portare, se non a un rialzo, a una politica monetaria più restrittiva per più tempo.
BCE verso il primo taglio a giugno
La situazione europea è diversa rispetto a quella americana. Qui il carovita sembra puntare decisamente verso l’obiettivo del 2%, nonostante l’ultimo dato per l’Eurozona sull’indice dei prezzi al consumo sia stato a maggio del 2,6% su base annua, leggermente superiore al 2,4% di aprile. Ormai è certo un primo taglio dei tassi a giugno, non è stata invece presa una decisione sui passi futuri. La sensazione è che molto potrebbe dipendere dalle mosse della Fed, se infatti la BCE dovesse rivelarsi troppo divergente nella politica monetaria l’euro potrebbe svalutarsi in modo significativo (ed eccessivo) sul dollaro. Quanto alle previsioni economiche, nel mese di maggio la Commissione europea ha aggiornato al rialzo le sue stime di crescita: l’Italia quest’anno crescerà dello 0,9% (dal +0,7% precedente) e andrà meglio di Francia e Germania, ovvero le due principali economie dell’area dell’euro.
La strategia del Dragone per uscire dall’empasse
La Cina, seconda economia mondiale per dimensione, ha varato un piano finanziato con 130 miliardi di euro per risolvere la crisi del mercato immobiliare. L’idea sarebbe di utilizzare queste risorse finanziarie per concedere prestiti a tasso agevolato alle imprese pubbliche con il fine di comprare parte delle case rimaste invendute e, in questo modo, rianimare il mercato del mattone. Intanto, secondo le stime del Fondo monetario internazionale, la Cina ha accelerato il suo tasso di crescita del PIL: quest’anno, infatti, il prodotto interno lordo aumenterà del 5% contro le precedenti stime del 4,6%. Lo farà – ricorda l’FMI – anche grazie alle recenti misure di supporto che dovrebbero favorire una correzione del mercato immobiliare verso un sentiero di normalizzazione.
Intanto, sempre nella zona asiatica, il Giappone sta lavorando a un maxi piano per attirare gli investimenti stranieri: in particolare, quattro grandi città come Osaka, Fukuoka, Sapporo e Tokyo diventeranno zone speciali destinate alle attività finanziarie con il chiaro obiettivo di attrarre finanziamenti e startup estere.