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Istat, in Italia aumentano reddito e consumi (ma si risparmia un po’ meno)

Un recente rapporto Istat evidenzia come il calo dell’inflazione abbia fatto bene al potere d’acquisto degli italiani. I quali hanno reagito consumando di più.

Con l’inflazione in calo, migliora il potere d’acquisto delle famiglie italiane, che vedono aumentare il proprio reddito disponibile e, di riflesso, consumano di più. Ma proprio in risposta alla crescita dei consumi, cala la propensione al risparmio.

Aumentano reddito e consumi

È quanto emerge dall’ultimo comunicato dell’Istat su “Conto trimestrale delle Amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società”, relativo al terzo trimestre del 2024. Nel dettaglio, scrive l’Istituto di statistica, nel periodo luglio-settembre il reddito disponibile lordo delle famiglie consumatrici è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente (+3,7% su anno nel periodo gennaio-settembre), mentre il potere d’acquisto è salito per il settimo trimestre consecutivo, mettendo a segno un +0,4% nel trimestre e un +2,5% nei nove mesi rispetto allo stesso periodo del 2023.

In calo la propensione al risparmio

Ma le famiglie hanno preferito spendere questi soldi “extra”, piuttosto che metterli da parte o investirli: nei tre mesi, infatti, i consumi sono cresciuti dell’1,6%, mentre la propensione al risparmio è scesa al 9,2% (-0,8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente).

Una flessione, spiega l’Istat, che è frutto di una crescita della spesa per consumi più sostenuta rispetto a quella registrata dal reddito disponibile (+1,6% e +0,6% rispettivamente). Tuttavia, commenta sempre l’Istat, il calo della propensione al risparmio è avvenuto su base congiunturale (rispetto al periodo precedente), ma in termini tendenziali (ossia, rispetto allo stesso periodo dell’anno prima) prosegue il suo sentiero di crescita.

Parallelamente, il tasso di investimento delle famiglie consumatrici è stato pari al 9%, cioè 0,2 punti percentuali più basso rispetto al trimestre precedente, a fronte di una flessione degli investimenti fissi lordi e del già segnalato aumento del reddito lordo disponibile.

Pressione fiscale in salita

Venendo al capitolo tasse, Istat segnala un aumento della pressione fiscale nei primi nove mesi del 2024, periodo in cui tutte le imposte (dirette e indirette) e i contributi raccolti dallo Stato sono stati pari al 39,6% del PIL. Il che, è bene precisarlo, non vuol dire necessariamente che gli italiani abbiano pagato più tasse, ma che la quantità di tasse versate è stata pari a una percentuale più alta del Prodotto Interno Lordo.

Buone notizie anche sul fronte dei conti delle amministrazioni pubbliche: nel terzo trimestre, infatti, l’indebitamento netto in rapporto al PIL è stato pari al -2,3% dal -6,3% nello stesso trimestre del 2023.

Attenzione all’eccessiva liquidità sul conto

In generale, il quadro dipinto dall’Istat per il terzo trimestre tratteggia una situazione in miglioramento per le famiglie italiane, il cui reddito beneficia della discesa dei prezzi dopo diversi anni di inflazione elevata. Un aumento dei consumi, infatti, è sintomo di un’economia vivace e di un certo, per quanto cauto, ottimismo di fondo. Resta tuttavia un tema da monitorare: quello, appunto, della propensione al risparmio – che in Italia è comunque storicamente elevata – e all’investimento.

Anche se in questo momento l’inflazione è in calo, infatti, tenere troppi risparmi sotto forma di liquidità potrebbe non essere la scelta più remunerativa. Il mondo degli investimenti offre numerose possibilità per impiegare i risparmi e farli fruttare. Puoi rivolgerti al tuo Financial Coach per approfondire il discorso e trovare le soluzioni che meglio si adattano al tuo orizzonte temporale e al tuo profilo di rischio.

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