Italiani, una donna su 4 non ha conoscenze in ambito assicurativo
In ambito assicurativo ancor più che in quello finanziario, il gender gap esiste ed è piuttosto ampio. Per diversi motivi.
Gli italiani sono un popolo sotto assicurato e lo sono per diverse ragioni. In parte è una questione quasi “scaramantica”, dal momento che a nessuno piace pensare a possibili incidenti, invalidità o decessi; in parte è il frutto di una scarsa educazione finanziaria, che si riflette anche in ambito assicurativo; in parte – infine – è anche responsabilità del linguaggio utilizzato in ambito assicurativo, che risulta piuttosto difficile e dunque tende a respingere chi non lo “mastica”.
Fatto sta che spesso il risparmiatore italiano preferisce crearsi un “fondo di emergenza” con la liquidità, piuttosto che sottoscrivere una polizza. E il problema è ancora più accentuato se si guarda alla sola popolazione femminile.
In ambito assicurativo ancor più che in quello finanziario, infatti, il gender gap esiste ed è anche piuttosto ampio, come è emerso in occasione della conferenza “Assicurazioni e donne: differenze di genere tra competenze e carriere”, tenutasi a ottobre a Milano nell’ambito del secondo appuntamento annuale di Obiettivo EFFE, Empowerment Femminile per un Futuro più Equo, un progetto coordinato dall’Università di Milano Bicocca.
Solo il 18,5% delle donne conosce i prodotti assicurativi
Secondo un’indagine citata in occasione dell’evento e condotta dall’IVASS con l’Università Bicocca e Doxa (su un campione di 2.053 individui rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne), solo il 35% degli uomini dimostra di conoscere concetti e prodotti assicurativi. E la percentuale scende addirittura al 25,5% tra le donne.
Nel dettaglio:
- quasi la metà degli uomini e il 32,6% delle donne dispongono di conoscenze di base sul mondo delle assicurazioni (premio, franchigia, massimale, eccetera);
- soltanto il 22,4% dei maschi e il 18,5% delle femmine dimostrano di conoscere i prodotti assicurativi, come le polizze infortuni, le coperture di previdenza complementare e le polizze caso morte.
Tuttavia – rileva l’indagine – le donne hanno un’arma a loro favore: la consapevolezza dei propri limiti (con il 75% che riconosce di avere competenze basse). Una consapevolezza che scarseggia invece tra gli uomini, tra cui il 65% si dice molto competente (tipico effetto del bias dell’overconfidence di cui ti abbiamo parlato nell’articolo L’ego non va d’accordo con le scelte d’investimento).
Quali sono le ragioni dietro il gender gap?
Il divario di genere in tema di conoscenze finanziarie e assicurative è stato confermato anche dall’edizione 2024 dell’Edufin Index, l'Osservatorio sulla consapevolezza e sui comportamenti finanziari e assicurativi degli italiani messo a punto da Fondazione Mario Gasbarri, SDA Bocconi e Alleanza Assicurazioni, e realizzato su un campione di circa 4mila italiani. L’indice si attesta quest’anno a 56 punti su 100 – sotto la sufficienza, posta a 60 punti – ma sale a 58 punti tra gli uomini, mentre scende a 53 tra le donne.
Il problema della scarsa educazione finanziaria e assicurativa femminile, rileva l’Osservatorio, è frutto in parte di un ridotto interesse verso l’argomento e della bassa propensione a informarsi. Tuttavia, il gender gap è influenzato anche dalla bassa autonomia decisionale delle donne – specialmente quando si trovano in coppia – che trova origine nel contesto e nelle dinamiche familiari.
Un linguaggio difficile e “autoreferenziale”
Al di là del gender gap, evidenzia ancora lo studio dell’IVASS, la scarsa alfabetizzazione assicurativa degli italiani nel complesso è imputabile anche alla difficoltà riscontrata dalle persone nell’avvicinarsi a questo mondo.
Oltre il 50% degli intervistati si dice infatti insoddisfatto della comprensibilità della comunicazione assicurativa e soltanto il 34% valuta “abbastanza comprensibile” il set informativo dei prodotti assicurativi, si legge nella ricerca.
Nello specifico, gli italiani chiedono:
- una maggiore comprensibilità del linguaggio contrattuale (54,1%);
- maggiore chiarezza su aspetti come franchigie e scoperti (53,2%) e durata del contratto (44,1%);
- chiarezza su casistiche coperte/scoperte (42,5%).
Infine, rileva ancora lo studio, gli elementi che sembrano ostacolare di più la comprensione sono l’eccessiva lunghezza dei testi e l’uso di una “terminologia autoreferenziale”.
Assicurarsi? Il primo passo di una buona pianificazione
Insomma, la strada da percorrere verso una maggiore consapevolezza in ambito assicurativo è ancora lunga, sia dal punto di vista dei risparmiatori sia da quello di chi eroga questi servizi. Sta di fatto che assicurarsi contro i possibili imprevisti della vita dovrebbe essere uno dei primi passi da compiere nell’ambito di una corretta pianificazione finanziaria.
Mettere in sicurezza salute, capacità di produrre un reddito e beni come la casa (o l’auto) ti permette infatti di liberare le risorse che hai destinato alle “possibili emergenze” e di farle fruttare investendole sui mercati finanziari. Per approfondire questo tema, confrontati con il tuo Financial Coach.