Regimi fiscali: quali sono, come funzionano, cosa sapere?
La tassazione delle rendite finanziarie è da tempo sotto la lente per una revisione, che potrebbe avvenire nei prossimi due anni. Intanto, vediamo come funziona oggi.
Come tutti sanno, investire sui mercati finanziari prevede una tassazione sui rendimenti generati. Se investi i tuoi risparmi sui mercati finanziari, sarai chiamato a pagare le tasse sulle rendite finanziarie, cioè sui redditi che ottieni dalla compravendita di azioni, obbligazioni, fondi comuni di investimento e così via.
Come sono tassate le rendite finanziarie
Le rendite finanziarie sono soggette in Italia alle norme previste dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) e dal Decreto Legge n. 66 del 2014, che ha introdotto una flat tax del 26% (salvo alcune eccezioni, come i titoli di Stato, che sono tassati al 12,5%).
Queste due categorie reddituali sono autonome e distinte e allo stato attuale non possono formare oggetto di compensazione tra di loro. Ad oggi, questi redditi possono essere tassati al momento in cui maturano o al momento in cui si realizzano.
C’è aria di cambiamento
Ma le cose stanno per cambiare: tanto per cominciare, si punta al superamento dell’attuale distinzione tra redditi di capitale e redditi diversi di natura finanziaria, con la creazione di un’unica categoria reddituale.
Inoltre, tutti i redditi di natura finanziaria saranno tassati esclusivamente in base al principio “di cassa”, quindi al momento del realizzo e non più al momento della maturazione – come avviene oggi principalmente per le plusvalenze nel regime del risparmio gestito. L’imponibile sarà dato quindi dalla totalità di tutti i proventi percepiti e sarà possibile la deducibilità delle perdite e dei costi collegati. In altre parole, la base imponibile sarà costituita dalla somma di tutti i redditi finanziari positivi e negativi percepiti o realizzati nel periodo d’imposta, con tassazione sul rendimento effettivo del patrimonio finanziario posseduto dal contribuente.
Quanto alle modalità applicative del prelievo, il nuovo regime impositivo dovrà basarsi sull’obbligo di dichiarazione dei redditi finanziari da parte del contribuente. A tale regime, tuttavia, sarà affiancato un regime opzionale semplificato (o regime intermediato), caratterizzato da una serie di obblighi agli intermediari autorizzati che consentirà al contribuente di essere esonerato dagli obblighi tributari.
Quando interverrà il cambiamento?
La Legge Delega (numero 111 del 9 agosto 2023) è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale ed è entrata in vigore il 29 agosto: da allora, il governo ha 24 mesi di tempo per emanare uno o più decreti legislativi. In pratica, nulla si muoverà prima di settembre 2025.
Al momento il sistema italiano prevede, per la gestione fiscale dei tuoi investimenti, la possibilità di avvalerti di tre tipi di regimi fiscali: regime amministrato, regime gestito e regime dichiarativo, ognuno caratterizzato da un diverso rapporto tra il risparmiatore e il gestore.
In ogni caso, sui cambiamenti che avverranno non c’è ancora certezza: il testo della legge delega è generico in diversi punti e non chiarisce in che modo il nuovo sistema di tassazione per cassa si innesterà sugli attuali regimi della dichiarazione, del risparmio amministrato e di quello gestito. Bisognerà attendere i decreti legislativi per avere una maggiore visibilità sul tema. Ne riparleremo nel 2025.
Nel frattempo, per qualsiasi informazione o supporto, anche su questioni di ottimizzazione fiscale, puoi rivolgerti al tuo Financial Coach.