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Economia circolare: quanto ne sai?

Si fa sempre più urgente la transizione verso sistemi in grado di riutilizzare e valorizzare gli scarti

“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Lo enunciò Antoine-Laurent de Lavoisier nel XVIII secolo dando vita alla legge della conservazione della massa, una delle leggi fondamentali della chimica. In questo concetto si racchiude la definizione di “economia circolare”, un sistema in grado di rigenerarsi da sola riutilizzando e valorizzando i materiali di scarto. Gli italiani sembrano bravissimi a farlo, almeno stando al recente “Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2020”, realizzato dal Circular Economy Network/Enea, che conferma anche per quest’anno il nostro Paese leader europeo nell’economia circolare.
In fatto di riciclo il nostro Paese è in effetti tra le eccellenze mondiali, grazie alla crescita delle quantità di rifiuti trattate e all’aumento delle imprese che si occupano di riciclo, anche se – sottolinea il report – l’occupazione nell’indotto della circular economy ha subito una flessione.  Nonostante buone prestazioni, la transizione verso un’economia circolare ha bisogno ancora di tempo e se si guardano i dati a livello mondiale le prospettive non sembrano particolarmente rosee. Nel 2050 l’uomo arriverà ad utilizzare 184 miliardi di tonnellate di risorse, di cui meno del 9% verrà poi recuperato o riciclato.
C’è ancora molto da fare dunque. La crisi causata dal Coronavirus potrebbe avere almeno un effetto positivo, ovvero l’opportunità di accelerare questo processo di transizione. È ormai sotto gli occhi di tutti la necessità di misure per rendere le nostre società, i nostri sistemi sanitari e la nostra economia più resilienti nei confronti delle pandemie, ma anche più preparate ad affrontare altre minacce per il nostro futuro. Basti pensare alla grande crisi climatica, alimentata da un modello di economia lineare ad elevato consumo di energia fossile e spreco di risorse naturali.

Ma che cos’è esattamente l’economia circolare?

Per usare la definizione della Ellen MacArthur Foundation, economia circolare “è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola, dove i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera”.
Si tratta di un’economia nella quale la crescita è dissociata dall’impiego di risorse esauribili, un sistema progettato per autorigenerarsi, estendendo il ciclo di vita dei prodotti e contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo.
Oltre che per la sostenibilità dal punto di vista ambientale, l’economia circolare viene invocata anche per le opportunità di crescita economica che offre alle società. Non si esaurisce infatti nel concetto di riciclo ma contempla il riuso, la trasformazione di prodotti in servizi e la creazione di modelli industriali con impatti rigenerativi sulla società.

Perché è necessaria la transizione verso un’economia circolare?

Il consumo dei materiali nel mondo cresce in proporzione a un ritmo doppio rispetto a quello della popolazione mondiale e nell’ultimo mezzo secolo si è assistito a un aumento spropositato della domanda di materie prime, a fronte di risorse disponibili sempre più scarse.
Questo bisogno di materie prime crea una dipendenza verso l’esterno: alcuni stati membri dell’UE, ad esempio, dipendono da altri paesi per quanto riguarda l’approvvigionamento. Questo dato è emerso con forza durante la crisi causata dal COVID-19 e ha rivelato la fragilità delle nostre economie: il ritorno alle frontiere e forti limitazioni nel movimento di beni e servizi hanno fortemente impattato sulle nostre imprese e sui sistemi di produzione.
Alla luce di tutto questo e considerando che per il 2050 le stime parlano di una popolazione mondiale vicina ai 10 miliardi di abitanti, si fa presto a capire perché si parli di emergenza e perché bisogni progressivamente abbandonare il nostro tradizionale modello economico lineare, fondato sullo schema “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”.

Quali vantaggi?

Ricapitoliamo i vantaggi del passaggio a un’economia circolare:
• riduzione della pressione sull’ambiente
• più sicurezza circa la disponibilità di materie prime
• aumento della competitività
• impulso all’innovazione e alla crescita economica
• incremento dell’occupazione
Misure come prevenzione dei rifiuti, ecodesign e riutilizzo dei materiali, permetterebbero alle aziende europee di risparmiare 600 miliardi, pari all’8% del fatturato annuo, e di ridurre le emissioni totali annue di gas serra del 2-4%.
Con l’economia circolare inoltre, a trarre beneficio non sarebbe solo il mondo delle imprese ma anche quello dei consumatori che potrebbero avere prodotti più durevoli e innovativi in grado di far risparmiare e migliorare la qualità della vita.

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