Borse e lockdown: le Big tech battono la pandemia
La pandemia ha fatto crollare le Borse ma non tutte le aziende quotate hanno sofferto: i colossi del web hanno resistito bene, macinando rendimenti positivi.
Tutti le principali Borse a livello mondiale hanno registrato cali significativi da inizio anno, ma non tutte le aziende quotate sono uscite sconfitte dalla pandemia. Questo perché anche in campo finanziario si sono registrate quelle polarizzazioni tra vincitori e vinti che la crisi ha decretato sia livello sociale che economico.
Vuoi un esempio? Quando la maggior parte dei listini di tutto il mondo andava in territorio negativo c’era qualcuno che addirittura macinava record e successi. Stiamo parlando dei colossi della tecnologia mondiale, i cosiddetti “FAANG” che altro non sono che Facebook, Apple, Amazon, Alphabet (proprietaria di Google) e Netflix, a cui ci aggiungiamo la sempre ben nota Microsoft.
La capitalizzazione di mercato di Amazon ad esempio ha guadagnato oltre 90 miliardi di dollari da metà febbraio, raggiungendo livelli record e arrivando persino a valere più di un intero paniere di azioni (l’indice DAX 30) di Francoforte.
Ma cosa ha decretato il successo delle big tech?
Il comparto hi-tech: da tempo un settore in crescita.
Ti sei mai chiesto come investire nell’innovazione tecnologica? Sicuramente, una modalità sarebbe quella di puntare sulle aziende hi-tech presenti in Borsa. Non serve andare a cercarle con la lente dell’ingrandimento, anche perché le più interessanti sono già quotate sui più importanti indici azionari del mondo come il Nasdaq, l’S&P 500, l’Eurostoxx, il nostro Ftse Mib ecc. Esistono poi diversi indici, fondi tematici o Etf che puntano solamente sul comparto tech, come il Nasdaq Composite che include le 1.000 maggiori società del settore tecnologico.
Come vanno in Borsa?
Decisamente bene: il comparto hi tech registra da tempo trend di crescita importanti e già da inizio anno aveva messo a segno rialzi medi del 4-7%. E dall’arrivo della pandemia? Ancora meglio. I titoli tecnologici hanno costantemente sovraperformato gli altri, resistendo ai bruschi cali portati dall’emergenza covid-19.
Apple, Alphabet, Microsoft, Facebook e Netflix hanno beneficiato dalla pandemia, ma, secondo gli analisti, hanno addirittura superato sé stessi.
Big tech alla conquista dei mercati.
La pandemia ha giocato a loro favore. Mentre le altre aziende hanno visto crollare le entrate, mentre a noi tutti è stato ordinato di rimanere a casa, i giganti della tecnologia hanno goduto di un’impennata della domanda, e dei rendimenti.
Come mai? Pensiamoci insieme, cosa fai, se sei costretto a rimanere chiuso in casa? Vai a fare shopping su Amazon, cerchi informazioni su Google, contatti gli amici su Facebook o Instagram, guardi serie tv in streaming su Netflix o Prime Video e organizzi incontri virtuali con i colleghi sulle piattaforme digitali come Zoom.
Ed eccoti la risposta del perché i colossi del web sono schizzati in borsa.
E ora i titani della tecnologia cominciano a sembrare sempre più inarrestabili sui mercati finanziari. Apple e Microsoft sono in lizza per il titolo di più grande azienda al mondo, Amazon ha battuto ogni record in Borsa, Netflix – in difficoltà a fine 2019 – è tornata in lizza con un totale di 15,77 milioni di nuovi abbonati da febbraio 2020 e titoli come Zoom hanno visto la luce in fondo al tunnel. Per non parlare di Microsoft che vola in Borsa senza particolari difficoltà. Facebook? Ha visto da inizio anno un rialzo del 10% degli utenti e del 15% degli utili.
Anche Alphabet, la holding di Google, ha messo a segno una crescita delle entrate del 13% nel primo trimestre pari a 41,2 miliardi di dollari.
Insomma, tutti i grandi del web e dell’high tech si sono avvantaggiati e non poco del boom di domanda di servizi digitali nell’era del social distancing.
Big tech e pandemia: non solo intrattenimento.
Il successo dei colossi del web non è dato solo dalla loro capacità di soddisfare un nostro desiderio o di offrirci un servizio mirato. Si sono anche impegnati a combatter il virus e offrire innovazioni importanti. Facebook ad esempio ha innovato il suo programma Data for Good per prevedere l’evoluzione del contagio grazie ad informazioni aggregate e “anonimizzate” utili a tracciare e analizzare l’impatto delle misure di prevenzione. Google Maps ha potenziato il monitoraggio sull’affollamento di alcuni luoghi, utile per capire gli orari di punta dei negozi e l’utilizzo dei mezzi pubblici in modo da distribuire le persone in determinate aree ed orari. Google ed Apple si sono già attivate ad aprile per lanciare insieme un app (API) per favorire l’attivazione del tracciamento dei contatti potenzialmente positivi al coronavirus. Insomma, di sicuro non sono stati a guardare i rendimenti che salivano.
La scalata in borsa durerà?
Secondo molti analisti di mercato, anche se questi colossi hanno vissuto uno sviluppo che molti ritenevano impossibile, potrebbero soffrire qualche guaio. Le regolamentazioni sempre più stringenti sulla privacy e la trasparenza nell’utilizzo dei dati dei loro clienti è ad esempio una potenziale minaccia. Amazon è destinata ad essere trascinata davanti al Congresso statunitense per spiegare come utilizza i dati, mentre Apple, Alphabet e Facebook hanno già tutte avuto controversie con il fisco, le autorità di regolamentazione antitrust o gli attivisti della privacy e dei diritti civili.
In ogni caso, si prevede che i guadagni delle cosiddette aziende “FAANG” cresceranno del 34% l’anno prossimo e del 19% nel 2022. Se queste previsioni saranno esatte, continueranno ad essere vincenti.