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Occupazione e smartphone: l’uso dei dispositivi digitali sul lavoro

Secondo un sondaggio Eurostat, il 30% dei lavoratori europei usa smartphone e tablet durante l’orario di lavoro. Ma oltre al dilettevole c’è anche l’utile.

Dai telefoni cellulari ai palmari, passando per smartphone, tablet e laptop, i dispositivi digitali sono sempre più presenti nelle nostre vite. Anzi, li riteniamo ormai indispensabili. Uscire di casa senza il telefono ci fa sentire persi, tagliati fuori da tutto, quasi in balìa degli eventi. Lo smartphone, poi, ci permette di fare (quasi) qualunque cosa in qualunque posto: informarci, orientarci in una città che non conosciamo oppure vedere se il nostro ristorante preferito è aperto. Insomma, lo usiamo sempre.

Il punto però è che lo utilizziamo anche a lavoro. La conferma arriva da un sondaggio Eurostat, l’istituto di statistica dell’Unione Europea.

Dispositivi digitali e lavoro

Non tutte le mansioni sono esaltanti: alcune sono francamente noiose. E non c’è modo più efficace di distrarsi e combattere il tedio che scorrere i social network o consultare le ultime notizie dal mondo. Non dovrebbe sorprendere allora che, secondo il sondaggio dell’Eurostat, nel 2022 quasi il 30% dei cittadini europei di età compresa tra 15 e 74 anni e con un’occupazione ha dichiarato di utilizzare dispositivi digitali per la maggior parte dell’orario di lavoro. Alcuni addirittura durante tutto il tempo.

Sono soprattutto le donne a cercare svago nei telefoni o nei vari dispositivi digitali. L’utilizzo cambia a seconda delle fasce di età, con un picco tra i 30 e i 44 anni e non, come si potrebbe pensare, tra i giovani e i giovanissimi. L’utilizzo massiccio di dispositivi durante l’orario di lavoro per chi ha tra i 30 e i 44 anni riguarda il 36% delle donne e il 29% degli uomini. Per la fascia compresa tra i 15 e i 29 anni, invece, le percentuali sono rispettivamente del 32% e del 25%.

E per tutti gli altri? Ovviamente la familiarità con la tecnologia diminuisce all’aumentare dell’età. Così, nella fascia 45-59 anni i numeri sono un po’ più bassi: le donne che dichiarano di usare smartphone e tablet durante l’orario di lavoro sono il 31% mentre gli uomini il 23%. Infine, nella categoria 60-74, solo il 24% delle donne e il 19% degli uomini utilizza dispositivi digitali a lavoro.

La classifica dei Paesi

Come per tutte le statistiche, anche in questo caso vale la massima: Paese che vai, usanza che trovi. All’interno dell’Unione Europea, i tassi più elevati di utilizzo dei dispositivi digitali da parte di persone tra i 15 e i 74 anni si riscontrano in Lussemburgo (47% degli occupati), nei Paesi Bassi e in Svezia (entrambi 41%). I numeri più bassi, invece, sono stati in Romania, Bulgaria e Grecia (tutte al 12%). In mezzo ci sono Francia e Germania (31,7%) e l’Italia, con il 26,3%.

Conta anche l’istruzione

Anche il livello di istruzione è correlato all’utilizzo di dispositivi digitali. Infatti, spiega sempre Eurostat, la percentuale di occupati che fa uso di dispositivi durante l’orario di lavoro (per tutto il tempo o solo in parte) aumenta di pari passo con il grado di istruzione conseguito, indipendentemente dal sesso.

  • Tra chi ha studiato di meno, le donne che usano dispositivi digitali a lavoro sono il 10%, mentre gli uomini l’8%.
  • A un livello di istruzione medio, le percentuali crescono e si attestano al 28% per le donne e al 16% per gli uomini.
  • La tendenza si inverte completamente fra le persone con un elevato livello di istruzione, in corrispondenza del quale le donne registrano una quota del 44%, mentre gli uomini del 47%.

Va bene il dilettevole, ma non scordarti l’utile

Puoi collegarti per svago, è chiaro. Ma ricorda che oltre al dilettevole c’è anche l’utile. A chi vuole investire, lo smartphone consente di consultare in tempo reale l’andamento dei mercati finanziari e di acquisire almeno le basi dell’educazione finanziaria. Il nostro consiglio è comunque sempre quello di assumere come riferimento, prima di prendere qualunque decisione, il tuo consulente finanziario.

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