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Inflazione, l’obiettivo del 2% è sempre più vicino

A novembre l’indice dei prezzi al consumo nella zona euro è salito solo del 2,4%. L’inflazione è finalmente domata? E cosa significa per i tuoi investimenti?

Buone notizie sul fronte dell’inflazione. In Italia, secondo gli ultimi dati Istat, a novembre l’indice NIC ha registrato una diminuzione dello 0,4% su base mensile e un aumento dello 0,8% su base annua, il minimo da marzo 2021 (dal +1,7% di ottobre).

Nella zona euro l’indice dei prezzi al consumo è aumentato solo del 2,4% su anno (dal 2,9% di ottobre), avvicinandosi al target BCE del 2% come non succedeva dall’estate del 2021. E anche l’inflazione core – che esclude componenti volatili come benzina e alimentari – ha mostrato segni di raffreddamento.

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Una bella trasformazione rispetto al picco del 10,6% toccato dall’inflazione a ottobre 2022, che lascia sperare in un taglio dei tassi da parte della BCE già nel corso del 2024. Gli investitori, scrive Bloomberg, prezzano ora una prima riduzione del costo del denaro di 0,25 punti base – dall’attuale 4% – già ad aprile. E per l’intero 2024 sono attesi in totale quattro tagli dei tassi.

Andrà davvero così? Quel che è certo è che la BCE insiste su “tassi più alti più a lungo”. E che nell’ultimo anno l’inflazione è diminuita rapidamente, grazie anche all’inversione dei precedenti shock dal lato dell’offerta, provocati principalmente dalle frequenti interruzioni della produzione nel periodo della pandemia (con ripercussioni sulle catene di approvvigionamento) e dalle tensioni sui prezzi dell’energia legate al conflitto in Ucraina.

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Non solo. La cura da cavallo portata avanti dalla BCE per raffreddare i prezzi – una cura che evidentemente sta dando i suoi risultati – inizia ad avere ripercussioni evidenti sull’economia: il PIL della zona euro si è contratto dello 0,1% nel terzo trimestre, segno che la regione si muove sul filo della tanto temuta recessione che però – va detto – finora è stata scongiurata, a dispetto delle previsioni più pessimistiche.

Ma cosa ne pensa la banca centrale?

Il dato di novembre “ha rappresentato una sorpresa molto piacevole, soprattutto per quanto riguarda l’inflazione di fondo che sta ora scendendo più rapidamente di quanto ci aspettassimo”, ha commentato Isabel Schnabel, membro del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea.

Insomma, la strada imboccata è quella giusta, ha concluso Schnabel, dicendosi fiduciosa che l’obiettivo del 2% possa essere raggiunto entro il 2025 e aggiungendo che un ulteriore aumento dei tassi è “piuttosto improbabile”. Quanto all’economia, si è espressa così.

“La crescita è stata debole negli ultimi trimestri e si prevede che rimanga debole in questo trimestre, ma dovrebbe riprendersi gradualmente l’anno prossimo grazie all’aumento dei redditi reali, che favorirà la fiducia e i consumi”.

La cautela resta la parola d’ordine, ma inizia ad aprirsi qualche spiraglio di ottimismo.

“Il dato inferiore alle attese di novembre dovrebbe convincere la BCE che non serve aumentare ulteriormente i tassi”, ragiona Maeva Cousin, economista senior per la zona euro di Bloomberg.

Come investire quando l’inflazione scende

Ma cosa significa questo cambio di passo dell’inflazione per i tuoi investimenti? Le implicazioni possono essere molteplici e ha senso monitorare attentamente l’evolversi della situazione per non farsi cogliere impreparati.

Tanto per cominciare, sul fronte azionario potrebbe avviarsi uno spostamento dai settori difensivi, come sanità e utility, generalmente più amati in fase di elevata inflazione, verso settori più ciclici (consumi discrezionali, lusso, auto), favoriti nelle fasi di ripresa economica.

Sul fronte obbligazionario, invece, un eventuale taglio dei tassi di interesse da parte della BCE potrebbe riflettersi su un aumento del prezzo dei titoli già in circolazione, resi più appetibili dal rendimento che offrono, superiore rispetto ai livelli di mercato.

In ogni caso, diversificazione, comprensione dello scenario e valutazione attenta delle possibilità restano le regole principali da tenere a mente. Il nostro consiglio resta quello di rivolgerti a una figura esperta, come un Financial Coach, che possa guidarti verso le soluzioni più adatte al contesto e ai tuoi obiettivi di lungo periodo.

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