Dal price cap agli acquisti comuni: l’accordo UE sul gas
Raggiunto a livello di Consiglio Europeo un accordo su come affrontare la crisi energetica e la conseguente impennata dei costi. Ma non finisce qui.
La premessa non era delle più tranquille: da una parte la domanda di gas, consistente oggi più di ieri; dall’altra l’offerta non proprio generosa, anche e soprattutto per via dell’attuale guazzabuglio di intricatissime relazioni internazionali. E poi c’erano loro: i 27 Paesi dell’Unione europea. Tutti per uno, uno per tutti? No, non proprio: risale ad appena qualche settimana fa l’iniziativa individuale della Germania di Scholz per calmierare i prezzi del gas, accolta con freddezza – per usare un eufemismo – dagli altri 26.
Mettere d’accordo tante teste non è facile: mettere d’accordo 27 esperienze di governo, alle prese con altrettante pubbliche opinioni da rassicurare, lo è ancora meno. Alla fine, però, sembra che ce l’abbiamo fatta. “Il Consiglio europeo ha raggiunto un accordo sull’energia”, ha annunciato su Twitter il presidente Charles Michel. “Prevalgono unità e solidarietà”. Si lavorerà quindi insieme “su misure per contenere i prezzi dell’energia per famiglie e imprese”. Cosa prevede l’accordo?
I principali punti dell’accordo sull’energia
Seguici molto attentamente. Non ne va della tua vita, d’accordo, ma delle tue tasche e del tuo portafoglio sicuramente sì. Hai presente le bollette, sì? Ecco: alla fine, è di quello che stiamo parlando. Come si apprende dalla nota ufficiale, giovedì 20 ottobre il Consiglio europeo – organo che riunisce i capi di Stato e di governo dei 27 Paesi UE – ha adottato le sue conclusioni su energia ed economia. La riunione a valle della quale è stato annunciato l’accordo ha fatto seguito al Consiglio europeo informale che si è svolto a Praga lo scorso 7 ottobre.
Insomma, il Consiglio europeo ha continuato a discutere della crisi energetica, convenendo sulla necessità di accelerare e intensificare gli sforzi per ridurre la domanda di energia, evitare il razionamento, garantire l’approvvigionamento e abbassare i prezzi. I leader hanno sottolineato poi la necessità di preservare l’integrità del mercato unico.
Di fronte a una Russia che sta utilizzando l’energia come arma bellica nel conflitto in corso, l’UE ci tiene ad assicurare che “rimarrà unita per proteggere i suoi cittadini e le sue imprese” e che “adotterà con urgenza le misure necessarie”.
Cos’ha deciso il Consiglio Europeo del 20 ottobre?
I leader UE hanno invitato Consiglio e Commissione a presentare con urgenza decisioni concrete sulle misure aggiuntive e sulle proposte della Commissione stessa. Hanno inoltre insistito sulla necessità di valutare il loro impatto sui contratti esistenti, compreso il fatto che i contratti a lungo termine non dovrebbero essere interessati, e di tener conto dei diversi mix energetici e delle specifiche circostanze nazionali.
Varie e ad ampio spettro le misure aggiuntive.
- Acquisti congiunti di gas a titolo volontario – fatta salva una quota del fabbisogno di stoccaggio pari al 15%, che invece è vincolante – in base alle esigenze nazionali: ciò consente di sfruttare tutto il peso, in modalità “un sol uomo”, dell’Unione Europea, con pieno ricorso alla piattaforma energetica UE.
- Un nuovo benchmark di prezzo complementare entro l’inizio del 2023, che rifletta più accuratamente le condizioni del mercato del gas.
- Un corridoio di prezzo dinamico temporaneo sulle transazioni di gas naturale, per limitare immediatamente gli episodi di prezzi eccessivi del gas: è il famoso price cap.
- Un quadro temporaneo UE per limitare il prezzo del gas nella produzione di elettricità, compresa un’analisi costi-benefici: price cap anche in questo caso.
- Miglioramenti al funzionamento dei mercati dell’energia, al fine di incrementare la trasparenza del mercato, alleviare lo stress da liquidità, eliminare i fattori che amplificano la volatilità dei prezzi del gas e preservare la stabilità finanziaria.
- Accelerazione della semplificazione delle procedure di autorizzazione per introdurre più velocemente energie rinnovabili e reti connesse.
- Misure di solidarietà energetica in caso di interruzioni della fornitura di gas a livello nazionale, regionale o dell’UE, in assenza di accordi bilaterali di solidarietà.
- Maggiori sforzi per il risparmio energetico.
- Mobilitazione degli strumenti pertinenti a livello nazionale e dell’UE per rafforzare la resilienza delle nostre economie e preservare la competitività globale dell’Europa.
L’idea sottostante è questa: così come i nodi della domanda e dell’offerta post Covid e le tensioni internazionali si sono riverberate sui costi delle nostre bollette facendoli impennare, allo stesso modo tutte queste misure dovrebbero riflettersi in un contenimento dei prezzi e, dunque, dei costi a nostro carico.
Le intenzioni sono sicuramente ottime. E si è lavorato molto sui punti di compromesso – non pochi, come sempre. “È andata bene”, ha detto il presidente del Consiglio italiano uscente Mario Draghi.
Effetto sui mercati del meeting UE
Il Consiglio europeo si impegna a coordinare strettamente le risposte politiche e continuerà a monitorare da vicino gli sviluppi economici per fornire una risposta politica “determinata e agile”. E ribadisce la necessità di aumentare gli investimenti nell’efficienza energetica, nelle infrastrutture energetiche che guardano al futuro e nelle tecnologie rinnovabili più innovative.
I leader hanno invitato la Commissione ad accelerare i lavori sulla riforma strutturale del mercato dell’elettricità, compresa una valutazione d’impatto, e hanno chiesto ulteriori progressi verso una piena Unione dell’energia che serva il duplice obiettivo della sovranità energetica europea e della neutralità climatica.
L’effetto dell’accordo si è fatto ancora una volta sentire sul prezzo del gas: ad Amsterdam la mattina del 21 ottobre il prezzo in avvio registrava un calo del 2,35%, a 124 euro al megawattora, a fronte della chiusura del giorno precedente pari a 127 euro.
Al di là del dato – pur importante – di mercato, lo scenario europeo spiana ulteriormente la strada a un imponente Megatrend in corso: quello della transizione energetica, con la conversione a un’economia di tipo circolare e la progressiva adozione di tecnologie connesse all’utilizzo di fonti rinnovabili. Tutte possibili evoluzioni da monitorare da qui in avanti, anche in ottica di investimenti. Sempre, ovviamente, con il supporto del tuo Financial Coach.