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Banca Mondiale e FMI: prevale la prudenza ma l’economia globale tiene

Sorpresa Italia: quest’anno il nostro Paese dovrebbe crescere dello 0,7%, contro una contrazione dello 0,2% ipotizzata a ottobre.

Incontri di primavera per il Fondo Monetario e la Banca mondiale, recentemente impegnati nei loro tradizionali “Spring Meetings”. La buona notizia è che quasi tutti i Paesi avanzati dovrebbero evitare la recessione non solo quest’anno, ma anche il prossimo. Curioso di saperne di più? Ecco un breve riassunto.

La World Bank è ottimista

La Banca Mondiale ha rivisto al rialzo le stime per quest’anno, portandole al 2% dall’1,7% ipotizzato a gennaio. Certo, rispetto al 2022 si tratta pur sempre un rallentamento, visto che il PIL globale l’anno scorso è aumentato del 3,1%. Ha un suo peso la normalizzazione dei tassi d’interesse dopo un decennio di denaro praticamente a costo zero. Ma d’altro canto non è da sottovalutare l’inflazione che, seppure in calo, rimane sostenuta.

Cosa dice il Fondo Monetario?

La Bibbia delle previsioni economiche è senza dubbio il World Economic Outlook, il report diffuso due volte all’anno dal Fondo Monetario Internazionale. Cosa ci dice per quest’anno e il prossimo? Rispetto alla Banca mondiale, è un po’ più cauto. Secondo l’FMI, il rischio di un “atterraggio brusco” è diventato più forte, in particolare per le economie avanzate.

Nello scenario base, il PIL globale crescerà del 2,8% quest’anno e del 3% nel 2024. In entrambi i casi si tratta di una limatura dello 0,1% rispetto alle stime precedenti. Nel medio termine, la previsione resta attorno al 3%, la più bassa dal 1990. A preoccupare sono le fragilità emerse sul fronte bancario. Fragilità che possono riaffiorare in seguito al rialzo dei tassi, per questo, l’istituzione di Washington rimarca la necessità di una maggiore vigilanza da parte delle autorità USA.

Le previsioni per l’Eurozona

Per quanto riguarda l’Eurozona, il PIL dovrebbe aumentare dello 0,8% nel 2023 e dell’1,4% nel 2024, con la Spagna a registrare la performance migliore (+1,5% nel 2023 e +2% nel 2024). Il PIL tedesco dovrebbe contrarsi invece dello 0,1%: si tratta comunque di un’ipotesi migliore rispetto a quella di ottobre, che vedeva una flessione dello 0,3%. Per il 2024 la Germania dovrebbe crescere dell’1,1%.

Migliorano in modo deciso le stime per l’Italia, che nel 2023 potrebbe mettere a segno una crescita dello 0,7%, seguita dallo 0,8% l’anno prossimo. A ottobre, l’FMI prevedeva addirittura una recessione (-0,2%). Il debito pubblico dovrebbe calare dal 144,7% nel 2022 al 140,3% nel 2023, mentre il deficit è atteso scendere dall’8% del 2022 al 3,7% nel 2023 e al 3,3% nel 2024.

Le stime per il resto del mondo

Oltre alla Germania, tra le economie avanzate dovrebbe finire in recessione anche il Regno Unito, con una contrazione dello 0,3% quest’anno. Per gli Stati Uniti, invece, l’FMI prevede un aumento del PIL dell’1,6% nel 2023 e dell’1,1% l’anno prossimo. Ma le vere locomotive della crescita globale saranno la Cina e l’India. Pechino dovrebbe segnare un aumento del 5,2% quest’anno e del 4,5% il prossimo. L’India si conferma il Paese a più rapida crescita: il PIL dovrebbe registrare un +5,9% nel 2023 e un +6,3% nel 2024. La Russia, dal canto suo, evita la recessione.

Sul capitolo inflazione, l’FMI prevede che i pezzi continueranno ad aumentare sopra l’obiettivo del 2% fino al 2025. Il capo-economista Pierre-Olivier Gourinchas ha detto però di essere “poco convinto” del rischio di una spirale “prezzi-salari incontrollata”: i margini aziendali sono cresciuti “e dovrebbero essere in grado di assorbire gran parte dell’aumento del costo del lavoro”.

Le raccomandazioni dell’FMI

Il suggerimento del Fondo Monetario alle banche centrali è di restare concentrate sull’inflazione, che si rivela più ostica di quanto previsto e rimane quindi la priorità da affrontare. Senza dimenticare però la stabilità finanziaria. Le banche centrali, raccomanda l’FMI, devono essere pronte, se necessario, a erogare liquidità al sistema finanziario. Nel caso in cui le difficoltà si dovessero estendere all’economia reale, dovrebbero poi rivedere il loro approccio di politica monetaria, mettendo in pausa i rialzi dei tassi.

Con queste previsioni, come investire?

E, soprattutto, conviene farlo in questo periodo o è meglio aspettare un po’? La risposta è che, in realtà, è sempre il momento di investire. Certo, quando le cose vanno bene lo si fa con più serenità. Ma anche le fasi di rallentamento possono riservare sorprese positive. Per questo il nostro consiglio resta quello di affidarsi a un esperto. Il tuo Financial Coach può darti i consigli e i suggerimenti per affrontare al meglio anche i periodi più sfidanti.

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