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Italiani e investimenti: quali lezioni dalla relazione ACF

Di recente l’Arbitro per le Controversie Finanziarie ha pubblicato la sua relazione annuale, che monitora i progressi e l’evoluzione del settore.

Si chiama Arbitro per le Controversie Finanziarie (in sintesi, ACF) e di recente ha pubblicato la sua relazione annuale, che monitora i progressi e l’evoluzione del settore nel 2023. Il documento delinea le principali tendenze nel rapporto tra intermediari, istituti finanziari e risparmiatori: con un numero di richieste in calo rispetto al passato, l’organismo ha discusso i fattori che più incidono in questa relazione, tra un maggior supporto richiesto ai professionisti del settore e l’impreparazione dei risparmiatori a livello di educazione finanziaria.

Cos’è l’Arbitro per le Controversie Finanziarie?

È un organismo di risoluzione delle controversie tra investitori e intermediari, un modo semplice, veloce ed efficace di risolvere i diverbi senza dover ricorrere al giudice. Lo ha istituito nel 2016 la Consob, l’autorità che vigila sui mercati finanziari. Gli investitori retail, come i risparmiatori, le piccole e medie imprese o altri enti, possono rivolgersi a questo organo in caso di necessità. Non possono invece rivolgersi all’Arbitro gli investitori qualificati o professionali, come banche, governi o grandi imprese.

Le controversie riguardano soprattutto i servizi di investimento, tra i quali la gestione collettiva del risparmio. Chi si rivolge all’Arbitro generalmente ritiene di aver subito un danno perché l’intermediario ha violato gli obblighi previsti dal Testo Unico della Finanza (TUF). Per esempio, durante la sottoscrizione di un investimento potrebbe non essere stato abbastanza chiaro sulla natura e le caratteristiche dell’investimento stesso.

Una maggiore attenzione al singolo investitore

La relazione sull’anno 2023 scatta dunque una fotografia complessiva del settore, con una serie di indicazioni utili per gli operatori e i risparmiatori. Partendo dai numeri, la relazione segnala come la media mensile sia stata pari a 80 ricorsi, in flessione rispetto all’anno precedente, per un totale di 963 nei dodici mesi. I risarcimenti hanno superato i 10 milioni di euro, con 86 intermediari chiamati a rispondere del loro operato.

Tra i principali nodi sul tavolo dell’ACF c’è il rapporto con la clientela: l’Arbitro ha sottolineato un’attenzione spesso non sufficiente da parte degli operatori in fase di profilatura del cliente e ha chiesto quindi l’implementazione di misure idonee per l’affidabilità e la coerenza delle informazioni raccolte.

In cosa consiste la profilatura del cliente?

La profilatura – che si fa attraverso un questionario – è un momento molto importante, nel quale il consulente finanziario prende nota di chi sei, di cosa fai, dei tuoi bisogni e della tua propensione al rischio, delle tue preferenze anche in ottica di investimenti per la sostenibilità (che non trascurino, cioè, il rendimento ma che abbiano a cuore anche il pianeta e le persone). Come puoi ben vedere, è una fase cruciale, in cui il consulente, prima di consigliarti cosa fare e come agire, ti fa l’identikit. È da quello che potrà ricavare anche il tuo orizzonte temporale, in relazione ai tuoi molti bisogni (per domani, per il prossimo anno, per la vecchiaia).

Così ha commentato il presidente dell’ACF Gianpaolo Eduardo Barbuzzi.

“Il questionario deve fondarsi su una serie di domande congrue, coerenti e consequenziali, tali da far emergere il profilo reale dell’investitore. A questo scopo, è auspicabile che gli intermediari convergano verso un format di questionario di profilatura standard”.

Anche la transizione digitale ha portato nuove questioni all’attenzione dell’ACF, con l’incremento delle controversie relative all’operatività da remoto e al trading online.

Educazione finanziaria e supporto al risparmiatore

L’identikit del soggetto coinvolto nelle controversie, tracciato dall’ACF nella sua relazione, vede come fascia maggiormente colpita i clienti più avanti con l’età, che hanno segnalato una serie di problematiche nel loro rapporto con gli intermediari. L’Arbitro ha citato il caso di un ultraottantenne al quale era stato attribuito un profilo evoluto, con investimenti di lungo periodo: una profilatura “quantomeno superficiale, se non d’intonazione opportunistica e strumentale”.

Questa particolare classe di investitori può riscontrare problemi anche con l’erogazione dei servizi online, come le nuove app su smartphone e le procedure digitalizzate per l’operatività. C’è quindi la necessità di un supporto umano che sia all’altezza. Dall’altro lato, bisogna sottolineare quanto sia importante l’educazione finanziaria per tutte le generazioni.

Conoscere le varie tipologie di prodotti a disposizione, leggere e comprendere un documento informativo o le offerte del mercato e imparare come e perché si organizza un portafoglio di investimenti sono concetti imprescindibili per ogni risparmiatore. Più facilmente acquisibili se può avvalersi dell’affiancamento di un professionista come il Financial Coach.

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