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Fed e le altre: avanti tutta col rialzo dei tassi

A poco più di un mese dal rialzo di 50 punti base, la Fed cala l’asso dei 75 punti base in più. E non finisce qui. Cosa fare con il tuo portafoglio d’investimento?

Cinquanta punti non sono bastati. Il vigoroso rialzo dei prezzi, con l’inflazione che a maggio, negli Stati Uniti, è salita dell’8,6%, ha convinto la Federal Reserve a non aspettare oltre. E così, a poco più di un mese dal +0,50%, mercoledì 15 giugno la banca centrale USA ha attuato il primo rialzo di 75 punti base dal 1994. Com’era oramai nelle attese dei mercati, visto appunto il livello dei prezzi. Confermati i piani di Quantitative Tightening. A Londra, intanto, la Bank of England ha deciso di aumentare i tassi di interesse di un quarto di punto, portandoli all’1,25%. Come dire: la Fed è in buona compagnia.

Prima 50 punti base, adesso 75: e poi?

A proposito di Fed. Il cosiddetto “dot plot” – il diagramma a punti contenente le previsioni sui futuri ritocchi dei tassi che viene diffuso in occasione delle riunioni del FOMC di marzo, giugno, settembre e dicembre – ora ci dice che il tasso dei Fed funds raggiungerà i seguenti livelli:

  • 3,4% a fine anno, contro l’1,9% segnalato a marzo;
  • 3,8% nel 2023, a fronte del 2,8% della previsione precedente;
  • 3,4% nel 2024, contro il 2,8% della previsione condivisa nel mese di marzo;
  • 2,5% nel lungo periodo, contro il 2,4% di marzo.

Avrai notato che la narrazione sulla politica monetaria – di qualunque banca centrale si parli – cita spesso due fazioni contrapposte: le colombe e i falchi. Le prime più pacifiche, i secondi pronti a planare con piglio deciso e una certa aggressività. Ebbene, stavolta pare che persino i membri meno “falchi” del FOMC, il più importante strumento di politica monetaria della Federal Reverse (la sigla sta per “Federal Open Market Committee”), pronostichino un tasso dei Fed funds sopra il 3% quest’anno.

Come si arriverà al traguardo? Secondo James Knightley, Padhraic Garvey e Chris Turner di ING, quanto prospettato suggerisce un rialzo di 75 punti base a luglio, altri due di 50 punti base in autunno e infine uno di 25 punti base a fine anno. Il che combacia con l’immagine di una Fed che adesso si dice “fortemente impegnata” a far scendere l’inflazione verso l’obiettivo del 2% e “molto attenta” ai rischi di inflazione.

Non sarà troppo per l’economia?

“Questo atteggiamento più aggressivo ha un costo economico”, sottolineano gli esperti di ING. Non a caso la Fed ha rivisto al ribasso la crescita anno su anno del Prodotto Interno Lordo. Nel dettaglio:

  • +1,7%, dal +2,8%, nel quarto trimestre di quest’anno;
  • +1,7%, dal +2,2%, nell’ultimo trimestre del 2023.

Eppure, la misura dell’inflazione più strettamente monitorata dalla Fed – ossia il deflatore core PCE – non dovrebbe scendere al 2% prima del 2025: nel quarto trimestre 2023, il tasso anno su anno dovrebbe posizionarsi ancora al 2,3%.

Cosa ci aspetta dopo luglio?

Per anni s’è parlato di “cura delle banche centrali” in riferimento alle massicce dosi di liquidità iniettate nel sistema per sostenere l’economia. Oggi il piano terapeutico è radicalmente cambiato, perché è un altro il problema che reclama l’attenzione dei banchieri centrali: l’inflazione, appunto. E ciò li riporta al loro mandato originale, di mantenimento della stabilità dei prezzi. Un mandato che stanno riscoprendo in fretta. Osservatori, investitori e analisti lo sanno. E lo sanno bene anche gli esperti di ING.

“Per abbassare rapidamente l’inflazione avremmo idealmente bisogno che la capacità di offerta dell’economia si bilanci meglio con la forte domanda. Tuttavia, lo scenario geopolitico, le misure di contenimento del Covid in Asia e la mancanza di offerta di manodopera negli Stati Uniti suggeriscono che questo non accadrà presto. Di conseguenza, è probabile che l’inflazione sia lenta e vischiosa nella sua discesa, dando così alla Fed l’onere di indebolire la domanda attraverso tassi d’interesse più alti”.

Secondo i tre esperti, è probabile che la Fed dia seguito alla mossa di metà giugno con un altro rialzo di 75 punti base a luglio, come peraltro il presidente Jerome Powell ha ammesso nella conferenza stampa.

“Prevediamo poi un rialzo di 50 punti base a settembre e novembre e un rialzo di 25 punti base a dicembre. Si tratta di una previsione vicina a quella che il mercato sta prezzando, e che rappresenterebbe il percorso di inasprimento della Fed più aggressivo dal 1988”.

Difficile, a questo punto, stabilire quand’è che la politica monetaria potrà nuovamente invertire senso di marcia. Molto dipenderà da come si metteranno le cose per l’inflazione. E per l’economia nel suo complesso.

Investire con i tassi in rialzo: come fare?

Il presidente Powell ha assicurato che la Fed non vuole spingere l’economia verso la recessione, ma ha ammesso che una flessione è possibile, pur sostenendo che non sarebbe colpa della banca centrale. “Quando l’economia statunitense starnutisce, il resto del mondo si becca il raffreddore”, commenta Cormac Mullen di Bloomberg News a proposito della sempre più concreta prospettiva di una recessione USA. Sui mercati tutto questo acuisce le turbolenze già in corso.

Il dilemma di tutti gli investitori a questo punto è: “restare fermi, investire o disinvestire?”. In realtà, potrebbe essere proprio questo l’attimo da cogliere per fare qualche acquisto “in saldo”. Ovviamente bisogna farlo con criterio, diversificando i propri investimenti in modo da ridurre il rischio complessivo del proprio portafoglio e considerando l’orizzonte temporale che si ha a disposizione. Tenendo a mente che il mercato, anche se presenta delle situazioni di ribasso, è sempre capace di restituire le performance su un orizzonte temporale più ampio. Così facendo, non solo si ha la possibilità di far fruttare i propri risparmi, ma si aggira anche l’effetto erosivo dato dall’inflazione in rialzo.

Di tutto questo, e di come investire, ti consigliamo però di parlare con un Financial Coach, che saprà consigliarti al meglio, indirizzandoti, in considerazione prima di tutto delle tue vere necessità, verso gli strumenti che più si adattano a te e le modalità di investimento più funzionali al raggiungimento dei tuoi obiettivi.

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