Portafogli d’investimento: la vera svolta si chiama consulenza
Farsi aiutare da un consulente fa la differenza: chi si affida a un professionista possiede un portafoglio più diversificato e può cogliere più opportunità.
Quante volte ne abbiamo parlato? Eppure, ci tocca ripeterlo: gli italiani sono un gran popolo di risparmiatori ma non di investitori. Già, perché se è vero che non mettiamo più (non sempre, almeno) i nostri soldi sotto la mattonella o dentro al muro, è anche vero che tendiamo a evitare di investirli in attività finanziarie. Su una ricchezza netta pari a fine 2021 a 10.422 miliardi di euro, una buona parte era in liquidità e nel caro vecchio “mattone”.
Insomma, a quanto pare gli strumenti d’investimento che possono offrirci qualche soddisfazione in più in termini di rendimento potenziale non ci convincono troppo. Il motivo? Leggendo l’ultimo Rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie, la ragione sembra essere la scarsa cultura finanziaria degli italiani.
Lo studio relativo al 2022 si basa su un’indagine condotta da GfK Italia. L’80% degli intervistati ha detto di ritenere complicata la gestione delle finanze personali a causa del difficile contesto economico, dell’inflazione e della bassa cultura finanziaria. Ma vediamo nel dettaglio cosa ci dice il Rapporto Consob.
Poca dimestichezza con il mondo della finanza
Partiamo dalle competenze finanziarie, il vero tallone d’Achille di noi italiani. I risultati dell’indagine sono chiari.
“Sebbene in lieve crescita, le conoscenze finanziarie non sono ancora sufficientemente diffuse”.
Una scarsa diffusione che tocca un po’ tutto il mondo degli investimenti. Innanzitutto, sono in pochi a padroneggiare i concetti di base, come la nozione di diversificazione degli investimenti, compresa solo dal 50% degli intervistati. Ma anche gli strumenti finanziari, e non solo, sono per gli italiani abbastanza “misteriosi”. La percentuale di risposte corrette a domande su conto corrente, azioni, obbligazioni e fondi comuni d’investimento risultava infatti al di sotto del 60%.
Infine, gli italiani non sono in grado di valutare le dimensioni del rischio finanziario: la percentuale di intervistati che ha familiarità con le nozioni di rischio di credito, di mercato e di liquidità oscilla tra il 20% e il 49%. Va un po’ meglio per il concetto di inflazione, sebbene con divari significativi tra fasce di età, classi di reddito e aree di residenza: i suoi effetti sono compresi dal 65% dei sondati.
L’educazione finanziaria può fare la differenza
Una nota positiva, se vogliamo, riguarda l’importanza attribuita all’educazione finanziaria. Gli investitori sembrano sempre più consapevoli della necessità di innalzare le proprie competenze, considerato che nel 66% dei casi (vale a dire, 10 punti percentuali in più rispetto al 2021) si dichiarano disposti ad approfondire temi utili per le scelte finanziarie più importanti.
Ne consegue una domanda decisiva: a chi si rivolgono gli investitori per avere informazioni e migliorare il loro grado di alfabetizzazione finanziaria? Il riferimento indicato più di frequente sono gli intermediari (34% dei casi, in calo di 8 punti percentuali rispetto al 2021), che il 32% dei rispondenti ritiene dovrebbero adoperarsi anche per accrescere le conoscenze finanziarie dei cittadini, oltre alle istituzioni pubbliche (segnalate nel 30% dei casi) e alla scuola (26%).
Il ruolo decisivo della consulenza finanziaria
Come ti ricordiamo sempre, farsi assistere da un professionista è la soluzione migliore se vuoi investire. A questo proposito, il Rapporto Consob contiene alcuni dati molto interessanti. Tra gli intervistati assistiti da un professionista è meno frequente il possesso di un solo prodotto (31% a fronte del 49% del resto del campione) e di depositi bancari e postali, mentre è più diffuso l’investimento in fondi comuni e obbligazioni bancarie. In altre parole, gli investitori che si avvalgono dei consigli di un consulente hanno un portafoglio più diversificato rispetto a chi preferisce fare per conto suo.
Consulenza finanziaria: conoscerla per apprezzarla
Infine, un fatto curioso sottolineato dalla Consob è che non sempre chi si avvale dell’aiuto di un consulente è perfettamente a conoscenza delle caratteristiche del servizio. Per esempio, solo il 39% degli intervistati sa che questa prestazione è riservata a soggetti iscritti all’Albo dei consulenti finanziari e soltanto il 34% del campione è a conoscenza del fatto che tale servizio è a pagamento. Addirittura il 60% dice di non essere disposto a pagare. Il che è bizzarro: pretenderesti mai di ricevere una consulenza sportiva o nutrizionale gratuita?
Considera, inoltre, che potresti finire per spendere molto di più facendo di testa tua o affidandoti ai consigli di chi non è un professionista. Avere un consulente al tuo fianco può veramente fare la differenza, anche e soprattutto quando si tratta di investimenti.