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Elezioni italiane: le reazioni dei mercati

I mercati hanno apprezzato il risultato chiaro e netto uscito dalle urne. Tra i temi caldi, l’approvazione della Legge di Bilancio e i rapporti con Bruxelles.

Giù il sipario sul governo di Mario Draghi. Si apre una nuova fase, con la vittoria indiscussa – e ampiamente pronosticata dai sondaggi – del centrodestra trainato da Fratelli d’Italia, il partito guidato da Giorgia Meloni, che ha ottenuto il 26% dei voti a livello nazionale. Meloni si appresta ora a diventare la prima donna presidente del Consiglio in Italia.

Un esito già scontato dai mercati

L’azionario non è parso particolarmente scosso dall’esito delle elezioni dello scorso 25 settembre, del resto già messo in conto. Anzi: Piazza Affari ha conquistato la maglia rosa in Europa nella prima seduta all’indomani del voto, in virtù probabilmente del risultato chiaro e netto emerso dalle urne. Il centrodestra ha infatti ottenuto un’ampia maggioranza in entrambe le Camere.

Si tratta di un risultato tutto sommato ottimale, osservano gli analisti di ING Think: il 43% dei voti portato a casa (secondo le stime) dalla coalizione composta da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia è abbastanza per garantire la stabilità, ma non sufficiente per poter cambiare la Costituzione, secondo quanto prevede l’articolo 138.

Va detto che – al contrario del mercato azionario – lo spread tra BTp e Bund tedesco a 10 anni ha un po’ risentito della novità elettorale, toccando un massimo di 243 punti base nella seduta del 26 settembre, un livello che non si vedeva dal maggio 2020.

Cosa significa per i mercati finanziari?

Tanto per cominciare, osservano gli analisti di ING Think, il mandato del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la formazione di un nuovo governo arriverà probabilmente verso la metà di ottobre, dopo l’insediamento del nuovo Parlamento (il 13 ottobre) e l’elezione dei presidenti di Camera e Senato: insomma, per vedere il nuovo governo Meloni all’opera dovremo aspettare almeno un altro mese.

A quel punto, le prime sfide che attendono la nuova compagine saranno l’approvazione della legge di Bilancio entro la fine dell’anno – importante per capire le decisioni sulla spesa e il possibile intervento governativo per il caro-bollette – e l’attuazione delle riforme previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, necessaria per consentire l’erogazione dei restanti 145 miliardi di euro sui 191 totali (sotto forma di prestiti e sovvenzioni) del Fondo di Ripresa e Resilienza UE.

A questo proposito, la leader di FdI ha dichiarato l’intenzione di rinegoziare il Recovery Fund, “destinando maggiori risorse all’approvvigionamento e alla sicurezza energetici, per liberare l’Italia e l’Europa dalla dipendenza dal gas russo e mettere al riparo la popolazione e il tessuto produttivo da razionamenti e aumenti dei prezzi”.

Per quanto riguarda il primo punto, gli analisti di ING Think non si dicono particolarmente preoccupati.

"Dal momento che la Legge di Bilancio per il 2023 dovrà essere approvata entro la fine dell’anno, ci aspettiamo che l’uscente governo Draghi si occupi di predisporre i punti principali del documento, il che dovrebbe bastare a evitare grosse deviazioni dai binari tracciati, almeno nel breve termine."

Più critico resta il tema del posizionamento dell’Italia a guida Meloni sullo scacchiere internazionale, in particolare nei rapporti con Bruxelles. “Se l’adesione al Patto Atlantico non sembra essere in gioco, le relazioni con l’UE e con le maggiori potenze europee andranno chiarite”, osservano gli analisti di ING. “È vero che la partecipazione al progetto europeo viene ribadita nel programma di FdI, ma bisognerà capire come questo verrà fatto difendendo allo stesso tempo gli interessi nazionali. Il tema non solleva preoccupazioni di brevissimo termine, ma potrebbe essere una potenziale area di conflitto nel 2023, quando verranno discusse le nuove regole fiscali europee”.

Toni più cauti che fanno ben sperare

C’è da dire da tempo la presidente del Consiglio in pectore sembra aver mitigato le sue posizioni euroscettiche. Una transizione, questa, che lascia presagire uno scontro più contenuto con le istituzioni europee. Nel breve periodo comunque, proseguono gli esperti, l’attenzione degli investitori si concentrerà sulle prime decisioni, compresa la nomina del ministro delle Finanze, che sarà fondamentale per mettere a fuoco le intenzioni del nuovo governo in tema di rapporti con l’UE, PNRR, relazioni con gli Stati Uniti e in generale politica estera.

Per quanto riguarda il reddito fisso, nelle prossime settimane e mesi il principale driver delle obbligazioni italiane sarà probabilmente il tono generale dei mercati finanziari, in un contesto in cui le banche centrali inaspriscono la politica monetaria, dicono ancora gli analisti. Resta sullo sfondo il rischio di una deriva populista: attualmente gli esperti tendono a escluderla, ma se si verificasse potrebbe spaventare gli investitori, con conseguente sottoperformance relativa dell’azionario e un allargamento dello spread.

Non resta che vedere cosa succederà. Intanto il consiglio resta sempre quello di affidarti alla consulenza di un esperto nella gestione dei tuoi investimenti, che sappia darti rassicurazioni e risposte ai tuoi dubbi, aiutandoti – se necessario – ad adeguare l’asset allocation al nuovo contesto.

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