Tech, sostenibilità, asset digitali: come investono i più ricchi?
È uscito il World Wealth Report Capgemini: Europa al secondo posto per numero e ricchezza degli HNWI. Chi sono e come gestiscono il loro patrimonio?
Oggi parliamo di “riccanza”. O meglio, di coloro che in gergo sono detti “High Net Worth Individual”, quando non addirittura “Ultra High Net Worth Individual”. La traduzione? “Individui con un patrimonio netto alto” o “molto alto”. Perché ne parliamo? Perché a loro è dedicato il rapporto che periodicamente Capgemini rilascia e la cui nuova edizione è uscita di recente. Il World Wealth Report 2022 ci dice in quali aree del mondo questi individui sono più numerosi e, soprattutto, quali preferenze d’investimento ed esigenze hanno.
Il che ti può dare un’indicazione – o una conferma – sulla direzione verso la quale si stanno muovendo i grandi patrimoni e sui temi che verosimilmente domineranno i portafogli d’investimento nel breve-medio termine.
Come investono i super ricchi?
Innanzitutto, cerchiamo di capire cosa si intende per “super ricchi”.
- In cima alla piramide ci sono gli Ultra High Net Worth Individual, individui con un patrimonio netto molto alto, oltre i 30 milioni di dollari USA;
- scendendo, ci imbattiamo negli High Net Worth Individual, che hanno un patrimonio netto alto, ma non tanto da far guadagnare loro l’accesso al club degli “Ultra”: tra i 5 e i 30 milioni di dollari USA;
- alla base della piramide ci sono i “milionari della porta accanto”, con un patrimonio compreso tra l’1 e i 5 milioni.
Parliamo di piramide appunto perché i “milionari della porta accanto” sono ben più numerosi, a livello globale, degli UHNWI: 20,2 milioni di persone, pari all’89,9 del totale, contro i 2 milioni circa di HNWI e gli appena 220mila Ultra High Net Worth.
Tra tutti costoro, però, significativa è la distribuzione della ricchezza: se i “milionari della porta accanto” ne posseggono una quota corrispondente al 43,2% del totale, gli Ultra, che sono molti meno, hanno in loro possesso il 34% del totale. Il restante 22,8% è nelle mani degli High Net Worth Individual. Questi, almeno, i dati aggiornati al 2021.
Quanto alla collocazione geografica, in cima alla classifica 2021 c’è il Nord America. L’Europa ha superato l’Asia-Pacifico e si è aggiudicata il secondo posto per tasso di crescita. In attesa di scoprire, il prossimo anno, se e come il 2022 ha sparigliato le carte in tavola, vediamo di capire quali tendenze prevalgono nelle scelte d’investimento di questi prestigiosi investitori.
Come investono i multimilionari?
Il rapporto ci mostra innanzitutto come la selezione delle asset class da mettere in portafoglio non sia cambiata con la pandemia di Covid-19: secondo gli ultimissimi dati della ricerca, l’azionario resta al primo posto, con una quota sul totale del 29%. Seguono liquidità (24%) e reddito fisso (18%), mentre le fette più piccole vanno al real estate (15%) e agli investimenti alternativi (14%). Quest’ultima voce include commodity, valute, private equity, hedge fund, prodotti strutturati e digital asset.
Al di là di questo, quali sono le tendenze emergenti, che presto o tardi potrebbero prevalere anche nei portafogli di noi piccoli investitori, o che comunque potrebbero offrirci qualche spunto?
Nuove tendenze all’orizzonte
Nella popolazione degli High Net Worth è cresciuto il numero di donne, persone LGBTQ+ e giovani, Millennial e GenZ, che desiderano avvalersi di servizi di wealth management.
- Le donne vogliono rivolgersi a società che non solo garantiscano la trasparenza delle commissioni e la sicurezza dei dati, ma che siano anche in grado di offrire servizi di formazione su come far crescere il patrimonio.
- Il 39% dei Millennial HNWI ha cambiato provider nell’ultimo anno per via della mancanza di trasparenza, preferendo wealth manager in grado di fornire più interazione digitale, formazione e praticità.
- E “tecnologia” si conferma la parola d’ordine: il boom tecnologico e l’impennata dei cosiddetti “unicorni” sostenuti da venture capital hanno dato vita a un esclusivo gruppo di HNWI tecnologicamente avanzati, e di questo chi offre servizi di gestione patrimoniale deve tenere conto.
Secondo il rapporto di Capgemini, a questa clientela emergente (e non solo) le società di gestione patrimoniale devono offrire una maggiore praticità ed esperienze personalizzate, oltre a un rapporto di fiducia, soluzioni digitali complete e una maggiore attenzione alla “diversity” nella selezione del personale.
Più attenzione all’impatto ESG
“Il settore della gestione patrimoniale sta attraversando una fase di diversificazione delle scelte di investimento, dal Sustainable Investing (SI) alla crescente diffusione degli asset digitali”, si legge nella nota stampa che ha annunciato l’uscita del rapporto Capgemini. E questa, volendo, può essere letta come premessa di quello che più o meno a breve accadrà alle proposte rivolte alla platea degli investitori di più piccolo taglio: sostenibilità e asset digitali sempre più in primo piano. Con le masse a loro disposizione, i titolari dei patrimoni più grandi possono in qualche modo aprire il sentiero. Per questo è interessante osservarne obiettivi, bisogni, richieste e preferenze.
Per te che magari non hai un patrimonio enorme da investire è la conferma che l’impatto ESG degli investimenti sarà sempre più un tema. Come fare spazio a questo ed eventualmente ai digital asset nel tuo portafoglio? Puoi soddisfare qualunque curiosità in merito parlandone, come sempre, con il tuo Financial Coach.