Via libera definitivo al ddl Capitali: cosa cambia?
Dopo diversi rimbalzi tra Camera e Senato, il ddl Capitali diventa legge e affida al governo una delega per la riforma del TUF. Vediamo i punti salienti del testo.
Investimenti, qualcosa sta cambiando. Lo scorso 27 febbraio è stato approvato in via definitiva al Senato, in terza lettura, il disegno di legge “Capitali”, dopo che una modifica apportata dalla Camera ha reso necessario un ritorno del testo a Palazzo Madama.
Ma attenzione: al via anche il cantiere della riforma del TUF, il Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, per la quale il governo ha una delega di 12 mesi a decorrere dall’entrata in vigore del provvedimento. Questa delega potrebbe portare a cambiamenti significativi delle norme sul mercato dei capitali (datate ormai al 1998), la cui revisione era invocata da tempo dagli operatori del mercato.
Cosa dice il ddl Capitali?
Il testo – che con l’ultima approvazione è divenuto legge – si propone di rendere più attraente il mercato finanziario italiano agli occhi degli investitori domestici e stranieri e di far rientrare in Italia alcuni marchi italiani che hanno trasferito la loro sede all’estero. A questo scopo, prevede:
- una semplificazione della burocrazia per la quotazione delle piccole e medie imprese (le pmi);
- regole di governance più snelle;
- e l’introduzione dell’educazione finanziaria nelle scuole.
Vediamo nel dettaglio gli interventi più significativi del testo legislativo.
Pmi: sale la soglia di capitalizzazione
La nuova legge porta a un miliardo di euro – di fatto raddoppiandolo – il limite di capitalizzazione per le pmi ai fini della regolamentazione finanziaria: prima il tetto era fissato a 500mila euro.
Regole più snelle su alcuni temi importanti
In base alle nuove norme, poi, la Consob (la Commissione nazionale per le società e la Borsa, che vigila sul mercato finanziario italiano) non potrà più stabilire i requisiti di alcune società che puntano alla quotazione né sospendere temporaneamente le decisioni di ammissione. Il testo elimina inoltre l’obbligo per i soci di controllo di segnalare alla Consob le proprie operazioni (la modifica è valida per chi detiene azioni pari ad almeno il 10% del capitale).
Voto maggiorato e tutte le altre novità
Dopo mesi di dibattiti, si è poi deciso che sarà possibileintrodurre il voto maggiorato con un meccanismo graduale spalmato in dieci anni. Gli investitori stabili, in sostanza, avranno la possibilità di aumentare i propri diritti di voto fino a 10 per azione posseduta. Altre questioni – un po’ più tecniche – riguardano le liste dei consigli di amministrazione (cda) e quelle degli azionisti di minoranza.
Il ddl Capitali ha inoltre modificato la riforma Renzi sulle banche popolari, raddoppiando da 8 a 16 miliardi di attivo il “tetto” oltre il quale è obbligatoria la trasformazione in spa.
Educazione finanziaria nelle scuole
Il testo prevede infine l’introduzione dell’educazione finanziaria nei programmi scolastici, una misura che ha raccolto sostegno unanime e che punta a migliorare l’alfabetizzazione finanziaria degli italiani.
Quali implicazioni potrà avere il ddl Capitali?
Il ddl ha avuto un iter piuttosto travagliato e, anche ora che ha ricevuto il via libera definitivo, continua a suscitare interrogativi e discussioni riguardo alle sue implicazioni sul mercato finanziario e sulle normative aziendali. Sarà interessante monitorare l’attuazione di queste misure e valutarne gli effetti nel tempo. Intanto, meglio continuare a focalizzarti sui tuoi obiettivi di investimento di lungo periodo. E se hai qualche dubbio, puoi sempre rivolgerti a un Financial Coach per ricevere le delucidazioni di cui hai bisogno.