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Oro: vale ancora come bene rifugio?

Questi primi mesi dell’anno sono stati abbastanza ondivaghi anche per l’oro, considerato il bene rifugio per eccellenza: quali sono le prospettive?

Da inizio anno fino a metà luglio, il metallo giallo ha registrato un rendimento addirittura negativo: -6% circa secondo i dati al 13 luglio 2022. Che fine hanno fatto le sue apprezzatissime caratteristiche di bene rifugio? Possiamo ancora considerarlo tale?

Una risposta a queste domande arriva dall’outlook di metà anno a cura del World Gold Council, rete globale di società minerarie aurifere. Concentrandosi sul primo semestre dell’anno, l’outlook sottolinea come l’oro sia stato uno degli asset più performanti, considerato che “non solo ha ottenuto rendimenti positivi, ma lo ha fatto con una volatilità inferiore alla media”.

Oro: com’è andato il primo semestre 2022?

In sostanza, ci dice il documento, l’oro ha chiuso il primo semestre 2022 con un rialzo delle quotazioni dello 0,6% circa, sui 1.817 dollari l’oncia (dato a fine giugno). Ma il periodo non è stato privo di tutta una serie di oscillazioni.

  • Prima l’impennata in scia alla guerra russa in Ucraina: l’evento e il contesto di crescente incertezza geopolitica hanno spinto gli investitori a cercare coperture liquide e di alta qualità.
  • Poi la perdita di parte dei guadagni: è successo quando gli investitori hanno spostato la loro attenzione sulla politica monetaria e sull’incremento dei rendimenti obbligazionari.
  • A metà maggio, i due fattori – aumento dei tassi d’interesse e contesto ad alto rischio – si sono in qualche modo compensati, e il prezzo si è stabilizzato.

Ecco una sintesi grafica di quanto ti abbiamo appena raccontato.

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Oro: quali prospettive per i prossimi mesi?

Rialzi dei tassi d’interesse operati dalle banche centrali e inflazione a livelli storicamente elevati; sullo sfondo, le persistenti interruzioni delle catene di approvvigionamento dovute alla pandemia e alla guerra russa in Ucraina, alle quali si deve in larga parte la fiammata dei prezzi delle materie prime (energetiche e non solo). Ma attenzione: l’outlook sottolinea come l’oro abbia storicamente registrato buone performance proprio in presenza di un’inflazione elevata.

“Negli anni in cui l’inflazione è stata superiore al 3%, il prezzo dell’oro è aumentato in media del 14%. E nei periodi in cui l’indice dei prezzi al consumo statunitense è stato in media superiore al 5% su base annua – attualmente è a circa l’8% – il metallo giallo ha registrato una media di quasi il 25%”.

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Unico avvertimento: non stupirti se in questi casi l’oro arriva un po’ in ritardo, cominciando a salire quando la fiammata dei prezzi è partita già da un pezzo. Succede sempre così, ci assicura l’outlook. E l’aumento dei tassi d’interesse non potrebbe creare, per contro, qualche problema? Sembrerebbe di no, anzi: secondo i dati rielaborati e proposti dal team del World Gold Council, dopo l’avvio di un ciclo di rialzi l’oro manifesta una certa tendenza a fare meglio delle altre asset class.

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D’altra parte, è probabile che il persistere dell’inflazione e dei rischi geopolitici supporterà la domanda di oro come bene rifugio: è la performance stessa di azionario e obbligazionario in un contesto di stagflazione a spingere gli investitori verso il metallo giallo. Il che getta le basi per una sua performance migliore rispetto alle altre asset class.

Oro-rifugio: le fasi di stagflazione premiano il metallo giallo

Sullo sfondo di un rischio stagflazione aumentato in modo significativo, dall’outlook emerge un ulteriore dato che pare andare a favore dell’oro: il metallo giallo tende a rimanere indietro nei periodi di reflazione – quando cioè le banche centrali intervengono per riportare l’economia e i prezzi verso la tendenza a lungo termine dopo una scivolata verso il basso – ma in compenso fa bene quando è la stagflazione ad avere la meglio.

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Perché accade ciò? Negli ultimi 20 anni, i titoli di Stato di elevata qualità sono stati annoverati tra i beni rifugio prediletti dagli investitori: e questo è stato reso possibile dalla bassa inflazione e dagli altrettanto bassi tassi di interesse. Ma quando l’inflazione va così vigorosamente su, la correlazione con le azioni tende a salire. Correlazione – come ricorderai – è quando due asset class si muovono nella stessa direzione: se scende l’una, va giù anche l’altra (o viceversa).

Siamo abituati a pensare che tra azioni e obbligazioni ci sia una sorta di correlazione inversa: quando le azioni scendono, cala l’appetito per il rischio e sale invece quello per i più confortanti bond. Ci sono però fasi di grande scompiglio, come quella attuale, durante le quali la correzione tra azioni e bond – che non è certamente scolpita nella pietra – tende ad aumentare. Ecco quindi che guadagna parecchi punti l’idea dell’oro come rifugio e protezione.

L’oro funziona nelle fasi “no” dei mercati

“L’oro ha aiutato attivamente gli investitori a mitigare le perdite in questo periodo di volatilità. Soprattutto se si considera che sia le azioni che le obbligazioni, che di solito costituiscono la parte più consistente dei portafogli degli investitori, hanno registrato ritorni negativi durante il periodo”, si legge nell’outlook.

Quindi, sì: l’oro si conferma un rifugio dal quale trarre beneficio nelle fasi più acute delle crisi. In momenti come questi, infatti, può aiutare il nostro portafoglio d’investimento a contenere le perdite. Però ricordi cosa abbiamo detto una manciata di righe fa sulla correlazione? Non è scolpita nella pietra. Vale anche per la “correlazione negativa” tra oro e mercati: sfuma via nel momento in cui parte la ripresa.

In ottica di gestione di portafoglio puoi comunque sfruttare questa possibilità di copertura. Ma tieni presente che, in una prospettiva di più lungo termine, il rendimento va cercato altrove: l’oro, infatti, non garantisce alcuna forma di rendimento da cedola o dividendo, trattandosi di una materia prima.

Investire in oro: sai già come si fa?

Ti vediamo che sei lì a inserire su Google la chiave di ricerca “come comprare lingotti”. Ma ti diciamo una cosa che forse ti meraviglierà – o forse no: l’oro fisico non è sicuramente la maniera più efficiente per garantirsi una posizione nel metallo giallo. Ci sono altri modi, sicuramente più indicati per un investitore individuale. Un fondo, per esempio, che abbia nel suo paniere titoli di società operanti nel comparto delle materie prime (nell’estrazione, per dire).

C’è di buono che non devi fare da te: puoi parlarne con un Financial Coach, che ti aiuterà a inquadrare le più recenti novità dandoti i consigli più indicati alla luce del tuo profilo e dei tuoi obiettivi e bisogni.

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