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Dal voto in Italia ai rialzi dei tassi: mese movimentato per i mercati

Fed e BCE, ma anche BoE e Banca Nazionale Svizzera, hanno aumentato i tassi. In Italia la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è uscita vincitrice dalle urne.

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Basta dare una rapida occhiata al grafico qui sopra per farsi un’idea molto chiara della situazione. A settembre non si è salvato nessuno: le vendite hanno colpito un po’ ovunque, sia a livello geografico sia in termini di asset class. Uno dei motivi principali è il timore di un’imminente recessione economica, in Europa e negli Stati Uniti in primis, a causa delle politiche monetarie restrittive messe in campo dalle banche centrali per arginare l’inflazione. Ma non è l’unico.

Qualcuno ha detto rialzo dei tassi?

Nel corso del mese, un gran numero di banche centrali – BCE e Fed comprese – ha aumentato i tassi di interesse, a conferma del fatto che la priorità è domare un’inflazione che non si vedeva dagli anni Ottanta. Costi quel che costi.

La Banca Centrale Europea ha annunciato un rialzo da 75 punti base nella riunione dell’8 settembre, dopo l’aumento di 50 punti di luglio, il primo in 11 anni. Il tasso principale è salito così all’1,25%, il tasso sui depositi allo 0,75% e il tasso sui prestiti marginali all’1,5%. E la presidente Christine Lagarde ha detto che Francoforte prevede di aumentare ulteriormente i tassi d’interesse nel corso delle prossime riunioni, anche se non si è sbilanciata sull’entità dei prossimi interventi.

Mercoledì 21 settembre anche i funzionari della Federal Reserve hanno annunciato un nuovo incremento del federal funds rate di 75 punti base – il terzo consecutivo di questa portata – al range 3-3,25%. E si prevede un ulteriore inasprimento di 1,25 punti percentuali entro fine anno.

Giovedì 22 settembre, la Bank of England ha operato un rialzo di 50 punti base, al 2,25%. Dopo otto anni di tassi negativi, anche la banca centrale svizzera ha optato per un rialzo da 75 punti, portando i tassi allo 0,5%. In tutt’altra direzione la Bank of Japan, che invece li ha tenuti fermi.

Regno Unito in prima pagina

Non solo l’addio alla regina Elisabetta II, scomparsa a 96 anni dopo settanta di regno. A fare notizia è stata anche Liz Truss, nuovo primo ministro del Regno Unito e nuova leader del Partito Conservatore. Ex ministro degli Esteri nel governo di Boris Johnson, Truss ha già fatto parlare di sé dopo aver annunciato un maxi-piano di riduzione delle tasse, da finanziare a debito.

Una misura ritenuta rischiosa dai mercati, che ha provocato un crollo della sterlina sul dollaro e un balzo dei rendimenti dei titoli di Stato: a significare che gli investitori stranieri sono scettici sulla sostenibilità del debito britannico. Per riportare un po’ di calma, la Bank of England ha annunciato un intervento di emergenza, che prevede l’acquisto di titoli di Stato e il posticipo della vendita di titoli in suo possesso.

Gli italiani hanno votato

Domenica 25 settembre gli italiani hanno votato per il rinnovo del Parlamento, al quale farà seguito la formazione di un nuovo governo. Vittoria indiscussa per il centrodestra, trainato da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, che si appresta così a diventare la prima donna presidente del Consiglio in Italia.

Reazione molto composta sui mercati, che avevano già scontato la novità – largamente anticipata dai sondaggi – e che hanno apprezzato il risultato netto e chiaro emerso dalle urne. Garanzia – si ritiene – di una rapida formazione e di un altrettanto rapido avvio del nuovo esecutivo, in una fase estremamente delicata per l’economia.

Approvata la Nadef

Intanto il Consiglio dei Ministri uscente ha varato la Nota di aggiornamento al Def (il Documento di economia e finanza): la crescita stimata per il 2022 è ora rivista al rialzo al +3,3%, quella per il 2023 al ribasso allo 0,6%, mentre il deficit scende nel 2022 al 5,1% e si dovrebbe attestare al 3,4% nel 2023.

La guerra del gas

Settembre è terminato con due notizie molto forti sul fronte del gas. La prima è che è stata inaugurata la Baltic Pipe, rotta decisiva per il trasporto del gas dalla Norvegia attraverso la Danimarca fino alla Polonia e ai Paesi limitrofi. Un progetto che rafforza la diversificazione dell’approvvigionamento di gas nell’Europa centro-orientale e negli Stati baltici, aprendo una nuova rotta per le importazioni dal Mare del Nord verso l’UE.

L’altra ha riguardato importanti perdite di gas che hanno colpito – per cause ancora da chiarire – i gasdotti Nord Stream 1 e 2, che collegano la Russia all’Europa. Il primo in realtà fermo dai primi di settembre dopo aver funzionato a capacità ridotta per mesi, il secondo mai entrato in funzione.

Tetto ai prezzi?

La fuga è stata rilevata dal governo danese e ha pesato sul prezzo del gas, tornato a salire ad Amsterdam. Proprio il prezzo del gas si è uno dei grandi temi del momento: alcuni Stati UE hanno rilanciato la proposta di un tetto, un tema in agenda al Consiglio dell’Energia del 30 settembre.

Inflazione, a che punto siamo?

Nella zona euro, l’inflazione ha registrato un incremento annuale del 9,1% ad agosto, rispetto al +8,9% di luglio, mentre a livello UE il dato si è attestato al 10,1%, rispetto al 9,8% di luglio. Italia in linea con l’Eurozona, al 9,1%. Negli USA l’inflazione ha segnato +8,3% ad agosto, oltre le stime degli analisti.

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