Dad, non ti temo. Ecco come affrontarla
Il ruolo dei genitori è decisivo per far funzionare le cose con la didattica a distanza. Ecco i nostri consigli per le famiglie con figli a casa
Tra le tante conseguenze della pandemia sulle nostre vite, la Dad, cioè la didattica a distanza, è tra quelle che hanno più impatto sulle giornate di milioni di italiani.
Da poco più di un anno, la scuola ha affrontato un cambiamento epocale per tutte le persone coinvolte. I primi a risentirne, ovviamente, sono studentesse e studenti, che rischiano di perdere pezzi importanti della loro formazione personale, sociale e scolastica. Ma è dura anche per gli insegnanti, catapultati senza preavviso in un mondo nuovo. E poi ci sono le famiglie, costrette da un anno a equilibrismi di ogni genere per far funzionare le routine di casa tra didattica a distanza, lockdown, quarantene e smart working (qui i nostri consigli sul lavoro da remoto).
Se sei un genitore con uno o più figli che stanno vivendo la didattica a distanza, questo articolo è per te. La Dad è difficile, ma può funzionare: richiede un modo di pensare diverso. Ecco qualche idea.
Didattica a distanza: un’occasione per comunicare meglio
«Uno dei primi consigli è quello di comprendere che la fatica è condivisa e proprio per questo è importante trovare strategie famigliari concordate per farvi fronte». Parte così il prontuario di Save the Children per aiutare i genitori con la didattica a distanza. Ed è proprio così.
La base di partenza deve essere questa: non importa quanto grande o piccola sia la tua famiglia, serve lavoro di squadra. Avere i figli che fanno scuola dentro casa moltiplica il bisogno di parlarsi, di essere aperti, di condividere i problemi, le richieste e i piani per le giornate.
Con ragazzi e ragazze può non essere semplice, ma la didattica a distanza può essere presa anche come un’occasione per ripensare la comunicazione in famiglia.
Il sito specializzato Orizzonte Scuola, per esempio, suggerisce un «check in» mattutino per fare il punto non solo sulle attività scolastiche, ma anche sulla gestione degli spazi, su come funzionano dispositivi e connessione e anche come vanno l’umore e l’attitudine. I figli chiusi in camera rischiano di chiudersi anche nel loro mondo, la comunicazione è l’antidoto migliore per evitarlo.
Organizzare gli spazi al tempo della Dad
Come per lo smart working, anche la scuola da casa ha bisogno di una buona organizzazione dello spazio e del tempo. Serve una postazione comoda, ben illuminata e dove la rete Internet prenda bene, se possibile usando un computer o laptop invece di uno smartphone per collegarsi (e con la videocamera accesa, è importante per la concentrazione e la partecipazione).
È importante ridurre le fonti di «rumore», tutto quello che può distrarre e in questo anche i genitori devono collaborare, rispettando lo spazio fisico e mentale dei figli. Quindi la postazione scuola deve essere lontana dalla televisione e se possibile non in cucina o in un luogo di passaggio.
Sempre se è possibile: auricolari per tutti (anche per mamme e papà durante le chiamate di lavoro). Non sempre e non per tutte le famiglie è facile, soprattutto per chi ha più di un figlio coinvolto nella didattica a distanza o vive in spazi piccoli. Se in casa c’è solo una postazione comoda e adatta e più di uno studente, la cosa migliore è organizzare dei turni, in modo che tutti possano usufruirne.
La parola chiave della didattica a distanza è: routine
Per un ragazzo o una ragazza è difficile crearsi una routine propria senza aiuti esterni (la scuola serve anche a imparare questo) e sotto questo punto di vista la famiglia è fondamentale.
Come sanno smart worker e freelance, le routine mattutine sono decisive: la sveglia a un orario che dia il tempo di fare tutto, fare colazione, lavarsi e vestirsi bene, iniziare in uno spazio ordinato.
Nella routine delle giornate non dimenticare mai il movimento fisico dei ragazzi, anche solo alzarsi dalla scrivania per sgranchirsi le gambe. Il corpo e il suo benessere sono due delle cose più trascurate durante questa pandemia.
L’impegno appartiene ai ragazzi, il compito degli adulti è aiutarli a creare le condizioni ideali perché si possano impegnare senza perdersi. Per gli studenti catapultati in Dad è difficile capire quanto questi dettagli siano importanti per far funzionare le giornate e in questo l’aiuto dei genitori e la comunicazione hanno un ruolo centrale.
Fiducia, dialogo e rispetto dei ruoli
Un’altra cosa che i genitori devono imparare a fare è fidarsi. Una volta create le condizioni migliori possibili (in base al contesto di ciascuno), bisogna lasciare spazio ai veri protagonisti della didattica a distanza, che sono i ragazzi e gli insegnanti. Le famiglie non devono essere in ascolto, interrompere, intervenire o addirittura suggerire durante lezioni e interrogazioni. Una volta create le postazioni devono comportarsi come se quella fosse effettivamente la classe, una piccola estensione dell’edificio scolastico da considerare sacra e off-limits. Ovviamente, fidarsi dei docenti e del loro ruolo significa anche affidarsi al loro giudizio e comunicare di più e meglio con loro (nelle chat e negli spazi preposti) su tutti gli ostacoli e i problemi che ci possono essere in questa difficile fase dell’apprendimento.
La didattica a distanza non è facile, la cosa più importante, nel mescolamento degli spazi e del tempo di vita, è che ciascuno rispetti il suo ruolo. La Dad è una sfida, non va considerata un limbo, tempo perduto. È un’opportunità per sperimentare strumenti nuovi e aprire orizzonti.
Un hub per le belle storie di Dad
Il sito Idee per la scuola è un ottimo stimolo da questo punto di vista. Si tratta di un hub digitale per raccogliere e raccontare le belle storie di Dad. Nato da un’idea di Cristina Simone, consulente e docente di social media marketing, oggi vede un team di 25 freelance del mondo digital che, pro bono, raccolgono in un unico spazio digitale quanto di bello la scuola, ma anche i genitori e gli alunni, possano creare collaborando. La regola per avere successo è una: non cercare di trasferire online esattamente cosa si faceva in aula, ma imparare a sfruttare le potenzialità e le peculiarità del digitale. Leggere le storie raccolte su Idee per la scuola è utile per ritrovare un po’ di ottimismo in questa forma di didattica e nella capacità di studentesse, studenti, docenti e famiglie. E se sei un insegnante, un genitore o uno studente con un’idea da condividere, è attiva la call to action a partecipare. Idee per la scuola è anche su Facebook, Twitter, Instagram e LinkedIn.