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Mercato del lavoro USA sotto le attese a febbraio: inizia a sentirsi “l'Effetto Musk”?

I dati sul mercato del lavoro statunitense sono monitorati attentamente dalla Fed e dagli analisti. Cosa ci dicono quelli di febbraio?

I dati sul mercato del lavoro USA – il nome ufficiale è Employment Situation Report – sono monitorati attentamente dagli analisti e dalla Fed, perché considerati un importante “market mover” e quindi il loro andamento può darci preziose indicazioni per capire come si sta muovendo l’economia statunitense (in grado di influenzare i mercati mondiali) e offre alla banca centrale una chiave di lettura per decidere come indirizzare la sua politica monetaria.

Un mercato ancora solido (per ora)

L’ultimo dato sul mercato del lavoro USA è aggiornato allo scorso 7 marzo e indica che:

  • Il totale dei lavoratori non agricoli (che esclude settori altamente stagionali) è aumentato di 151.000 unità a febbraio rispetto alle 125.000 unità di gennaio (le attese erano per un aumento di 160.000 unità).
  • Il tasso di disoccupazione è salito al 4,1% a febbraio dal 4% di gennaio, più delle attese, ferme al 4%.
  • Il salario orario medio è salito dello 0,3% a 35,93 dollari dopo l’aumento dello 0,4% di gennaio.

In pratica, la fotografia scattata dal Bureau of Labor Statistics evidenzia un mercato del lavoro ancora solido nel mese di febbraio, anche se segnato da un leggero indebolimento.

L’effetto Musk inizia a farsi sentire?

Se si guarda ai dati più nel dettaglio, si nota però un’evoluzione interessante: nel governo federale, l’occupazione ha registrato un calo di 10.000 posti di lavoro a febbraio, il dato peggiore dal gennaio del 2022 (quando la contrazione era stata di 11mila unità). Potrebbe essere il primo effetto visibile dei tagli voluti da Elon Musk, che, alla guida del Dipartimento per l’Efficienza del Governo (il DOGE), ha avviato una massiccia e contestata campagna di licenziamenti nel settore pubblico.

Ma secondo diversi analisti, potrebbe essere solo l’inizio: il vero impatto della “cura Musk” sarà più chiaro nei prossimi mesi, così come gli effetti della politica commerciale del presidente Trump che, con i suoi annunci e contro-annunci, sta mettendo alla prova la fiducia delle imprese e dei consumatori, in balìa dei continui cambi di rotta sui dazi.

Quanto agli altri settori, l'occupazione è aumentata nella sanità (+52.000 unità), nelle attività finanziarie (+21.000), nei trasporti e magazzinaggio (+18.000) e nell'assistenza sociale (+11.000), mentre è diminuita nel commercio al dettaglio (-6.000 unità) ed è rimasta sostanzialmente stabile nell’estrazione di petrolio e gas, nell’edilizia, nella produzione, nel commercio all’ingrosso, nell’informazione, nei servizi professionali e aziendali, nel tempo libero e nell’ospitalità.

Perché i dati sul lavoro sono così importanti?

Per capire bene la relazione tra politica monetaria e mercato del lavoro, va considerato che il tasso di disoccupazione tende a scendere nei periodi di espansione economica e ad aumentare durante le recessioni. Un indicatore fondamentale per la Federal Reserve, che regola i tassi d’interesse per stimolare o raffreddare l’economia attraverso la sua politica monetaria.

Nel dettaglio:

  • la Fed tende a tagliare i tassi nei periodi di contrazione economica per stimolare la crescita, favorendo la ripresa occupazionale e sostenendo il mercato del lavoro;
  • al contrario, alza i tassi per raffreddare l’economia (e l’inflazione) nelle fasi di espansione.

Cosa possiamo desumere dai dati di febbraio?

In realtà, la lettura di febbraio ci dice relativamente poco. Non perché non sia accurata, ma perché le cose stanno cambiando in modo talmente rapido e imprevedibile che i dati fotografano una situazione ormai già “passata”. Nel caso specifico, il dato su un mercato del lavoro leggermente più debole fa il paio con quello sull’inflazione USA di febbraio, che pur restando su livelli elevati ha rallentato il passo: +0,2% rispetto al mese precedente (contro stime di un +0,3%) e +2,8% su anno (le attese erano al 2,9%).

La lettura spinge tuttavia alla cautela, visto che l’economia statunitense non ha ancora assorbito appieno né gli effetti dei tagli di Musk (che potrebbero pesare ulteriormente sul mercato del lavoro) né quello dei nuovi dazi imposti dall’amministrazione Trump (che potrebbero dare nuovo impulso ai prezzi).

Come regolarsi nel contesto attuale?

In un simile contesto, occorre continuare a monitorare con attenzione l’evolversi della situazione. Facendo sempre riferimento alle indicazioni del tuo Consulente Finanziario, che saprà guidarti verso i tuoi obiettivi di lungo periodo, al netto delle inevitabili turbolenze momentanee.

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