Indici PMI: cosa ci dicono e a che cosa servono esattamente
I PMI sono indicatori molto seguiti per cogliere lo stato di salute di un’economia, tanto da essere definiti “anticipatori del PIL”. Ecco cosa c’è da sapere.
Parlando o leggendo di temi economici, potresti esserti imbattuto nei cosiddetti “indici PMI”. Anche se il nome potrebbe trarti in inganno, questi indici non hanno niente a che fare con le piccole e medie imprese (che tra l’altro sono fondamentali per l’economia italiana). Si tratta invece di indicatori macroeconomici mensili che servono a monitorare lo stato di salute di un’economia e che proprio per questo sono spesso definiti come “anticipatori del PIL”.
Le risposte ottenute vengono elaborate e tradotte in numeri: infatti, gli indicatori sono espressi secondo un punteggio che va da 0 a 100.
Come leggere il “termometro” PMI
Questi risultati esprimono uno stato d’animo sull’economia (il cosiddetto “sentiment”) e possono restituire un’idea di base sulla direzione futura del mercato. In altre parole, un punteggio pari a 50 ci dice che ottimismo e pessimismo sulle condizioni dell’economia si compensano. Se l’indicatore è sbilanciato su valori superiori a 50, invece, vuol dire che prevalgono le “good vibes” (cioè le sensazioni positive), mentre se l’indicatore è al di sotto della soglia dei 50 punti significa che a prevalere sono le sensazioni negative.
Uno sguardo su manifattura, servizi e costruzioni
Gli indici PMI offrono indicazioni importanti sull’andamento dei diversi segmenti del settore privato: proprio in relazione al segmento di cui si occupano, essi si dividono in quattro diverse categorie.
Ognuna di queste tipologie viene pubblicata mensilmente in due versioni: “Flash” e “Finale”, che escono di solito a una settimana di distanza. La stima flash, che è la prima a essere rilasciata, tende ad avere un impatto più significativo sui mercati.
Chi pubblica gli indici PMI?
I PMI dei diversi Paesi possono essere pubblicati da enti riconosciuti a livello governativo o da istituti privati indipendenti.
Pro e contro degli indici PMI
Il principale vantaggio degli indici PMI risiede nel fatto che offrono una fotografia concreta dell’economia, basandosi su dati “misurabili” come ordini, scorte di magazzino, prezzi e occupazione. Proprio per questo vengono monitorati attentamente e sono considerati un’indicazione attendibile sulla successiva lettura del PIL di un Paese. Va detto che il loro peso sta cambiando: se un tempo il settore manifatturiero era il più importante, infatti, oggi in molte nazioni rivestono importanza crescente i servizi.
In ogni caso, sarebbe un errore basarsi unicamente su questi indici per prendere decisioni di investimento: essi, infatti, non tengono in considerazione fattori importanti come per esempio l’inflazione. Il nostro consiglio, come sempre, è quello di rivolgerti al tuo Financial Coach, che ti aiuterà a considerare il settore degli investimenti dalla giusta prospettiva, prendendo in esame tutte le variabili fondamentali.