Cento anni di cultura del risparmio. Eppure, solo un terzo degli italiani investe
L’indagine ACRI-IPSOS, realizzata in occasione della 100esima Giornata Mondiale del Risparmio, rileva una popolazione ancora restia a investire.
Quasi la metà (46%) delle famiglie italiane riesce a risparmiare e lo fa con meno ansie rispetto al passato. Ma due terzi di loro preferiscono tenere i risparmi sotto forma di liquidità: solo un terzo investe almeno una piccola parte dei propri soldi. È uno dei tanti dati emersi dall’ultimo Rapporto annuale ACRI-IPSOS sugli italiani e il risparmio, realizzata in occasione della 100esima Giornata Mondiale del Risparmio, svoltasi il 31 ottobre.
Come la Gen Z vede il rendimento
Andando ad analizzare nel dettaglio l’approccio all’investimento di noi italiani, lo studio rileva un leggero calo della propensione a strumenti finanziari ritenuti più sicuri (36% dal 38% del 2023), in parte dovuto alla discesa dei tassi di interesse su titoli di Stato e bond: questo sta spingendo alcuni investitori a considerare l’azionario come un’alternativa che offre rendimenti più elevati sugli investimenti (dal 7% del 2023 al 9% del 2024).
Quanto ai fattori presi in esame prima di investire, aumenta il peso della rischiosità dell’investimento (citata dal 33% degli intervistati, rispetto al 30% del 2023), mentre cala l’importanza attribuita alla solidità di chi propone l’investimento (dal 23% del 2023 al 18%), sintomo quest’ultimo di una maggiore tranquillità nei confronti del sistema finanziario.
Una quota non trascurabile della Gen Z (19%, a fronte del 16% del totale) considera il rendimento l’aspetto prioritario dell’investimento, mentre il 23% (superiore al 20% dell’intera popolazione) si dichiara interessato a investire in attività con impatto positivo su ambiente e società.
L’approccio al risparmio è cambiato
In generale, si legge nello studio condotto su un campione di circa 1.000 persone, rappresentativo della popolazione italiana adulta, “il modo in cui il risparmio è percepito e approcciato dagli italiani ha subito nel tempo una trasformazione significativa”. Le generazioni precedenti, infatti, consideravano il risparmio come un pilastro fondamentale della gestione finanziaria personale, mentre oggi è visto principalmente come una necessità per garantirsi tranquillità e stabilità economica (per il 38% degli italiani) e un’opportunità per raggiungere specifici obiettivi.
Va anche notato, rileva lo studio, che il 33% degli italiani percepisce di avere oggi una capacità di risparmio minore rispetto alle generazioni precedenti, a causa delle condizioni macroeconomiche attuali – in particolare l’aumento del costo della vita (70%) e le condizioni lavorative contemporanee (60%) – e per i cambiamenti negli stili di vita (60%).
Un clima economico più disteso
Il clima economico in Italia mostra tuttavia segni di un ulteriore miglioramento rispetto al 2023 (già più positivo rispetto al 2022), complice probabilmente la discesa dell’inflazione, a cui si accompagna la speranza di un abbassamento dei prezzi a breve, e la discesa dei tassi di interesse.
“É il risultato del calo rispetto al 2023 di famiglie in forte difficoltà economica e della crescita delle famiglie che hanno registrato un miglioramento”, con le persone soddisfatte per la propria situazione economica in aumento dal 56% al 64%, si legge nel rapporto.
Il risultato è che oggi tre italiani su quattro si dicono in grado di affrontare spese impreviste con mezzi propri e con una certa tranquillità: il 76% delle famiglie sarebbe in grado di far fronte a spese non programmate pari a mille euro (77% nel 2023) e il 38% riuscirebbe a sostenere spese non programmate di 10mila euro con risorse proprie, in lieve crescita rispetto al 2023 (36%).
Certo, esiste anche il rovescio della medaglia: il 17% delle famiglie italiane non riesce a uscire da una situazione di sopravvivenza o povertà, anche quando lavora, e si sente sempre più a rischio, non avendo più risorse cui attingere. Il numero di individui in povertà si assesta ormai da diversi anni a 5,7 milioni (poco meno di un italiano su 10).
La liquidità non è (sempre) una buona idea
Il quadro tratteggiato dal rapporto ACRI-IPSOS dipinge dunque una popolazione di grandi risparmiatori, ma di investitori ancora poco convinti. In realtà, numerose ricerche dimostrano che lasciare i risparmi parcheggiati in liquidità (o “sotto il materasso”, per usare un’immagine più evocativa), non è affatto una buona idea. E non ti mette al riparo dai rischi.
Tanto per cominciare infatti, c’è l’inflazione, che giorno dopo giorno erode il valore reale dei tuoi risparmi. Senza considerare che avere troppi soldi a portata di mano può farti venire la tentazione di spenderne più del dovuto. Meglio allora aumentare la quota di risparmio da investire sui mercati, sempre ragionando in un’ottica di lungo periodo e facendo attenzione a diversificare, con l’aiuto del tuo Financial Coach. Una scelta che potrebbe darti maggiori soddisfazioni.