Meteo Mercati: Fed e BCE verso la divergenza?
I dati sull’economia statunitense mostrano un’inflazione più resiliente del previsto e un’economia che cresce meno ma tiene.
Ad aprile il corso dei principali listini ha conosciuto diversi alti e bassi, una piccola virata rispetto al grande ottimismo che ha guidato i primi mesi dell’anno. E un ritracciamento che ci può anche stare, dopo mesi di rally.
I motivi della sterzata risiedono non tanto nelle vicissitudini geopolitiche, che ancora permangono, ma soprattutto nelle decisioni delle banche centrali, in particolare la Federal Reserve, che a causa di dati non incoraggianti sul fronte dell’inflazione sembra orientata a tenere una politica monetaria restrittiva per più tempo. Discorso diverso per l’Europa, che invece sembra orientata verso un discorso più chiaro di discesa dei tassi d’interesse.
Resta il fatto che ci sono diversi fattori positivi che lasciano pensare a un’economia più vivace nella seconda parte dell’anno, con ovvie ripercussioni positive anche sulle valutazioni azionarie.
Le mosse degli istituti centrali
Come si accennava, l’indice PCE dei prezzi al consumo americano a marzo ha registrato un’accelerazione del 2,7% su base annua, un dato in crescita rispetto a quanto fatto registrare a febbraio (2,5%) e più elevato rispetto alle attese degli analisti (2,6%). Questo potrebbe significare che i tagli ai tassi d’interesse – finora ne erano messi in conto tre prima della fine dell’anno – potrebbero essere meno e arrivare più tardi. Il che non è ovviamente piaciuto ai mercati, con i cali dei listini americani che hanno trascinato un po’ verso il basso anche tutti gli altri.
Un dato importante è arrivato anche sul fronte della crescita USA, con il PIL del primo trimestre in crescita solo dell’1,6%, contro attese per un dato attorno al 2,5%. Il dato del quarto trimestre è stato confermato al 3,4%. Ma se a prima vista questo potrebbe sembrare un dato negativo, il fatto che l’economia a stelle e strisce abbia rallentato oltre alle attese potrebbe portare in dote, in prospettiva, un rallentamento dei prezzi funzionale a un allentamento della politica monetaria.
Guardando sempre al carovita, in Europa – complice anche un’economia più debole – i prezzi a marzo hanno fatto segnare un +2,4% su base annua, il che significa che si è ormai vicini all’obiettivo del 2% della BCE. Infatti, diversi esponenti dell’istituto di Francoforte hanno confermato che il primo taglio ai tassi dovrebbe arrivare a giugno. Di pari passo, la presidente Christine Lagarde ha affermato che l’economia dovrebbe irrobustirsi nella seconda parte dell’anno.
Segnali di vita dalla Cina
Al fine di veder ripartire i commerci globali, in molti guardano alle vicende cinesi. Infatti, il Paese guidato da Xi Jinping si è contraddistinto nel post pandemia per una crescita più bassa rispetto ai suoi standard, zavorrata da una crisi immobiliare non ancora risolta. Tuttavia, il primo trimestre dell’anno sembra dare alcuni buoni segnali: il PIL è progredito del 5,3% nel primo trimestre, più velocemente del +4,8% previsto dagli analisti. Va da sé che, se l’economia della Cina corre più forte, anche i fatturati delle imprese occidentali dovrebbero trarne benefici.
Il vento dell’Intelligenza Artificiale
Aprile è stato un mese di trimestrali sul mercato USA. Sono andate bene sia Alphabet, la capogruppo di Google, che tra l’altro ha stabilito di distribuire il suo primo dividendo, sia Microsoft. Entrambe hanno in comune il fatto di avere investito molto sul comparto dell’Intelligenza Artificiale, la prima con il chatbot Bard (divenuto Gemini) e la seconda con l’investimento plurimiliardario in OpenAI, l’azienda che ha sviluppato il celebre ChatGPT.
A Meta, invece, non è bastata la crescita dei ricavi a 36,46 miliardi di dollari, poiché la prospettiva di aumentare la spesa per investimenti (per non perdere terreno nella corsa all’IA) è stata accolta negativamente dal mercato, che vi legge in controluce una sorta di ammissione implicita di avere un ritardo rispetto alle aziende leader del settore.
Tesla, guidata dal tycoon Elon Musk, ha visto scendere i profitti ai minimi dal 2021, ma il titolo è comunque scattato perché sono stati annunciati nuovi modelli di auto elettrica e questo significa che l’azienda non è rassegnata alla concorrenza delle vetture cinesi low cost. E proprio in Cina Musk ha raggiunto un accordo con la cinese Baidu per l’auto a guida autonoma.
Vicende geopolitiche e Bitcoin
Tra gli eventi più interessanti del mese di aprile si segnala anche l’halving dei Bitcoin. In pratica, ogni 210mila bitcoin estratti, le criptomonete immesse sul mercato ogni giorno si dimezzano: ciò è avvenuto lo scorso 20 aprile. Si credeva ci potesse essere un’impennata sul valore della cripto più scambiata al mondo, ma questo finora non è avvenuto e, anzi, il suo valore nell’ultimo mese è calato del 12% a oltre 62.300 dollari.
Probabile che a influire sia stata una situazione geopolitica ancora molto tesa: l’aumento delle tensioni (in Medio Oriente, per esempio) tende infatti a condizionare negativamente gli asset più speculativi. Va poi considerato che il Bitcoin aveva corso molto nei mesi precedenti, raggiungendo il massimo storico, e sembra quindi logico che la valutazione abbia conosciuto una correzione.
Un quadro ricco, eterogeneo, che come sempre sarà più agevole leggere con l’assistenza di un consulente finanziario come il Financial Coach.