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Scelte d’investimento: social media tra le fonti più usate dalle famiglie

È quanto evidenzia l’ultimo Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane, pubblicato dalla Consob. Ma attenzione al rischio frodi.

Social media battono carta stampata e web. E si piazzano al terzo posto, dopo motori di ricerca e televisione, nella graduatoria delle fonti d’informazione cui le famiglie italiane fanno ricorso per orientarsi nelle scelte di investimento. È quanto è emerso dall’ultimo Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane, pubblicato a metà estate dalla Consob.

 

Per la prima volta, in una sezione appositamente dedicata, l’indagine fa luce sulle fonti d’informazione alle quali attingono le famiglie nel nostro Paese. Vediamo cos’altro è venuto fuori. Prima, però, una domanda.

 

Come mai questo interesse da parte della Consob?

 

Semplice: perché Consob si occupa della tutela dei risparmiatori e la capacità di selezionare i canali giusti (quelli ufficiali, specializzati e affidabili) individuando le informazioni corrette è “fondamentale per assumere decisioni di investimento finanziariamente sostenibili e coerenti con la propria propensione al rischio”.

 

Ciò premesso, il Rapporto evidenzia che, nella raccolta e nell’elaborazione delle informazioni sugli investimenti, il 67% degli investitori italiani fa largo uso dei motori di ricerca su Internet, che battono sia la televisione (43%), sia le app e i siti web degli intermediari finanziari (36%). E “poco più di un terzo degli investitori italiani utilizza con elevata frequenza i social media per informarsi su temi di finanza personale”.

 

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Il ricorso ai social media è particolarmente frequente tra:

 

  • gli investitori con minore ricchezza finanziaria (41%);
  • le donne (42%);
  • coloro che hanno minori conoscenze digitali (42%);
  • quanti hanno più modeste conoscenze finanziarie di base (53%);
  • gli investitori di età compresa tra i 18 e i 24 anni (58%).

Chi invece ha una posizione finanziaria più solida ricerca più frequentemente le informazioni da fonti ufficiali o focalizzate/specializzate sulla finanza, come siti web di società e app e siti web degli intermediari finanziari.

“In tale contesto, chi si affida di più ai social media per avere informazioni sugli investimenti, essendo meno competente in ambito economico-finanziario e digitale e/o finanziariamente più fragile, può essere esposto con maggiore probabilità al rischio di assumere decisioni di investimento di cui non ha piena consapevolezza o che non è in grado di valutare adeguatamente, oltre al rischio di essere vittima di frodi finanziarie".

Ma c’è un altro punto di interesse.

 

E tu, ti informi prima di un investimento?

 

Consob sottolinea che “l’attitudine a informarsi prima di un investimento e nel continuo consente agli investitori retail di disporre delle informazioni necessarie”, per esempio per mettere a confronto i diversi prodotti e investire così con più consapevolezza.

 

Ebbene, rispetto all’informazione preventiva, il 29% degli investitori, in fase di investimento, consulta poco o non consulta i documenti informativi ufficiali sull’emittente/offerente di un prodotto finanziario di investimento, per esempio bilanci, dichiarazioni finanziarie, comunicati stampa. La quota sale al 31% fra i meno istruiti, al 34% tra le donne e raggiunge il 41% tra i più anziani (65-75 anni). Chi ha tra i 18 e i 34 anni, invece, mostra una maggior attenzione nella consultazione dei documenti ufficiali sull’emittente/offerente di un prodotto finanziario d’investimento.

 

La scarsa propensione ad approfondire mediante documenti ufficiali è confermata anche rispetto alle carte informative sul prodotto. Inclusi i più semplici e sintetici, come il KID, il Key Information Document utile ad avere informazioni chiave sul profilo di rischio, il costo e i possibili scenari di rendimento di un investimento. Pensa: il 26% degli investitori – uno su quattro – non legge o ritiene poco importante informarsi attraverso il KID e il prospetto informativo di un prodotto finanziario in fase di investimento (il 28% tra coloro che hanno livelli di istruzione più bassi, il 30% nel campione delle donne e il 35% nella popolazione tra i 65 e i 75 anni).

 

Pochissimo tempo dedicato all’informazione

 

Anche il tempo dedicato all’informazione continua sui temi di economia, finanza e investimenti finanziari è scarsino, diciamo: circa il 20% degli investitori italiani dedica pochissimo tempo (tre-quattro volte all’anno o meno) o non si aggiorna sui temi economici e finanziari generali o relativi agli investimenti effettuati. Nella popolazione femminile che investe, il dato raggiunge il 29%. La quota degli investitori che non dedica tempo a informarsi aumenta ulteriormente nel caso della finanza sostenibile: ciò potrebbe dipendere dalla difficoltà, dichiarata da circa il 46% degli investitori italiani, nel reperire materiali sui temi ESG sui quali documentarsi.

 

Come investono, oggi, le famiglie italiane?

 

In base all’analisi delle scelte di portafoglio, i prodotti finanziari più diffusi sono i certificati di deposito e i buoni fruttiferi postali (48%), seguiti da titoli di Stato (39%), fondi comuni di investimento (36%), obbligazioni (35%), depositi vincolati e azioni (32%). Maggiori conoscenze finanziarie di base si associano a una più elevata probabilità di detenere fondi comuni di investimento (48%), cosa che ribadisce un dato già rilevato nell’Indagine 2022.

 

Tutto questo in un quadro in cui, sempre secondo il Rapporto Consob, una quota rilevante di investitori retail considera l’orizzonte temporale di investimento (35%), i rendimenti attesi e gli obiettivi di investimento (30%) fattori trainanti nelle scelte di portafoglio. Minor peso, in tal senso, è invece attribuito alle conoscenze finanziarie (18%) e alle esperienze d’investimento (9%).

 

Il ruolo del consulente finanziario

 

Nel complesso, sembra inoltre confermarsi il ruolo formativo e informativo del consulente finanziario, che con la sua presenza può contribuire ad aumentare la dimestichezza dell’investitore, guidandolo verso scelte più consapevoli. È quanto può fare per te anche il Financial Coach.

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Il presente articolo è stato redatto dal team del blog AdviseOnly.com e ha una finalità esclusivamente informativa. Non va quindi inteso in alcun modo come consiglio finanziario, economico o di altra natura e nessuna decisione, di investimento o di altro tipo, deve essere presa unicamente sulla base dei contenuti qui riportati. L’articolo non costituisce da parte di AdviseOnly.com un’offerta al pubblico d’acquisto o vendita di titoli e più in generale di strumenti finanziari e/o attività di sollecitazione all’investimento, ai sensi del decreto legislativo 24/02/1998, n. 58.