Medio Oriente: Iran, Israele e il rebus del petrolio
Dopo gli attacchi tra Iran e Israele, gli occhi sono puntati sul mercato del petrolio ma non solo: cosa sta succedendo e quali prospettive per i mercati?
Con l’inizio del conflitto in Medio Oriente, la regione – da cui proviene il 40% delle forniture globali di petrolio – ha prepotentemente riguadagnato il centro della scena. E un’escalation delle tensioni tra Iran e Israele nel mese di aprile ha aperto una serie di ulteriori interrogativi sulla possibile traiettoria dei prezzi dell’oro nero, di cui Teheran è tra i maggiori produttori su scala globale.
Focus sulle reazioni dell'oro nero
Sta di fatto che il prezzo del Brent è salito da poco più di 86 dollari al barile di inizio aprile a un picco di 92,18 dollari al barile il 12 aprile, per poi ripiegare nuovamente sugli 86 dollari USA (dato al 21 aprile).
Prezzi del greggio: cosa ci attende ora?
Alcuni giorni fa, gli analisti di ING avevano ipotizzato diversi scenari possibili, con le relative conseguenze sui prezzi del greggio. Il più preoccupante, da monitorare ancora con attenzione, è quello che prevede un possibile blocco dello Stretto di Hormuz, una mossa più volte minacciata da Teheran.
Questo tratto di mare tra Iran e Oman è strategico perché collega il Golfo Persico con il Mare Arabico e vede transitare oltre 20 milioni di barili al giorno tra greggio e prodotti raffinati: proprio qui le forze iraniane hanno sequestrato di recente la portacontainer MSC Aries, la cui proprietà è riconducibile a Israele.
Certo, l’ipotesi di una chiusura totale dello Stretto è poco probabile, dal momento che l’Iran non ha vie alternative per esportare il suo greggio, che oggi vende quasi tutto in Cina. Ma Teheran potrebbe comunque effettuare operazioni di disturbo della navigazione.
Cosa significa per i tuoi investimenti?
La situazione resta in continuo divenire. E il possibile impatto della geopolitica sul prezzo del petrolio è molto difficile da prevedere con precisione. Per chi investe, resta valido il consiglio di focalizzarsi sui suoi obiettivi di lungo termine, senza dimenticarsi di diversificare le fonti di rischio.
Aggiungiamo che – a maggior ragione in una situazione così complessa – potrebbe essere di grande aiuto, anche e soprattutto per contenere l’emotività, il supporto di un professionista come il Financial Coach.