Meteo Mercati: riflettori accesi sull’IA, banche centrali divergenti
Mercati azionari positivi in un mese che ha visto l’insediamento di Trump alla Casa Bianca, le decisioni sui tassi di Fed e BCE e un annuncio a sorpresa sul tema dell’IA.
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Il primo mese del 2025 è stato talmente denso di avvenimenti che è difficile scegliere da che parte cominciare: Donald Trump si è insediato alla Casa Bianca come 47esimo presidente degli Stati Uniti. Una startup cinese semisconosciuta fino a pochi giorni fa ha potentemente riacceso i riflettori sul tema dell’Intelligenza Artificiale, sollevando questioni di cui sentiremo parlare a lungo. Fed, BCE e BoJ hanno comunicato le loro decisioni sui tassi, muovendosi ognuna in una direzione diversa. E sul piano geopolitico, Israele e Hamas hanno trovato un accordo per un cessate il fuoco a Gaza.
Il “January Barometer” indica tempo sereno
In tutto questo, i mercati azionari hanno archiviato un mese complessivamente positivo, con l’indice statunitense S&P 500 che dopo aver toccato nuovi record si è attestato sopra i 6.000 punti e gli indici europei in deciso rialzo: stando alla convinzione (sostenuta dalle statistiche) secondo cui la performance di gennaio dà un’indicazione su come si evolverà il resto dell’anno, il “January Barometer” sembra prospettare tempo sereno sui mercati per questo 2025.
Rendimenti obbligazionari sotto la lente
Sul fronte obbligazionario, abbiamo assistito invece a un deciso rialzo dei rendimenti dei titoli governativi (e quindi a un calo delle quotazioni), partito dai Treasury statunitensi per poi estendersi al resto del mondo, anche se la situazione è parzialmente rientrata sul finire del mese. A spingere in alto i rendimenti hanno concorso diversi fattori:
- il timore che la politica monetaria non sarà più così accomodante, specialmente negli Stati Uniti, complice un’inflazione che fatica a scendere;
- i timori legati ai possibili impatti economici delle politiche del neopresidente Trump, a partire dai dazi commerciali;
- le preoccupazioni sulla sostenibilità dei conti pubblici;
- la parziale revisione delle aspettative sulla crescita.
Proprio parlando di titoli di Stato, il Regno Unito è stato al centro dell'attenzione, con l'aumento dei costi di finanziamento che ha occupato le prime pagine dei giornali. Il rendimento del GILT trentennale è arrivato a superare il 5,5%, il livello più alto dalla fine degli anni Novanta. Sebbene parte del movimento si possa attribuire a fattori esterni (i tassi USA) e tecnici (come l’offerta), pesano anche alcune questioni strutturali.
Le prime mosse del presidente Trump
L’Inauguration Day è stato lo scorso 20 gennaio: il giorno stesso, Donald Trump ha firmato decine di ordini esecutivi su una grande varietà di temi: dal giro di vite sulle politiche sull’immigrazione alla presa di posizione sulla transizione “verde”, con il ritiro dagli accordi di Parigi sul clima (e anche dall’OMS), fino alla controversa dichiarazione secondo cui “da oggi la politica ufficiale del governo degli Stati Uniti prevederà l'esistenza di due soli generi, maschile e femminile”.
Non solo. Trump ha anche sospeso il blocco di Tik Tok negli Stati Uniti e confermato l’intenzione di imporre dazi commerciali, in capo non solo al Canada, al Messico e alla Cina, ma anche all’Unione Europea. Bisognerà vedere quanto questi ordini esecutivi troveranno applicazione concreta, ma indubbiamente le cose stanno già cambiando.
Fari puntati sull’Intelligenza Artificiale
Nel corso del mese sono usciti i conti trimestrali – tutto sommato positivi, a eccezione forse di Tesla – delle principali Big Tech di Wall Street, che un tempo si chiamavano FAANG, poi “Magnifiche 7”, e che ora, con l’aggiunta di Broadcom al club dei colossi, da qualcuno sono state ribattezzate BATMMAAN (Broadcom, Apple, Tesla, Microsoft, Meta, Amazon, Alphabet e Nvidia).
Ma ad accendere i riflettori sul settore a gennaio è stata soprattutto l’entrata in scena, a sorpresa, della cinese DeepSeek, una startup che ha annunciato di aver sviluppato un modello LLM (Large Language Model) a basso costo e in grado di competere con giganti del calibro di Gemini e ChatGPT sul tema dell’IA generativa. A seguito dell’annuncio, l’indice Nasdaq ha perso il 3% in una sola giornata, trascinato dai crolli dei maggiori titoli del settore, tra cui Nvidia, che ha lasciato sul terreno quasi il 17%.
Se è vero che lo scossone è stato solo momentaneo, e che i costi sostenuti realmente da DeepSeek sono tutti da verificare, questa storia ha riacceso il dibattito sulle elevate valutazioni delle BATMMAAN e sulla supremazia statunitense nel settore dell’IA. Ma potrebbe anche avere risvolti positivi, come la democratizzazione dell’accesso alle nuove tecnologie e, dal punto di vista dei mercati, la creazione delle condizioni per un allargamento della crescita ad altri settori.
Banche centrali: ognuna per la sua strada?
Sul finire del mese sono arrivate anche le decisioni delle banche centrali sui tassi. Come ampiamente atteso, la Fed ha preferito prendersi una pausa dai tagli, confermando il costo del denaro nella forchetta tra il 4,25% e il 4,5% negli USA: la cautela è dettata da un’inflazione che fatica a compiere il famoso “ultimo miglio” (a dicembre l’indice dei prezzi al consumo ha segnato un +2,9% su anno) e dall’esigenza di valutare l’impatto economico delle politiche di Trump.
Intanto la BCE prosegue nel suo percorso di allentamento monetario, annunciando un nuovo taglio da 25 punti base per l’Eurozona: il percorso disinflazionistico è ormai ben avviato, ha spiegato la presidente Lagarde, che ha ritenuto più urgente dare sostegno a una crescita economica ancora anemica (il PIL è cresciuto meno delle attese nell’ultimo trimestre del 2024: +0,9% su anno nella zona euro e +1,1% nell’UE).
Da parte sua, la Bank of Japan ha alzato i tassi d’interesse a breve termine allo 0,5%, in scia a un aumento dell’inflazione e ai segnali incoraggianti dal mondo del lavoro.