Fed col piede sull’acceleratore della lotta all’inflazione
La Fed ha alzato i tassi e dato il via alla “stretta quantitativa” nel tentativo di tenere sotto controllo l’inflazione. Cosa può fare un investitore in questa fase?
Fed contro inflazione, un match che sta appassionando i mercati già da un po’. Almeno, da quando i rialzi dei prezzi di beni e servizi hanno cominciato a farsi più consistenti, tanto da spingere il presidente Jerome Powell, i funzionari Fed e gli altri banchieri centrali ad abbandonare l’ipotesi “transitoria”. Ora l’inflazione preoccupa così tanto che la Fed non ha esitato troppo a lasciarsi alle spalle la contrazione registrata dal PIL statunitense nel primo trimestre dell’anno (-1,4%) ed è andata avanti sulla strada del rialzo dei tassi.
A valle della riunione del Federal Open Market Commitee del 3 e 4 maggio, infatti, la banca centrale USA ha comunicato la sua revisione dei tassi di interesse: un ritocco di 50 punti base, allo 0,75%-1%, di una consistenza che non si vedeva dal 2000. I mercati l’hanno presa molto bene: dopotutto, la notizia era scontata. E, soprattutto, si è riusciti a schivare il temuto proiettile dei tre quarti di punto di rialzo, che pure più di qualcuno, negli ultimi giorni precedenti la riunione, aveva prospettato.
Tassi su e bilancio giù: la linea dura della Fed contro l’inflazione
Ma torniamo alla Fed. Non solo aumento dei tassi d’interesse di 50 punti base ma anche Quantitative Tightening, nel tentativo di riportare sotto controllo l’inflazione. Cosa vuol dire Quantitative Tightening? Detta in parole povere, è l’esatto contrario del Quantitative Easing e ha come obiettivo la corposa riduzione del portafoglio titoli Fed, arrivato negli anni a posizionarsi sui 9.000 miliardi di dollari USA. Dal primo giugno prenderà il via la “dieta”, che procederà per step successivi:
- prima un calo pari a 47,5 miliardi di dollari al mese (di cui 30 miliardi di Treasuries e 17,5 miliardi di Agency Mortgage-Backed Securities), fino ad agosto;
- a seguire, si salirà fino a 95 miliardi di dollari (di cui 60 miliardi di Treasuries e 35 miliardi di Agency MBS).
Com’è arrivata la Fed a prendere queste decisioni?
Il primo taglio dei tassi da mezzo punto in oltre 20 anni e la dieta che comincerà tra poche settimane accendono i riflettori – semmai ce ne fosse ancora bisogno – sulla nuova urgenza avvertita dalla Fed, che più della recessione economica teme un’inflazione arrivata a marzo a toccare l’8,5%. D’altro canto, come sottolineano gli esperti di ING James Knightley, Padhraic Garvey e Francesco Pesole, i dati e i costi dell’occupazione “rischiano di renderla molto più vischiosa rispetto ai cicli precedenti. Dopotutto, i prezzi del petrolio e dei beni alimentari possono scendere, alla fine. I salari e i benefit no”.
Inoltre, il potere delle aziende di determinare i prezzi rimane forte e con i lockdown che proseguono in Cina e le tensioni geopolitiche che restano alte, la possibilità che la Fed riceva un aiuto nella sua lotta contro l’inflazione dal calo dei costi di materie prime, trasporti o componenti non sembra essere dietro l’angolo.
Le prossime mosse della Fed: cosa prevedono gli esperti?
Nella conferenza stampa, il presidente Jerome Powell ha suggerito che, in vista delle prossime due riunioni di giugno e luglio, è sul tavolo l’ipotesi di ulteriori incrementi dei tassi di 50 punti base. “Nonostante la cautela del presidente Powell in materia, non escluderemmo un rialzo dei tassi di 75 punti base a giugno”, commentano sul punto i tre esperti ING, ricordando che, secondo i verbali della riunione di marzo, se non fosse stato per l’incertezza causata dall’invasione russa in Ucraina, a marzo la banca centrale USA avrebbe probabilmente aumentato i tassi di 50 punti base e non solamente di 25, come invece ha fatto.
In sostanza, uno scatto di 75 punti base a giugno consentirebbe alla Federal Reserve – scrivono sempre gli esperti – di recuperare terreno. E dopo giugno?
“Ci aspettiamo un ulteriore aumento di 50 punti base a luglio, prima che la banca passi a incrementi di 25 punti base nelle ultime tre riunioni del 2022, mentre in parallelo la stretta quantitativa prende velocità e contribuisce all’inasprimento delle condizioni monetarie”.
A proposito di Quantitative Tightening. “Se l’inflazione statunitense non dovesse rallentare come sperato”, osservano gli esperti, “non possiamo escludere del tutto la possibilità che la Fed acceleri il suo Quantitative Tightening in una futura riunione”.
Banche centrali contro l’inflazione: come investire?
Azioni, obbligazioni, valutario, materie prime: come investire con i tassi in risalita e le politiche monetarie che si fanno più restrittive? Devi sapere, infatti, che nel suo percorso verso un irrigidimento della linea monetaria la Fed è in buona compagnia: il 5 maggio, la Banca d’Inghilterra ha rivisto il tasso di riferimento bancario di 25 punti base, dallo 0,75% all’1%. In attesa della prossima riunione della Banca Centrale Europea.
Anche in questa fase vale la regola di sempre: diversificare le fonti di rendimento del proprio portafoglio, costruendolo – o rimodulandolo – con la consulenza di un esperto, che sappia aiutarti a tener conto dei tuoi obiettivi, dei tuoi bisogni e del tuo profilo. Rivolgiti al consulente finanziario anche per ogni chiarimento in caso di dubbi sui tuoi investimenti, su nuove opportunità e sul quadro generale degli eventi, non facile da mettere a fuoco da soli.