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Asset Class: Sai cosa sono? Conosciamole ora

Gli investimenti si dividono in diverse categorie. Conoscerle può esserti utile per investire meglio, diversificando

Azioni, obbligazioni, liquidità, un po’ di immobiliare: sono gli ingredienti che solitamente si “mixano” per ottenere un buon – se possibile – portafoglio d’investimento. Ognuno fa parte di una categoria, meglio nota come “asset class”.

Di cosa parliamo quando parliamo di asset class?

Una asset class è una categoria d’investimento. E la categoria, ci insegna la Treccani, è quella “partizione nella quale si comprendono individui o cose di una medesima natura o di un medesimo genere”. Applicando questa definizione agli strumenti finanziari, quel che ricaviamo è una serie di insiemi di strumenti dotati di simili caratteristiche e analogo comportamento sui mercati. E quindi abbiamo, appunto, le azioni, le obbligazioni, gli strumenti di liquidità, le materie prime e via dicendo. Anche l’immobiliare è solitamente considerato una asset class.

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Alla scoperta delle principali asset class

Le abbiamo brevemente elencate sopra, andiamo a riepilogarne qui di seguito le principali caratteristiche.

  • Azioni. Rappresentano una porzione del capitale della società che le ha emesse. Per l’investitore, l’eventuale guadagno è determinato dai dividendi (quando previsti) e dall’eventuale sovrapprezzo dell’azione alla vendita rispetto al momento dell’acquisto. Tendono a offrire rendimenti potenzialmente più alti rispetto a quelli delle obbligazioni, ma sono anche generalmente più rischiose.
  • Obbligazioni. Attraverso l’acquisto, l’investitore diventa finanziatore, fino alla scadenza del titolo, del soggetto che ha emesso il titolo: può essere uno Stato, un’impresa, un ente sovranazionale o una banca. Con la sottoscrizione del titolo si acquista il diritto a ricevere periodicamente le cedole (gli interessi) e, alla scadenza, il rimborso del capitale investito.
  • Strumenti di liquidità. In linea di massima, si possono vendere facilmente e sono associati a un grado di rischio molto contenuto e a un basso rendimento. Sono di fatto assimilabili alla cassa, cioè alla liquidità propriamente detta.
  • Materie prime (o commodities). Sono commodities i prodotti agricoli come lo zucchero e il sale e i metalli come l’oro, l’argento e il rame. Si investe in questa categoria sottoscrivendo prodotti che l’hanno come sottostante.
  • Real estate. Categoria nella quale rientra l’immobiliare propriamente detto, con tutti gli investimenti annessi e connessi.

Come combinare le asset class in portafoglio?

Non esiste una risposta a questa domanda che sia valida per tutti. L’obiettivo comune è lo stesso: combinare i vari ingredienti per creare un portafoglio che consenta di raggiungere un determinato risultato in un determinato orizzonte temporale. Ma il tipo di risultato, così come l’arco di tempo entro il quale lo si vuole ottenere, cambia da investitore a investitore: ne consegue che per ognuno può esserci una diversa ricetta.

Vero è, però, che esistono almeno un paio di regole che valgono per tutti e che tutti gli investitori devono tenere a mente.

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L’asset allocation è meglio dello stock picking

Lo stock picking è la strategia di chi punta a “vincere” scegliendo singoli titoli, tutti azzeccatissimi. Ma può aver senso se a praticarla è qualcuno di mestiere ed esperienza. L’investitore comune è meglio che lasci a lui/lei lo stock picking e investa in modo diversificato attraverso una adeguata asset allocation, ossia la distribuzione delle proprie risorse fra diversi possibili investimenti, e quindi tra le diverse asset class. Avvalendosi magari di strumenti che a loro volta già investono in un paniere diversificato di titoli, come sono per esempio i fondi comuni.

Per una buona diversificazione, tieni a mente la correlazione

Uno dei pilastri di un buon portafoglio d’investimento – te ne abbiamo parlato tante volte – è la diversificazione.

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Ma come si ottiene un’efficace diversificazione? Tenendo a mente, appunto, il coefficiente di correlazione. Si tratta di un indicatore utile a valutare l’intensità con cui due strumenti finanziari si muovono sul mercato nella medesima direzione. Il suo valore può andare da -1 a 1: un valore negativo indica che i due elementi in esame si muovono in direzioni opposte (se uno sale, l’altro scende), mentre un valore positivo indica che vanno verso la stessa direzione (entrambi salgono o scendono). E quando il coefficiente oscilla intorno allo zero? Significa che siamo di fronte a una sostanziale indipendenza.

La correlazione, in sostanza, permette di individuare – e prendere in considerazione per il portafoglio – che si muovono in direzioni diverse, così da costruire un portafoglio ben diversificato.

Certo, ci rendiamo conto che sono concetti un po’ tecnici, ma è fondamentale coglierne l’importanza per essere un investitore consapevole e (possibilmente) soddisfatto. Per ogni dubbio, non esitare a chiedere chiarimenti e indicazioni al consulente di fiducia, la figura più adatta per affiancarti nel delicato passaggio dall’astratta teoria alla pratica finanziaria quotidiana.

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