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Riflettori sulla Cina: cosa è emerso dal Terzo Plenum

La riunione plenaria del governo cinese ha fatto il punto sulle priorità di lungo termine: innovazione, sviluppo verde e consumi.

Si è chiuso pochi giorni fa in Cina il Terzo Plenum, cioè la terza riunione plenaria del XX Comitato centrale del Partito Comunista Cinese (PCC). L’incontro, blindatissimo, è stato seguito da un lungo comunicato stampa in cui il governo, nella consueta retorica cinese – a tratti difficile da interpretare – detta le linee della sua visione a lungo termine. Dove a dominare sono:

 

  • innovazione (con focus sulla tecnologia);
  • sviluppo sostenibile (la Cina punta a raggiungere il picco di emissioni entro il 2030 e la neutralità entro il 2060);
  • rilancio dei consumi.

Il comunicato – va detto – non è il documento definitivo, ma solo un primo “riassunto” delle tematiche affrontate nel corso della quattro giorni. Insomma, notano gli esperti di ING Think, se è vero che alcuni temi sembrano restare un po’ “in sospeso”, può darsi che arrivino indicazioni più precise nei prossimi giorni e mesi.

 

Quel che è certo è che tradizionalmente il Terzo Plenum si focalizza sul lungo termine più che sul breve e non fornisce grandi indicazioni numeriche, dedicandosi piuttosto a riflessioni politiche di carattere più teorico.

 

Cosa è emerso dal comunicato di Pechino?

 

Fatte queste doverose premesse, il governo guidato da Xi Jinping ha dato appunto qualche indicazione importante. I concetti principali su cui insiste il testo sono la volontà di

“approfondire le riforme in maniera complessiva per promuovere la modernizzazione in stile cinese”

e la costruzione, entro il 2035, di

“un’economia socialista di mercato con alti standard”.

Insomma, l’idea di Xi Jinping – che si è posto ancora una volta come il dominatore assoluto della politica cinese – è quella di mettere l’economia cinese nelle condizioni di tornare a crescere più rapidamente senza liberalizzarla del tutto (anche se gli accenni a un mercato “più libero” non mancano).

 

Come? Puntando su “nuove forze produttive di qualità”, cioè non più solo sui settori tradizionali dell’industria (l’acciaio, le grandi infrastrutture, la manifattura di bassa qualità), ma su aree più tecnologiche, come le automobili elettriche, l’intelligenza artificiale, i pannelli solari e così via.

 

Commercio e investimenti per aprire l’economia al mondo

 

Il comunicato cita poi la volontà di attribuire un ruolo maggiore ai meccanismi di mercato e di aprire l’economia al mondo esterno espandendo la cooperazione internazionale attraverso la riforma del commercio estero e degli investimenti. Tuttavia, notano ancora gli esperti di ING, “per convincere davvero i mercati saranno più importanti i dettagli sulle specifiche politiche che saranno impiegate per raggiungere tutti questi obiettivi”.

 

Come previsto, in occasione del Terzo Plenum non è arrivato nessun annuncio di pacchetti di stimolo volti a risollevare l’economia. Il tema del real estate,per esempio, viene citato solo come uno dei maggiori rischi da monitorare (insieme ai rischi legati al debito delle amministrazioni locali e alle istituzioni finanziarie di piccole e medie dimensioni), senza approfondire ulteriormente.

 

Allo stesso modo, non sono arrivate indicazioni su possibili riforme fiscali.

 

Individuati gli obiettivi, bisogna capire come raggiungerli

 

Altri aspetti importanti su cui il Terzo Plenum ha posto l’accento sono stati il miglioramento della distribuzione del reddito, la sicurezza sociale, l’assistenza sanitaria e i servizi pubblici. “Tutti obiettivi di ampio respiro che vanno nella giusta direzione per rafforzare ulteriormente il ruolo dei consumatori nel futuro a lungo termine della Cina”, osservano gli analisti.

 

Insomma, sebbene alcuni possano essere delusi dal fatto che il Terzo Plenum non abbia dato indicazioni pratiche per affrontare le questioni a breve termine, guardando al quadro generale molti dei temi e dei messaggi chiave sono coerenti con la Grande Transizione cinese e ne costituiscono il punto di partenza, concludono gli esperti.

 

Ora resta da capire quali saranno le politiche che il Dragone metterà in atto per raggiungere questi grandi obiettivi di lungo termine.

 

Intanto la banca centrale taglia i tassi

 

Intanto, all’indomani dell’incontro, la banca centrale cinese ha tagliato dello 0,1% sia il Loan Prime Rate (LPR) a un anno (che passa dal 3,45% al 3,35%) sia il tasso primario sui prestiti a cinque anni, riferimento per i mutui immobiliari (da 3,95% a 3,85%). Una mossa volta a risollevare un’economia che continua a crescere a ritmi più elevati rispetto all’Occidente (il target per il 2024 è di circa il 5%), ma non abbastanza entusiasmanti per gli standard ai quali ci ha abituato negli anni passati il colosso emergente.

 

Innovazione, sostenibilità, consumi: investire in Cina

 

Stante però il quadro di priorità individuato dalla plenaria, la Cina si conferma un’area assolutamente da monitorare in quanto a spunti e opportunità di investimento, sempre naturalmente in un’ottica di diversificazione, in sintonia con i tuoi obiettivi e con il tuo profilo. Temi secolari come l’evoluzione tecnologica o lo sviluppo della mobilità elettrica possono confermarsi di grande interesse: come sempre, puoi discuterne con il tuo Financial Coach.

 

 

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