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TFR: lasciarlo in azienda o destinarlo a un fondo pensione?

Dalla fiscalità ai rendimenti, sono tanti gli aspetti da tenere in considerazione. Sei sicuro di conoscerli tutti? Ecco una breve guida.

Riguarda tutti, ma proprio tutti, quelli che hanno un contratto di lavoro dipendente. Ma saprebbero tutti dire esattamente di cosa si tratta? Forse sì, forse no. È il TFR, il Trattamento di Fine Rapporto. Ne hai mai sentito parlare? Noto anche come “liquidazione”, il TFR è la prestazione economica che ti spetta se sei un lavoratore dipendente nel momento in cui, per qualsiasi motivo (licenziamento, dimissioni, pensionamento), il tuo rapporto di lavoro finisce.

È una sorta di salario differito, calcolato per quote annuali: l’importo aumenta ogni anno di una cifra pari alla retribuzione lorda divisa per 13,5. Conoscere il TFR è importante perché puoi impiegarlo in modi diversi anche mentre lavori, senza dover aspettare che ti venga liquidato quando il rapporto di lavoro volge al termine.

E la prima scelta da fare è decidere se lasciarlo in azienda o destinarlo alla previdenza complementare.

Tre opzioni a disposizione

Dal primo gennaio 2007, tutti i lavoratori dipendenti possono scegliere la destinazione del proprio TFR, secondo le tre opzioni che ti sintetizziamo qui di seguito.

01 TFR

Un punto importante da ricordare è che, sia in caso di adesione tacita sia in caso di adesione esplicita, i versamenti effettuati a favore di un fondo pensione sono completamente deducibili fino a un massimo di 5.146,57 euro annui.

TFR in azienda o in un fondo pensione?

Cosa conviene di più? Per decidere, dobbiamo considerare tutta una serie di fattori. Innanzitutto, il rendimento che si può conseguire lasciando il TFR in azienda o aderendo a una forma di previdenza complementare. Nel primo caso, la liquidazione viene ogni anno sottoposta a una rivalutazione dell’1,5% in misura fissa, cui si aggiunge una percentuale pari al 75% dell’inflazione registrata a dicembre dell’anno precedente.

Se la buonuscita viene versata a una forma pensionistica complementare, che la investirà a sua volta, si potrà beneficiare dei rendimenti registrati sui mercati. Rendimenti che storicamente, in un orizzonte di medio-lungo termine, finora hanno sempre battuto l’inflazione.

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Attenzione agli aspetti fiscali

Nel valutare le alternative, non puoi esimerti dal considerare anche gli aspetti fiscali. I rendimenti, infatti, sono soggetti a una tassazione molto diversa.

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E se voglio utilizzare il TFR prima?

Anche nel caso in cui avessi bisogno di usare una parte della tua liquidazione prima di andare in pensione, le differenze tra lasciare il TFR in azienda o versarlo in un fondo pensione sono numerose.

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Meglio l’azienda o il fondo pensione?

Non esiste una risposta giusta o sbagliata a questa domanda, così come non esiste un’unica forma di previdenza integrativa che volendo si può valutare. Ma se, anche alla luce delle informazioni che ti abbiamo dato, vuoi esplorare le diverse possibilità che ti offre la previdenza complementare e integrativa, puoi tranquillamente parlarne con il tuo consulente finanziario, che saprà indirizzarti nel modo più corretto, anche alla luce del tuo profilo.

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Il presente articolo è stato redatto dal team del blog AdviseOnly.com e ha una finalità esclusivamente informativa. Non va quindi inteso in alcun modo come consiglio finanziario, economico o di altra natura e nessuna decisione, di investimento o di altro tipo, deve essere presa unicamente sulla base dei contenuti qui riportati. L’articolo non costituisce da parte di AdviseOnly.com un’offerta al pubblico d’acquisto o vendita di titoli e più in generale di strumenti finanziari e/o attività di sollecitazione all’investimento, ai sensi del decreto legislativo 24/02/1998, n. 58.