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Arrivano i blue bond, le obbligazioni attente alla salute dei mari e degli oceani

Fratelli minori dei più famosi green bond, anche i blue bond sono strumenti destinati agli investimenti sostenibili. Ecco tutto quello che devi sapere.

Avrai probabilmente già sentito parlare dei green bond, obbligazioni che hanno l’obiettivo di finanziare progetti con un impatto positivo sull’ambiente - l’efficienza energetica, la produzione di energia da fonti pulite, la riduzione dell’inquinamento. Forse però non ti sei ancora mai imbattuto nelle obbligazioni “blu”, i cosiddetti blue bond: sono titoli volti a finanziare progetti per la tutela dei mari, degli oceani, dei laghi e dei fiumi. E le loro prospettive di crescita appaiono particolarmente interessanti.

 

Cosa sono i blue bond

 

Era il 2018 quando il governo delle Seyshelles annunciò l’emissione dei primissimi blue bond: in quel caso le obbligazioni erano emesse dallo Stato e le risorse raccolte erano destinate a finanziare lo sviluppo ecosostenibile di tutta l’economia dell’arcipelago, dal turismo alla pesca.

 

Da allora questo strumento ha conosciuto una diffusione lenta ma costante, anche se ci sono ancora ampi margini di crescita. Soprattutto se si pensa ai valori in gioco. Secondo le stime del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, la Blue Economy – che comprende tutti i settori legati alla vita dei mari e degli oceani - vale circa 2.500 miliardi di dollari, equivalenti alla settima economia a livello mondiale per Pil, e dà lavoro a oltre 30 milioni di persone. Da questo punto di vista, i blue bond possono essere un grande strumento al servizio della salute dell’ambiente, dal momento che forniscono le risorse per realizzare progetti per ridurre il degrado degli ecosistemi marini e oceanici, oltre che delle acque interne. Non a caso negli ultimi anni Stati, banche di sviluppo, enti sovranazionali e imprese hanno cominciato a emettere obbligazioni di questo tipo.

 

Un settore ancora poco esplorato

 

Nella grande famiglia delle obbligazioni sostenibili, i blue bond hanno iniziato a ritagliarsi uno spazio importante solo di recente. Sebbene in aumento, il loro utilizzo è ancora limitato rispetto a un mercato del debito sostenibile che ha ormai sfondato quota 1.000 miliardi di dollari. Secondo le stime di Bank of America, dal 2018 a oggi sono state emesse obbligazioni blu per un cifra inferiore ai 5 miliardi di dollari. Va detto, però, che ultimamente, grazie soprattutto ad alcuni interventi normativi, qualcosa si sta muovendo. Fino a poco tempo fa, non esistevano dei criteri chiari per la definizione dei blue bond, il che ha spinto gli investitori a privilegiare le più mature obbligazioni green. Alla fine del 2023, però, l’International Capital Market Association e l’International Finance Corporation hanno pubblicato le linee guida su come strutturare queste nuove obbligazioni sostenibili: è probabile quindi che la maggiore chiarezza e omogeneità a livello globale possa favorire un aumento dell’appetito da parte degli investitori.

 

Anche il mare ha bisogno di investimenti

 

Nonostante la maggiore sensibilità ambientale che ha preso piede negli ultimi anni, oceani e mari continuano a essere sfruttati in modo sregolato, con il rischio di produrre danni all’ecosistema e alla biodiversità. I problemi sono numerosi: dall’inquinamento da plastica, alla pesca eccessiva (overfishing). Inoltre, le conseguenze negative dell’attività umana non ricadono solo sulla biodiversità marina, ma anche sulla redditività delle imprese marittime. L’utilizzo di sistemi di gestione intelligente e una regolamentazione incisiva potrebbero tutelare sia il mare dallo sfruttamento indiscriminato sia gli interessi economici delle città costiere, a cominciare dalla pesca. Tuttavia, finora gli investimenti in questo settore sono stati insufficienti. Le Nazioni Unite ritengono infatti che tra tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile, il numero 14, “La vita sott’acqua”, sia quello più sottofinanziato. Un calcolo più preciso lo ha realizzato di recente il World Economic Forum, secondo cui, tra il 2015 e il 2019, al target 14 sono stati destinati in totale circa 10 miliardi di dollari. Troppo pochi rispetto ai 175 miliardi annui necessari a raggiungere l’obiettivo entro il 2030. Insomma, le opportunità di crescita all’interno del settore non mancano.

 

Se sei interessato a esplorare la dimensione “blu” dell’investimento obbligazionario sostenibile, il nostro consiglio resta quello di rivolgerti a un Financial Coach, che possa aiutarti a coniugare le tue esigenze di vita con i temi della sostenibilità, senza mai dimenticare il rendimento.

 

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