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Asia alla guida del cambiamento globale: si apre una nuova era?

La regione dovrà affrontare diverse sfide nei prossimi anni, ma le opportunità non mancano. Uno studio di McKinsey spiega perché l’Asia diventerà protagonista dell’economia mondiale.

Tutti parlano della Cina, ma quanti conoscono a fondo l’Asia? Pochi, e forse ancora meno persone hanno consapevolezza delle straordinarie opportunità di investimento che, da qui ai prossimi anni, potrebbero aprirsi nei Paesi asiatici. Insomma, non c’è solo la Cina da considerare quando si guarda a quel continente. Anzi, alcuni Paesi, come l’India, potrebbero presto rivelarsi una vera e propria sorpresa. Già, perché secondo un recente rapporto della società di consulenza McKinsey, sarà l’Asia a guidare i cambiamenti globali nei prossimi anni.

Asia all’apice

Il rapporto di McKinsey ha un titolo evocativo, “L’Asia all’apice di una nuova era”, e parte da un presupposto: gli sconvolgimenti che stiamo vivendo, sia in campo economico sia in quello politico, hanno come epicentro proprio la regione asiatica. Secondo gli autori dello studio, dal 1945 a oggi ci sono stati diversi cicli, durante i quali le norme e le strutture che regolano l’economia globale e le relazioni internazionali sono rimaste stabili.

A un certo momento di ogni ciclo, però, si sono innescati cambiamenti che hanno stravolto le strutture preesistenti. Ecco: da alcuni anni, dice McKinsey, siamo entrati in una nuova era.

L’era dei mercati

Nell’era immediatamente precedente, che il McKinsey Global Institute fa iniziare con la caduta del Muro di Berlino e chiama “Era dei mercati”(1989-2019), le economie asiatiche hanno beneficiato enormemente della globalizzazione, emergendo come protagoniste sulla scena mondiale e superando il resto del mondo in quasi tutti i parametri chiave, dal Prodotto Interno Lordo alla spesa in ricerca e sviluppo, passando per la popolazione. L’Asia è così diventata un leader. La regione rappresenta oggi il 57% della crescita del PIL globale e ospita più della metà delle famiglie della classe media mondiale.

Un continente diversificato

L’Asia è un continente dalle tante sfaccettature. È cinque volte più estesa dell’Europa e vi si parlano più di 2mila lingue diverse. Sul piano economico, le differenze sono ancora maggiori. Basti pensare che il PIL pro capite di Singapore è pari a 60 volte quello del Nepal.

Insomma, non esiste un’unica Asia. Gli autori dello studio ne elencano cinque:

  • Asia avanzata;
  • Asia emergente;
  • Asia di frontiera;
  • Cina;
  • India.

Tutte queste macroregioni si completano a vicenda. Per fare un esempio, l’Asia avanzata e la Cina sono caratterizzate da una ricchezza elevata e una solida base tecnologica, ma la crescita sta rallentando e la popolazione sta invecchiando. Dall’altro lato, i Paesi dell’Asia emergente e dell’India crescono rapidamente e presentano uno scenario demografico più favorevole.

Al centro del commercio mondiale

Nel corso degli ultimi anni, l’Asia è diventata il centro del commercio globale. Secondo la ricerca, tra gli 80 principali corridoi commerciali al mondo ben 49 si dirigono verso la regione. Allo stesso tempo, la rete commerciale asiatica è altamente interdipendente, soprattutto in alcuni segmenti. Ad esempio l’elettronica: tutti i primi 40 corridoi legati ai chip coinvolgono l’Asia.

La Cina, poi, è il più grande importatore di chip e il più grande esportatore di prodotti derivati, con una quota pari al 70-80% dell’export globale di cellulari e computer. Negli scorsi anni alcuni Paesi asiatici sono diventati il centro manifatturiero mondiale per la tecnologia. Ora le cose stanno cambiando, e la domanda è dunque se l’Asia potrà passare dall’essere un semplice produttore di tecnologia a un creatore di tecnologia.

Energia pulita

La vera sfida per l’Asia, che negli ultimi 30 anni ha contato per il 97% della crescita delle emissioni globali, riguarda la decarbonizzazione. Una sfida enorme, anche perché i consumi sono destinati ad aumentare nei prossimi anni. Basti pensare che ogni cinese consuma poco più di 100 gigajoule di energia all’anno, un indiano 25 o 30 gigajoule, mentre chi vive nel mondo sviluppato tra i 200 e i 300.

Certo, al momento il fabbisogno energetico è soddisfatto in gran parte con fonti fossili, come dimostra il fatto che sono in costruzione 125 centrali a carbone. Tuttavia, se si guarda al futuro, ci sono buoni motivi per essere ottimisti: dal momento che la regione avrà bisogno di molta più energia in futuro, sarà proprio là che emergeranno grandi opportunità di innovazione.

Opportunità asiatiche

Insomma, come vedi le sfide che l’Asia dovrà affrontare nei prossimi anni sono numerose. Ma per chi vuole investire anche le opportunità non mancano. Tuttavia, come ti ricordiamo sempre, non è mai prudente fare tutto da soli. Quando si tratta di investire, le variabili da considerare sono tantissime e piuttosto complesse da analizzare. Per questo, se vuoi far fruttare i tuoi risparmi, limitando i rischi e massimizzando il rendimento, ti consigliamo di farti aiutare da un Financial Coach.

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