Sostenibilità e non solo: l’ascesa dei fondi tematici
Pandemia e attualità climatica stanno favorendo la presa di coscienza sulle sfide della sostenibilità e la domanda di prodotti tematici ad esse collegati.
Ti abbiamo già parlato di Megatrend. È un termine, questo, mutuato as usual dall’inglese, che indica quelle massicce e impetuose mutazioni che hanno il potere di imprimere una direzione o un’altra all’evoluzione della società e della storia. Aumento della popolazione mondiale, ceto medio in espansione, progressiva urbanizzazione, cura della salute; ma anche riscaldamento globale, cambiamenti climatici, utilizzo dell’acqua e delle risorse del pianeta; senza dimenticare la tecnologia, che può dare corpo alle soluzioni a molti dei problemi connessi ai vari fenomeni sopra menzionati.
Tutto molto interessante. Ma ti chiederai: perché me ne state parlando? Perché i Megatrend sono in corso. Perché molti, con la pandemia di Covid-19, hanno subito un’accelerazione. E, soprattutto, perché possono essere oggetto di investimenti. Esatto: con l’assistenza e il consiglio del tuo consulente, puoi metterti un Megatrend in portafoglio, sotto forma di fondo comune o ETF tematico, per esempio.
Molti investitori, in Europa, hanno già cominciato. Almeno stando a quanto conferma anche quest’anno il rapporto “European Distribution Dynamics 2022: Uncovering Growth Opportunities”, di Cerulli Associates.
Slancio alla domanda di investimenti tematici
Secondo il rapporto, “la crescita dei fondi tematici è una delle principali caratteristiche dell’evoluzione dell’industria del risparmio gestito in Europa”. L’appetito per i fondi comuni e per gli exchange-traded fund tematici appare infatti in rapida crescita in tutto il Vecchio Continente. Ma che cos’è, esattamente, un fondo tematico?
È, per l’appunto, un fondo che punta su un Megatrend (per esempio, demografia) e, così facendo, investe in più di un settore (per esempio, nell’ambito del Megatrend legato all’invecchiamento della popolazione, healthcare e food). Da non confondersi con i fondi settoriali, la cui caratteristica è invece quella di puntare su un solo specifico settore.
Ora, secondo Cerulli, tra i tematici sono i prodotti passivi quelli destinati a mostrare la maggiore crescita nei prossimi due anni. In ogni caso, Fabrizio Zumbo, direttore della ricerca europea retail e wholesale di Cerulli e autore principale del rapporto, fa una puntualizzazione molto importante.
“I gestori che riusciranno a incrementare la loro specializzazione nell’investimento tematico, attraverso strategie passive e attive, saranno in grado di differenziare le loro offerte. Questo li aiuterà ad attrarre nuovo business, considerata la domanda prevista per tali prodotti nei prossimi due anni”.
La sostenibilità si conferma un tema popolare
La ricerca conferma poi che un tema popolare è la sostenibilità: infatti, presso gli investitori retail in ogni parte d’Europa l’attenzione agli investimenti responsabili continua ad aumentare. Quel che i gestori devono fare adesso, quindi, è individuare nuove vie di crescita migliorando le loro proposte nei segmenti tematici alternativi e sostenibili.
Nel quadro della Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR), entrata in vigore nel marzo 2021, la maggior parte degli asset manager intervistati da Cerulli in tutta Europa ha dichiarato che migliorare la misurazione e la reportistica del rischio ESG sarà per loro una priorità nei prossimi due anni.
Come puoi orientarti, intanto, in questo ambito?
Parlandone con un consulente finanziario, che potrà aiutarti a definire un portafoglio che, volendo, contenga anche qualche spunto tematico. Magari con uno sguardo più attento alla sostenibilità, che è sempre meno un’etichetta e sempre di più un imperativo categorico.
E a proposito di etichette: la consulenza di un professionista potrà esserti d’aiuto anche per capire che cosa c’è dentro il fondo tematico. Per fare un esempio: esistono decine di fondi tematici sulla robotica, ma ciascuno si rifà a una diversa definizione di robotica e adotta una sua peculiare strategia d’investimento. E in ogni caso, la regola d’oro rimane la stessa di sempre: non perdere mai di vista una corretta e adeguata diversificazione.