Il ritorno dei bond vigilantes: chi sono e cosa ci dicono sulle prospettive del mercato
Hai mai sentito parlare di bond vigilantes? Sono investitori obbligazionari che, con le loro compravendite, rimettono in riga i governi che attuano politiche monetarie o fiscali ritenute irresponsabili.
Il mercato dei titoli di Stato stanno registrando rendimenti in crescita: in particolare, i bond statunitensi hanno visto i tassi di interesse crescere in modo consistente negli ultimi mesi, attirando l’attenzione dei risparmiatori.
Recentemente, in seguito all'attacco del 7 ottobre a Israele, i Treasury hanno inizialmente registrato un aumento, un movimento tipico quando il mercato percepisce la possibilità di un conflitto. Tuttavia, questa tendenza si è poi invertita, portando al rialzo dei costi di prestito a lungo termine degli Stati Uniti.
La situazione è dunque molto volatile sul mercato obbligazionario. E sta tornando d’attualità la figura dei “bond vigilantes”. Si tratta di investitori in obbligazioni la cui compravendita riflette i giudizi sulle prospettive fiscali di un Paese. Ma chi sono di preciso e come operano?
Chi sono i bond vigilantes?
Un "vigilante dei bond" è un operatore finanziario che potrebbe manifestare la sua volontà di vendere - o effettivamente vende - una considerevole quantità di obbligazioni per esprimere disapprovazione verso le politiche dell'emittente. Questa vendita potrebbe provocare un calo dei prezzi delle obbligazioni, innalzando i tassi di interesse e aumentando i costi dell’emittente per ottenere i prestiti.
Il termine è stato coniato negli anni Ottanta dall’analista Ed Yardeni per descrivere il ruolo degli investitori del debito che, più o meno indirettamente, impongono una certa disciplina ai governi vendendo le loro obbligazioni. In particolare, negli anni Ottanta il rendimento del Treasury a 10 anni era aumentato dall’11,5% al quasi 14% in un anno, come reazione alla politica economica in corso. Oggi, i vigilantes sembrano avere una certa influenza sull'ambiente dei tassi di interesse.
Come si muovono i vigilantes
Il meccanismo alla base di questo atteggiamento è piuttosto chiaro. I rendimenti dei bond riflettono il tasso di interesse a cui gli emittenti possono prendere in prestito dagli investitori. I tassi hanno una correlazione negativa con i prezzi dei bond: quando i rendimenti aumentano, i prezzi delle obbligazioni diminuiscono. Questa dinamica funziona anche nel caso in cui siano i prezzi dei bond a scendere per primi costringendo di conseguenza i rendimenti ad aumentare.
A causa di questa correlazione fondamentale, una vendita massiva tra i detentori di obbligazioni può incrementare i costi di prestito per le future emissioni. Questo perché la vendita massiccia dei bond a prezzi sempre più bassi alza effettivamente i tassi di interesse che l'emittente deve pagare per i successivi acquisti di titoli. Sebbene questo non influisca su un detentore obbligazionario che mantiene i bond fino alla scadenza, tale azione può seriamente ostacolare l'emittente. Di solito, il venditore spera di “rimettere in riga” l'emittente che ha commesso determinate azioni o politiche ritenute particolarmente irresponsabili.
Un esempio concreto? Quando un governo rischia di gestire in modo inadeguato l'economia e compromettere la propria affidabilità creditizia, gli investitori possono indire una sorta di "sciopero degli acquirenti". L'aumento risultante dei rendimenti dei bond aiuta a frenare le ambizioni di spesa, rendendo i prestiti governativi più costosi.
L’impatto sui mercati
I vigilanti dei bond possono influenzare i mercati e le politiche? Sì. Per esempio, negli Stati Uniti sono stati proprio i vigilanti a spingere il presidente Bill Clinton a rivedere la sua ambiziosa agenda interna e a concentrarsi sulla riduzione del deficit.
Allo stato attuale il rendimento del bond decennale Usa ha raggiunto circa il 4,6% il 12 ottobre, quasi il doppio della media degli ultimi dieci anni. I vigilantes prevedono ulteriori emissioni di debito per sostenere Israele e l'Ucraina.
Nel frattempo, però, Bill Ackman, un ex vigilante, ha abbandonato la sua scommessa contro i Treasury, citando il crescente rischio globale e il rallentamento dell'economia. Questo segnala un aumento dell'attenzione degli investitori sulle prospettive fiscali e sui potenziali impatti sugli investimenti e sui rendimenti.
Non resta che monitorare attentamente la situazione e stare a vedere le prossime evoluzioni. Nel frattempo, sui mercati le opportunità di investimento non mancano: per coglierle al meglio il nostro consiglio è sempre quello di affidarti a un Financial Coach capace di rispondere ai tuoi dubbi e guidarti verso le soluzioni più adatte alle tue personali esigenze.