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Vibecession: quando la recessione è nella nostra mente

Quando le persone pensano che l’economia sia in difficoltà, mentre in realtà non lo è, si verifica uno strano fenomeno: parliamo della vibecession.

L’economia italiana si sta dimostrando tutto sommato resiliente e l’inflazione sta finalmente abbassando la testa. Eppure, stando al Rapporto Italia 2024, pubblicato di recente da Eurispes, il 31,6% degli italiani si aspetta un peggioramento della situazione economica nei prossimi 12 mesi e il 33,2% prevede che resterà stabile.

Al di là dell’Altlantico la musica non è molto diversa: uno studio condotto dalla società di sondaggi Harris per il Guardian ci dice che il 55% degli americani pensa che l’economia sia in contrazione e il 56% è convinto che gli Stati Uniti stiano vivendo una recessione. Dati alla mano, tuttavia, non solo il PIL USA è in crescita, ma l’ultima recessione vissuta dagli Stati Uniti risale al 2020. Non finisce qui: il 49% degli americani ritiene che l’indice S&P 500 sia in calo nel 2024, anche se l’indice registra una performance da inizio anno di quasi il +18%.

Come mai questo distacco tra percezioni e realtà?

Un tale scollamento tra la realtà di un’economia nel complesso in buona forma e una percezione diffusa di debolezza ha un nome: vibecession. In pratica, significa che la recessione non esiste davvero a livello economico, ma è ben presente nella nostra testa. Una vera e propria vibrazione negativa circa un’ipotetica recessione economica in corso. Solo percepita, sia chiaro, ma che può tradursi in comportamenti molto reali. Pensiamo al mondo degli investimenti.

Un risparmiatore convinto che l’economia versi in condizioni disastrose non sarà certo propenso a lanciarsi in un investimento, di qualsiasi tipo. Preferirà piuttosto un approccio difensivo, nel migliore dei casi. O, in quello peggiore, si limiterà a nascondere i risparmi “sotto il materasso”. Che, come sai, non è di certo la scelta migliore per preservarli o farli fruttare.

Del resto, se è vero che gli indicatori economici, come Prodotto Interno Lordo e indice dei prezzi al consumo, sono fondamentali per monitorare il polso dell’economia, è anche vero che l’economia è fatta dalle persone e che dunque le loro aspettative sono altrettanto importanti.

Anche perché, almeno in passato, un “sentiment” negativo dei consumatori si è accompagnato tipicamente a rallentamenti economici. È il classico gatto che si morde la coda: le persone preoccupate per l’economia comprano meno cose, riducono le uscite a ristorante e i viaggi, tagliano le spese non necessarie. E così l’economia effettivamente rallenta. Andando a confermare le preoccupazioni, inizialmente infondate, delle persone.

Mai sentito parlare di “profezia autoavverante”?

Per il momento, i dati ci dicono che le “vibrazioni negative” percepite dalle persone non si sono ancora tradotte in comportamenti effettivi. Ma attenzione. Come sottolinea Matt Colyar, economista di Moody’s, il malumore è un punto di vulnerabilità: basta un dato negativo per rafforzare la convinzione che le cose stiano andando male.

Meglio allora cercare di lavorare sulle percezioni. Individualmente, potresti cominciare raccogliendo da fonti attendibili dati oggettivi sulle reali condizioni in cui versa l’economia. E se questo non basta, perché i tuoi bias falsano la lettura di quei dati concreti e oggettivi, confrontati sempre con qualcun altro. Possibilmente, con un qualcuno di esperto e competente. Un professionista, come il tuo Financial Coach.

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