Rischio non ti temo: conoscerlo per gestirlo al meglio
Ogni scelta comporta una dose di rischio. Vale anche per gli investimenti. Non investire significa non rischiare? No: l’unica soluzione è conoscere e gestire le incognite
Pensaci: non sarebbe bellissimo, in ogni situazione della vita, ottenere il massimo correndo pochi, pochissimi, praticamente zero rischi? Un po’ come “mangiare e bere sempre e solo a dismisura senza dover cambiare buco alla cintura”, come cantava Alex Britti. Spiace dirti che – come avrai capito anche da solo – ciò non è possibile. Perché nella vita le scelte a rischio zero non esistono.
E questo, va da sé, vale anche per le scelte sugli investimenti. Perciò no, non è proprio possibile investire con un rendimento annuo del 15% (al netto di costi e tasse, magari) con rischio nullo.
Tanti tipi di rischio
Negli investimenti il rischio è fatto di tanti pezzi, che si incastrano l’uno nell’altro un po’ come in un puzzle: c’è per esempio il rischio di credito, che riguarda la solvibilità del debitore, e c’è il rischio di mercato, che prende corpo quando i valori degli investimenti registrano oscillazioni a noi sfavorevoli. Colpito dalle ripercussioni di un cortocircuito creditizio e/o da cali del suo valore, lo strumento diventa più difficile da vendere: ed ecco che si concretizza anche il rischio liquidità.
“Il rischio più grande è non assumersi alcun rischio”, pare abbia detto Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook. E infatti anche noi ti abbiamo detto tante volte che neppure la mossa di lasciare tutti i tuoi risparmi sul conto corrente o in un deposito è a rischio zero: ti sembra di proteggerli tenendoli lontani dall’ottovolante dei mercati, ma in realtà stai consentendo all’inflazione di consumarne il valore, un giorno dopo l’altro.
Niente è esente da rischio: devi solo imparare a gestirlo
Pensa soltanto al momento storico che stiamo vivendo: con i prezzi in vigorosa risalita, i 50 euro di oggi ti consentono di comprare meno cose rispetto ai 50 euro di un anno fa. Per dirne una: puoi mettere nel serbatoio della tua auto molta meno benzina.
Ecco: anche l’inflazione è un rischio. E i portafogli d’investimento non ne sono del tutto esenti: qualora, per esempio, contenessero troppi strumenti di liquidità, potrebbero non riuscire a battere l’inflazione e, quindi, farci perdere soldi invece di farcene guadagnare.
Che fare, quindi? Innanzitutto, prendere atto che ogni portafoglio d’investimento ha un suo grado di rischio complessivo. Che non è la somma dei rischi cui è esposto ogni singolo strumento finanziario in esso contenuto, ma una sorta di mix: in un portafoglio ben diversificato, infatti, i rischi non si sommano ma piuttosto tendono a compensarsi.
Sia come sia, il rischio è un fattore ineliminabile. E va monitorato per poter intervenire sul portafoglio nel momento in cui per noi il suo grado di rischio complessivo dovesse diventare troppo da sopportare. O se, addirittura, dovesse andare del tutto fuori controllo.
Ognuno di noi è capace di sopportare un differente livello di rischio, così come ognuno può scegliere come gestirlo. Ma facciamo un piccolo passo indietro.
In cosa consiste il rischio negli investimenti?
Consiste nella possibilità che il rendimento del tuo investimento si discosti in peggio dalle tue aspettative, fino a comportare la perdita, in tutto o in parte, del valore del capitale inizialmente investito. Tra rischio e rendimento c’è però una relazione di proporzionalità: in linea di massima, più alto è il rischio, maggiore sarà il rendimento potenziale. Anche in questo caso, è in ballo un mix.
Concentriamoci per un momento sul punto numero uno: sempre in linea di massima, il principio è che maggiore è la rinuncia, più consistente dovrà essere la ricompensa offerta. Stessa cosa che vale per il rischio, come abbiamo accennato poco fa.
Devi quindi assolutamente diffidare di chiunque proponga rendimenti molto generosi a fronte di investimenti presentati come solidi e molto sicuri. Il “free lunch”, o pasto gratis, negli investimenti non esiste. Per ottenere rendimenti maggiori di zero, bisogna per forza assumersi dei rischi.
I 5 fattori che determinano il grado di rischio
Ogni singolo strumento finanziario (azionario, obbligazionario e via dicendo) ha, a sua volta, un suo rischio complessivo, che in questo caso è dato dalla combinazione di alcune sue caratteristiche. Quali sono queste caratteristiche? Le vediamo qui di seguito.
Se investi in azioni, partecipi al rischio d’impresa dell’azienda su cui hai puntato; se investi in obbligazioni, invece, ti assumi un rischio di credito, dal momento che presti i tuoi soldi all’emittente contando sul fatto che te li rimborsi con tanto di interessi. E questo emittente può avere una maggiore o minore affidabilità e solidità. Ma anche l’area e il settore in cui opera hanno un loro peso. E così via.
Il risk-free sarebbe molto bello, ma purtroppo non esiste: nemmeno nel mattone e nella liquidità, le due scelte storicamente più caratteristiche dei risparmiatori italiani.
Il rischio va monitorato nel tempo (con il giusto supporto)
La morale della storia è semplice. Il lavoro di un investitore non si limita alla costruzione di un – per quanto buono – portafoglio di strumenti finanziari. Deve proseguire infatti con il suo monitoraggio, perché il rischio complessivo del tuo portafoglio varia nel tempo e tu, di volta in volta, devi sincerarti che sia ancora in linea con il tuo profilo e i tuoi obiettivi e bisogni.
In ogni caso, il rischio va affrontato con metodo, calma e molto buon senso. E con la consulenza di un professionista, che potrà aiutarti a mettere a fuoco al meglio la tua personalità e a prendere, di conseguenza, le decisioni migliori.