Dal petrolio sottozero alle graduali riaperture
Ad aprile il prezzo del petrolio texano WTI è finito sotto zero per la prima volta nella storia. Intanto, molti Paesi lavoravano alla graduale riapertura.
Finalmente la “Fase 2”. Dopo due mesi di lockdown, l’Italia ha annunciato l’inizio della tanto attesa Fase 2 a partire dal 4 maggio: ripartono gran parte delle attività industriali, costruzioni e commercio all’ingrosso, mentre negozi, musei e mostre riapriranno il 18 maggio e solo dal 1° giugno tireranno su le saracinesche bar, ristoranti e centri estetici. Come previsto dunque, non si tratta di un “liberi tutti”.“Il rischio di contagio di ritorno o riesplosione dei focolai è molto concreto ed è la ragione che ci spinge ad adottare sì un allentamento delle misure, ma con prudenza”, ha spiegato il premier Conte.
Del resto, come ha evidenziato anche il presidente USA Donald Trump, “per tutelare i cittadini dobbiamo salvaguardare la salute, ma anche il funzionamento dell’economia”. Motivo per cui anche altrove, in Europa e negli USA, si sta procedendo a un graduale ritorno alla normalità, visti anche i dati in miglioramento sul numero dei contagi.
A proposito di economia.
La lunga “quarantena” avrà comunque un impatto significativo sull’economia globale – il Fondo Monetario Internazionale stima per il 2020 una recessione senza precedenti. Nello specifico, nel suo primo World Economic Outlook dall’inizio della pandemia il FMI stima un PIL mondiale in calo del 3% nel 2020 (con un successivo rimbalzo del +5,8% nel 2021); e, nel dettaglio, -9,1% per l’Italia, -7% per Germania e Francia e -5,9% per gli Stati Uniti. Crescita anemica come non mai per Cina e India: +1% circa.
La conferma nei dati.
Stando ai numeri di Eurostat, l’economia dell’Eurozona si è contratta del 3,8% nel primo trimestre 2020 rispetto al trimestre precedente (le attese erano per un calo del 2,7%): è il peggior risultato dall’inizio delle statistiche nel 1995. Il calo rispetto a un anno prima è stato del 3,3%. In Italia, il PIL è crollato del 4,7% su trimestre e del 4,8% su anno, mentre Francia e Spagna hanno accusato cali del 5,8% e del 5,2% su trimestre. Anche il PIL degli Stati Uniti è sceso del 4,8% nel primo trimestre, la prima contrazione da inizio 2014 – e per il secondo trimestre il calo potrebbe raggiungere il 30%.